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L’Operatore Socio Sanitario durante la pandemia: sviluppi e prospettive future

Gentile Direttore di OssNews24

la pandemia ha messo alla luce, in maniera positiva o negativa dipende dai punti di vista, il ruolo dell’Operatore Socio Sanitario nei vari contesti riguardanti i  processi socio-assistenziali.

L’OSS è stato in prima linea ( lo è tutt’ora) a fianco di Medici e Infermieri nel fronteggiare tutte le conseguenze che questa pandemia ha portato nel corso di questi 2 anni ormai.

Per quasi 20 anni questa categoria non ha avuto quasi mai importanza per le Istituzioni, troppo poco tutelata, troppo poco ascoltata, mai letteralmente presa sul serio dandole la sua vitale importanza.

Che sia nel Pubblico o nel privato, Ospedali, ASP, RSSA, l’OSS è la figura in primis la quale si occupa del paziente nel soddisfacimento dei bisogni primari. E’ la figura che, più di tuttesi interfaccia  col paziente rispetto ai stessi Medici e Infermieri.

Questa categoria, insieme a tutte le altre figure del SSN, ha subito forti stress riguardanti carichi di lavoro insostenibili; basti pensare alla mancanza di personale in tutta Italia  soprattutto di Medici e Infermieri nei reparti. Per non parlare delle RSSA, che hanno visto nel corso dei mesi, a partire da Febbraio 2020,letteralmentesvuotarsi della figura sanitaria più importante ovvero dell’Infermiere. 

La fuga degli infermieri dalle RSSA per prospettive professionali di vita migliori, ha messo in seria difficoltà le RSSA le quali hanno fatto molto affidamento sulla figura dell’OSS per ovviare alla mancanza della figura sanitaria, aumentando un carico di lavoro già notevole pre-pandemia il quale poi è diventato insostenibile.

Fronte a questa grande emergenza, per la prima volta esponenti politici hanno presentato in maniera pubblica la richiesta urgente di Operatori Socio Sanitari. Nell’aprile del 2020 il ministro Francesco Boccia (allora Ministro per gli affari regionali e le autonomie) tramite la Protezione Civile decise di far partire un bando per reclutare una Task Force di 1500 OSS volontari da inserire nelle RSA e nei Carceri. In un certo senso questa proposta a portato finalmente alla ribalta il ruolo, in maniera fondamentale, che svolge l’Operatore Socio Sanitario.

Ha suscitato molto scalpore nel corso di questi mesi la tematica dell’OSS con formazione complementare in assistenza sanitaria ( detto in gergo terza S ). Si era pensato di sostituire con deroghe provvisorie la mancanza del personale infermieristico con questa figura nata nel lontano 16 Gennaio del 2003,a distanza di 2 anni dopo la nascita dell’OSS il 22 Febbraio 2001.

Una proposta che non ha mai convinto ma soprattutto accolta con molte polemiche dai vari Organi rappresentativi Infermieristici. Tutto questo stato di agitazione, proposte e quant’altro, si può dire cha solo giovato al movimento OSS. 

Un grande lavoro è stato svolto dalla senatrice Barbara Guidolin, sempre vicina agli operatori socio sanitari, la quale ha ottenuto un importate riconoscimento nel Luglio del 2021: Il Passaggio degli OSS nel ruolo socio sanitario e abbandonare così la figura tecnica ed infine di riconoscere successivamente (a Dicembre 2021) l’OSS come un lavoro gravoso.  

La pandemia ci ha insegnato quanto sia indispensabile la figura dell’operatore socio sanitario, ma quanto anche sia ormai necessario dopo più di 20 anni riformare e valorizzare la medesima. Il suo mansionario non è più aderente alla realtà dei giorni nostri ma soprattutto alla nuova richiesta assistenziale che ad oggi ci chiede il nostro paese.

Possa la pandemia portare alla rivisitazione e al miglioramento di questa figura considerata la “manovalanza” degli operatori sanitari di corsia, ovvero: L’OPERATORE SOCIO SANITARIO.

Alessandro Dagostino, Operatore Socio Sanitario in trincea

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