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Il Migep in audizione al Senato per promuovere l’inserimento degli OSS tra le categorie usuranti

Egerio Direttore di OssNews24,

La Federazione Migep Oss, associazione maggiormente rappresentativa, è stata convocata al Senato in Commissione Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale in audizione sui disegni di legge nn 934 e 2347 “Modifiche al decreto legislativo 21 aprile 2011 n 67″, ai fini dell’introduzione del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari tra le categorie usuranti.

In questi giorni, abbiamo ricevuto tante mail da molti operatori socio sanitari che ponevano le loro testimonianze, le loro riflessioni sul lavoro usurante.

Abbiamo scelto una testimonianza che racchiude il lavoro faticoso che si svolge sul domicilio e per chi lavora nelle cooperative.

Il testo sarà parte del documento prodotto in audizione al Senato.

Ci auguriamo che altri possano far pervenire testimonianza complete, essendo questo un tema di grande interesse per molti colleghi oss!, che, ci chiedono di rappresentarli in modo coerente e forte.

Vorremmo pubblicare questa testimonianza sul suo quotidiano. 

La ringrazio per la vostra dedizione e sensibilità verso tutti gli operatori socio sanitari a nome della Federazione Migep e del sindacato degli oss SHC.

Migep: Approvato emendamento per l'istituzione del ruolo socio sanitario 1
Migep e SHC

“10 febbraio 2022. Mi chiamo Paola Piredda lavoro in Sardegna, sono venuta a conoscenza dell’udizione che codesta Federazione Migep OSS avrà con la Commissione Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale in data 15 febbraio 22 sui disegni di legge nn 934 e 2347 ai fini dell’introduzione degli operatori socio sanitari tra le categorie usuranti.

Vorrei dare un mio contributo al Vostro lavoro.

Lavoro da 30 anni nel settore dell’assistenza. Buona parte in cooperativa nel domicilio. Nel mio comparto ci si occupa quotidianamente di persone con le patologie più disparate, dal semplice ritardo cognitivo alle demenze allo stadio vegetativo, dalla persona impossibilitata a muoversi per una frattura (e la si accompagna nella fase di guarigione) ai malati terminali (ai quali va assicurato un fine vita il più dignitoso possibile).

Ho seguito bambini con patologie genetiche rare, giovani con tumori terminali, anziani con malattie croniche degenerative… non si lavora come in un reparto ospedaliero in cui ci si occupa di una sola tipologia di ammalati.

Nel domicilio si deve essere preparati su tutto per poter stare al passo col lavoro stesso e con le esigenze di cura degli utenti. Non si ha un orario fisso e non si lavora per turni.

Il lavoro è frammentato in tre, quattro, cinque accessi mattutini di minimo un’ora e, per tre pomeriggi a settimana, si aggiungono dai tre ai 6/7 accessi serali di mezz’ora. Si coprono le utenze in ogni zona della città e dell’agro e lo si fa di corsa per rispettare gli orari e gli incastri.

Si cerca di essere il più professionali possibile sino all’ultima utenza, dove si arriva stremati e spesso confusi dopo aver corso tutto il giorno e seguito di mille situazioni diverse. Con professionalità accogliamo e curiamo (non dal punto di vista medico ma assistenziale, prendendo in carico il paziente con empatia ed attenzione) l’integrità del paziente e della sua famiglia (per la quale l’operatore diventa un punto di riferimento).

Dopo anni di manovre, il corpo ci restituisce le fatiche e gli sforzi al quale lo abbiamo sottoposto. Nessuno di noi è esente da problemi alla schiena, alle articolazioni, ai tendini ed ai muscoli, contratture, ernie, tendiniti, ecc,

Mentre a livello psicologico il carico non è meno importante: lo sforzo mentale nel doversi occupare di un numero considerevole di utenti con problematiche importanti, la necessità di stare al passo con le loro necessità in evoluzione, lo stress del riuscire ad essere sempre, nel contempo, empatici sul lavoro e capaci di un lucido e sano distacco quando si passa alla vita privata… poi i tempi di lavoro ridotti, i ritmi serrati, il numero degli spostamenti portano spesso al limite del burn out e sicuramente ad un invecchiamento precoce.

Sarebbe giusto, a mio parere, riconoscere come logorante il lavoro dell’Operatore Socio Sanitario ed includerlo negli elenchi per cui è previsto un pensionamento anticipato.

Paola Piredda

Redazione OssNews24

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