Formazione

L’Oss e il lavoro nell’assistenza domiciliare: guida per gli operatori

L’assistenza domiciliare, o home care, è un servizio di base in vengono erogate prestazioni integrate tra vari operatori sanitari, sociali, assistenziali, la cui sede è il distretto . In alcune Regioni è già consolidata una realtà come il distretto socio-sanitario di base, che consente di effettuare interventi assistenziali integrati di tipo sociale e di tipo sanitario. Questo tipo di integrazione permette al servizio di assistenza domiciliare un collegamento diretto e immediato con centri sociali, case alloggio per anziani, biblioteche , servizi di accoglienza per minori, agenzie educative.

Per l’aspetto sanitario il collegamento funzionale è previsto e attuato con i consultori famigliari e geriatrici, poliambulatori e disabili. Allo scopo di effettuare interventi mirati al reale bisogno da soddisfare ed evitare, ove possibile, il ricorso al ricovero ospedaliero. In tal modo viene fornita la piena realizzazione del servizio di assistenza domiciliare.

Finalità dell’assistenza domiciliare

L’assistenza domiciliare si pone i seguenti obiettivi:

  • La valorizzazione e l’attuazione dell’assistenza sanitaria di base al fine di creare una nuova mentalità nel campo della salute e finalizzare gli interventi a una sua promozione, coinvolgendo attivamente il singolo, la famiglia e la comunità;
  • La riduzione dei fattori di rischio ambientale per la salute;
  • La limitazione delle costose degenze ospedaliere attraverso un programma di deospedalizzazione precoce;
  • La realizzazione di un servizio infermieristico nel quadro delle cure primarie e secondo un piano di ospedalizzazione domiciliare;
  • una più adeguata utilizzazione delle risorse nel campo sanitario e una distribuzione più equa tra cura e assistenza di base;
  • la garanzia di un facile accesso per tutti i cittadini alle cure primarie, senza disparità alcuna;
  • una formazione dei professionisti più mirata e diretta alla prevenzione e all’educazione sanitaria.

L’OSS e la tipologia di utente assistito a domicilio

La tipologia dell’assistito a domicilio è molto variabile; di norma, comunque, si tratta di:

  • persone anziane
  • persone anziane non autosufficienti o con disturbi neurologici dovuti all’età (demenza senile);
  • persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari;
  • diabetici cronici;
  • pazienti oncologici;
  • pazienti paraplegici o portatori di protesi.

Sono in genere persone che hanno bisogno di aiuto nelle più semplici attività quotidiane, vivono in ambienti spesso inadatti alle loro difficoltà e per le quali la presenza di un operatore qualificato come l’OSS e L’OSS con formazione complementare in assistenza sanitaria è un supporto indispensabile.

In particolare, la fascia di soggetti che beneficia maggiormente di questo servizio è quella adulta-anziana che ha biosgno di aiuto molto marcato, sia domestico sia medico-infermieristico e sociale, ed è rappresentata da una fascia di popolazione formata da persone che hanno superato i sessantacinque anni di età e che presentano un forte decadimento psico-fisico.

Vengono individuate alcune attività necessarie per determinare il livello di autosufficienza, quali la cura e l’igiene personale, le attività sensorie, la possibilità di camminare superando gli ostacoli, di lavarsi, di abbigliarsi, di allacciarsi e tagliarsi le unghie dei piedi.

I servizi che devono essere garantiti hanno come premessa essenziale quella di favorire il pù possibile la soddisfazione del bisogno reale del soggetto, e sono:

  • servizio alimentare, per coloro che non hanno la possibilità di provvedere alla propria nutrizione;
  • servizio alloggio o case protette, specie per anziani autosufficienti che non richiedono cure particolari e non posseggono un proprio domicilio;
  • servizio recupero e riabilitazione per tossicodipendenti e disadattati;
  • servizio di assistenza lavanderia e guardaroba;
  • servizio di assistenza sociale;
  • servizio di assistenza psicologica;
  • servizio di igiene ambientale e di riordino dell’abitazione;
  • servizio di assistenza medico-geriatrica.

Tutti questi servizi in coordinamento possono favorire il conseguimento di alcuni obiettivi, quali: il recupero di rapporti fra i componenti della famiglia;le informazioni su problematiche assistenziali e previdenziali; la realizzazione di un clima psicologico utile per affrontare i problemi di natura sanitaria e sociale, la creazione delle condizioni favorevoli per una migliore qualità della vita; la realizzazione del servizio infermieristico e domiciliare; la realizzazione del servizio per le attività domestiche e di cucina; il supporto economico per soggetti meno abbienti.

L’OSS e l’assistenza alla persona affetta da sindrome da HIV

Nell’assistenza alla persona affetta da sindrome da HIV,L’OSS e l’OSS con formazione complementare in assistenza sanitaria devono conoscere tutte quelle misure che siano idonee a una igiene appropriata. Tali misure sono: lavarsi le mani dopo l’uso del gabinetto e il contatto con qualsiasi liquido organico; non condividere  con altri l’uso termometri, rasoi, spazzolini o altri oggetti per l’igiene intima; coprirsi la bocca quando si tossisce, e raccogliere le secrezioni in un fazzoletto da riporre in un apposito contenitore.

Inoltre, L’OSS deve conoscere le norme per il corretto utilizzo della cucina e del bagno. Per quanto riguarda la prima, le stoviglie devono essere lavate in acqua molto calda e saponata, tutto l’ambiente ogni giorno con appositi disinfettanti e detergenti, il frigorifero invece con acqua e aceto, i locali arieggiati dopo la pulizia. Il bagno dovrà essere pulito tutti i giorni con le stesse modalità della cucina, la toilette  e la doccia dovranno essere disinfettati con cloro e con altre soluzioni diluite di candeggina. Non bisogna condividere con nessuno l’uso degli asciugamani.

Altro campo d’intervento dell’OSS è la preparazione degli alimenti: assicurandosi che la cute delle mani sia integra, e con il rispetto delle normali precauzioni igieniche, il paziente potrà egli stesso cucinare.

 Infine, bisogna informare il paziente e la sua famiglia delle misure idonee al trattamento dei rifiuti. I rifiuti corporei potranno essere eliminati normalmente, mentre il materiale contaminato dovrà essere riposto in borse di plastica, e queste sottoposte al processo di smaltimento dei ROS (Rifiuti ospedalieri speciali). Gli oggetti metallici come gli aghi devono essere messi nei contenitori di plastica rigidi in soluzione di disinfettante.

L’OSS e l’assistenza domiciliare all’anziano

Nel caso specifico dell’anziano, l’assistenza domiciliare contempla una serie di prestazioni di tipo socio-assistenziale finalizzate ad evitare problemi legati all’istituzionalizzazione e all’ospedalizzazione non giustificata da motivi di salute,ma da situazioni determinate dall’età avanzata, dalla solitudine, dall’abbandono. Gli interventi sono rivolti all’ambiente in cui l’anziano svolge le sue attività quotidiane: nel processo di cura, occorre inoltre dare sostegno ai familiari specie quando tutta la famiglia è costituita da anziani bisognosi di assistenza.

Nella maggior parte dei casi è necessaria una assistenza domiciliare integrata che si esprime quando accanto ai bisogni assistenziali, compaiono bisogni relativi alla cura di patologie che si rivelano croniche o terminali.  L’attività è organizzata dalla ASL, con personale prevalentemente dotato di competenze specifiche in campo sanitario, tra cui l’OSS e l’OSS con formazione complementare  in assistenza sanitaria.

L’assistenza domiciliare integrata (cd.ADI) deve, in particolare:

  • dare incentivi alle famiglie che provvedono all’anziano non autosufficiente all’interno della famiglia;
  • fornire alle famiglie dei servizi di assistenza in caso di bisogno;
  • fornire aiuti economici in caso di ristrutturazione di abitazioni in cui le barrire architettoniche costituiscono un ostacolo insormontabile per l’anziano biosgnoso di cure o affetto;
  • estendere il numero di strutture semiresidenziali in cui l’anziano possa trascorrere una parte della sua giornata per fare ritorno a cas ala sera e nei giorni festivi;
  • diffondere presso le famiglie e la società una maggiore consapevolezza dei bisogni e dei problemi legati alla vecchiaia.

La buona riuscita di questo tipo d’intervento dipende molto anche dal coinvolgimento dell’anziano: egli deve essere motivato a esprimere la massima collaborazione. Spesso l’assistenza domiciliare integrata può essere un obiettivo che si raggiunge nel tempo, infatti non sempre è possibile affrontare tutte le problematiche dell’assistito a domicilio, come nel caso di patologie improvvise che richiedono inizialmente intervento assistenziale importante in strutture ospedaliere specializzate. Superata questa fase, o quando interviene una cronicità della patologia, la terapia riabilitativa può essere effettuata all’interno dell’abitazione dell’anziano, facilitando quindi il trattamento terapeutico poiché il paziente si sente maggiormente motivato a collaborare.

L’OSS e l’attività lavorativa nei consultori familiari

Con la legge  29-7-1975, n. 405 istitutiva dei consultori familiari, in seguito integrata e modificata, è stato previsto un servizio pubblico di assistenza alla famiglia e alla maternità avente come scopi, secondo l’art 1:

  • l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità e alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
  • la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti;
  • la tutela della salute fisica della donna e del prodotto del concepimento;
  • l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana,

nonché alle tecniche di procreazione medicalmente assistita;

  • l’informazione sulle procedure per l’adozione e l’affidamento familiare;
  • la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi e i farmaci adatti a ciascun caso.

Per la gestione e il funzionamento del servizio di assistenza alle famiglie e alla maternità,  l’art. 2 della legge, ha previsto l’istituzione, da parte dei Comuni o dei loro consorzi,di consultori che sono strutture dedicate all’assistenza alla famiglia e alla maternità (meglio noti come consultori famigliari), garantendo nel contempo la facoltà di istituire consultori analoghi, per istituzioni o enti pubblici e privati che avessero la necessità di perseguire finalità sociali, sanitarie e assistenziali senza scopo di lucro.

Le funzioni esercitate dai Comuni e dagli altri enti pubblici sono state trasferite dal 1° giugno 1982 alle ASL delle quali i consultori diventano operativi. La struttura e il funzionamento dei consultori pubblici, pur con diversificazioni da zona a zona derivanti da fattori ambientali e soci-economici, si basa in linea di massima su:

  • un servizio ginecologico spesso affiancato da servizi pediatrici e neonato logici;
  • un servizio sociale con un raggio d’azione molto vasto nel quale sono generalmente ricompresi gli interventi in favore di persone affette da gravi disabilità e tutte le forme di assistenza minorili;
  • corsi di preparazione al parto;
  • assistenza al singolo e alla coppia.

I vari interventi assistenziali attuabili dai consultori familiari a favore della donna in stato di gravidanza possono così riassumersi:

  • informazione sui diritti spettanti alla gestante  in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;
  • informazione sulle modalità idonee ad ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
  • attuazione diretta, ovvero tramite l’ente locale competente o le strutture sociali operanti nel territorio, di speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui al primo punto;ù
  • ogni altro tipo di intervento a carattere assistenziale che contribuisca a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

L’OSS e il l’attività professionale all’interno dei  SERT ( Servizi per le Tossicodipendeze)

I servizi per le tossicodipendenze sono gestiti e istituiti a cura delle ASL, grazie all’emanazione della L.162/1990 e disciplinati dai seguenti provvedimenti normativi  D. M. 444/1990; D. Lgs.230/1999, si articolano in moduli organizzativi che esercitano la loro attività in modo concordato ai consultori, familiari alle strutture per l’AIDS e per le patologie infettive, ai servizi medico-legali,ai laboratori di analisi di riferimento, anche convenzionati agli altri servizi sanitari e sociali che comunque svolgono attività nel settore delle tossicodipendenze.

I SERT costituisco strutture di riferimento delle ASL  per persone affette da problemi di tossicodipendenze e per le loro famiglie e garantiscono agli interessati la riservatezza e anonimato in caso di richiesta d’intervento.  Queste tipologie di servizi d’aiuto alla persona  devono assicurare in ogni caso la disponibilità dei principali trattamenti di carattere psicologico, socio-riabilitativo e medico-farmacologico.  I relativi interventi di carattere preventivo, quando obbiettive circostanze lo consentono si effettuano in modalità domiciliare o in altre strutture ritenute idonee per questa tipologia di intervento assistenziale.

In particolar modo i SERT provvedono a:

  • attuare interventi di primo sostegno e orientamento per i tossicodipendenti e le loro famiglie;
  • attuare interventi d’informazione e prevenzione nello specifico nei confronti  delle fasce più giovani della popolazione;
  • accertare lo stato di salute psicofisica del soggetto anche con riferimento alle condizioni sociali;
  • certificare lo stato di tossicodipendenza nel caso fosse richiesto dagli interessati o per le finalità di cui alla L.162/1990;
  • definire i piani terapeutici individuali compresi gli interventi socio-riabilitativi;
  • realizzare direttamente o in convenzione con le strutture di recupero sociale il programma terapeutico o socio-riabilitativo;
  • attuare gli interventi di prevenzione della diffusione delle infezioni da HIV e delle altre patologie correlate alla tossicodipendenza, sia nei confronti dei soggetti in trattamento presso i SERT che nei riguardi dei pazienti in cura presso le strutture convenzionate e presso altri centri riabilitativi del territorio.
  • Valutare periodicamente l’andamento e i risultati ottenuti dal trattamento e dei programmi d’intervento sui singoli utenti  in riferimento agli aspetti di carattere clinico, psicologico, sociale, nonché in termini di cessazione di assunzione di sostanze stupefacenti
  • rilevare i dati statistici ed epidemiologici relativi alla propria attività e al territorio di competenza.

Con l’ausilio dei centri di recupero sociale i SERT  attuano sui tossicodipendenti in trattamento i seguenti interventi diretti alla prevenzione delle infezioni da HIV e delle altre patologie correlata alle varie forme di dipendenza.

  • Individuazione dei comportamenti a rischio;
  • Informazione e educazione sanitaria;
  • visite mediche e interventi diagnostici;
  • test di laboratorio per  L’HIV, ovviamente con previo consenso dell’interessato , e con relativo supporto psicologico;
  •  test di gravidanza, previo consenso, e con gli adeguati interventi di consulenza.

I SERT assicurano l’erogazione delle attività assistenziali a persone affette da una grave forma di dipendenza nell’arco delle ventiquattro ore e per tutti i giorni della settimana.

L’OSS  e il ruolo all’interno delle strutture ospedaliere in caso di ricovero del paziente

Per strutture ospedaliere si definisce quel luogo fisico in ambito sanitario all’interno del qual L’OSS può espletare le proprie attività professionali e si intendono gli ospedali pubblici e le strutture private convenzionate accreditate con il SSN (case di cura). Ai fini del ricovero(ordinario e programmato) occorre la richiesta motivata del medico di base o del pediatra di libera scelta accompagnata dalla presentazione della tessera sanitaria.  

Le prestazioni rientranti nell’ambito dell’assistenza ospedaliera sono:

  • Prestazioni sanitarie propriamente intese (visita medica, procedure diagnostiche, interventi di soccorso)
  • Prestazioni domestico-alberghiere (vitto,alloggio)
  • Attività d’informazione costante, corretta, esaustiva del paziente ricoverato

Il ricovero urgente viene disposto dal medico di guardia al Pronto Soccorso.

In casi di ricovero d’urgenza e di emergenza la documentazione di accompagnamento è fatta pervenire entro 30 giorni per iniziativa del medico di base e del pediatra di libera scelta.

L’ospedale in applicazione pratica di quanto stabilito dai principi dell’uguaglianza, imparzialità e continuità, garantisce sempre il ricovero d’urgenza riservando i posti letto necessari sulla base delle affluenze media.

Nel caso che il ricovero non sia possibile o siano necessarie cure presso altro istituto, l’ospedale provvede al trasferimento con i mezzi e l’assistenza adeguata. L’emergenza e l’urgenza territoriale sono attivate chiamando il n.118 che si occupa di salvaguardare e tutelare la salute pubblicai n caso di situazioni di grave criticità e pericolo.

Il ricovero  ordinario viene disposto dal medico di reparto preposto all’accettazione che, valuta il reale stato di necessità dell’individuo e provvede al ricovero in caso di disponibilità di posti letto o all’inserimento nella lista d’attesa dei ricoveri programmati di ogni singola divisione.

Nell’intervallo tra l’inserimento nella lista programmata e l’effettivo ricovero, i medici del reparto interessato assicurano, se necessario , le procedure di preospedalizzazione per disporre gli accertamenti diagnostici ed iniziare, se necessario, un ciclo terapeutico preliminare atto a ridurre il periodo della successiva degenza.

Il ricovero programmato predisposto:

  • dal medico ospedaliero,
  • dal medico di famiglia,
  • dal medico della guarda medica territoriale;
  • da un medico specialista.

L’ospedale, nel rispetto dei principi d’uguaglianza e imparzialità, deve predisporre un <<registro storico dei ricoveri ordinari>> contenente l’elenco delle attività svolte , nonché i tempi massimi di attesa per ciascun reparto e per le principali patologie. Il mancato rispetto dei tempi d’attesa deve essere sempre motivato.

La ASL, comunque, provvederà ad individuare appositi strumenti di rilevazione del rispetto dei tempi di attesa indicati e di quelli realmente registrati.  Periodicamente, i risultati delle rilevazioni dovranno essere inviati alla Conferenza dei Sindaci e all’Osservatorio regionale , nonché portati  a conoscenza degli utenti mediante apposite pubblicazioni.

L’elenco delle attività svolte ed i relativi tempi di attesa contenuti nel <<registro dei ricoveri ospedalieri ordinari>>, ferma restando la salvaguardia della riservatezza delle persone, dovranno essere consultabili presso l’ufficio informazioni, a disposizione dei medici di famiglia e pubblicizzati nelle forme più opportune.

Il Direttore Sanitario è responsabile del registro e della gestione delle liste d’attesa, basata su un ordine cronologico salvo patologie di particolare gravità. All’atto della prenotazione del ricovero, per garantire la piena attuazione del principio di partecipazione mediante una adeguata informazione, dovrà essere consegnato all’utente un opuscolo informativo sulle condizioni di ricovero ospedaliero.

All’atto dell’ingresso dovrà essere consegnata all’utente una seconda scheda informativa del reparto di destinazione ed un modulo per la presentazione di eventuali reclami.

La Direzione Sanitaria comunica all’utente il giorno stabilito per il suo accesso in ospedale.  In caso di impossibilità da parte dell’ASL di garantire tempestivamente e in forma adeguata al caso clinico l’intervento o le prestazioni necessarie e previo parere del Centro Regionale di riferimento, concede l’autorizzazione al ricovero presso strutture di altissima specializzazione convenzionate in Italia e all’estero.

La richiesta di autorizzazione presentata dall’utente dovrà essere accompagnata da una relazione del medico specialista contenente precisi riferimenti a:

  • paziente;
  • diagnosi cronistoria clinica del paziente ;
  • tipo d’intervento o trattamento terapeutico che deve essere praticato ;
  • necessità, per le particolari condizioni cliniche, di accompagnatore,di trasporto in ambulanza,di mezzo aereo se il Centro prescelto si trova all’estero;
  • dichiarazione sull’impossibilità di effettuare l’intervento o le prestazioni necessarie,tempestivamente e in forma adeguata al caso clinico, da parte delle strutture pubbliche convenzionate con il Servizio sanitario nazionale contattate.

Per ottenere il rimborso delle spese sostenute anticipatamente dovrà essere presentata la seguente documentazione:

  • copia della cartella clinica;
  • fatture in originale quietanzate (in caso di ricovero all’estero le fatture devono essere visitate dal Consolato Italiano in loco);
  • documentazione spese di viaggio

L’ospedalizzazione domiciliare è una forma alternativa di ricovero. E’ attivata dallo specialista ospedaliero, anche su richiesta dell’utente,ogni qualvolta ciò sia possibile ed in relazione a programmi definiti d’intervento per alcune patologie particolari (es. gravidanze a rischio, anziani e malati terminali).  L’utente sarà seguito al suo domicilio da medici e personale infermieristico ospedaliero, integrato dal personale sanitario/distrettuale.

Nell’ipotesi di non accoglimento della domanda, l’interessato potrà proporre- alternativamente – entro 15 giorni dal momento in cui sia venuto a conoscenza dell’atto contro cui intende tutelarsi:

-opposizione al Direttore generale, sia per vizi di legittimità che di merito, il quale deciderà entro 15 giorni;

-ricorso gerarchico improprio alla Giunta regionale solo per vizi di legittimità, la quale deciderà entro 60 giorni.

E’ sempre possibile ricorrere alla magistratura

L’OSS e l’assistenza al paziente che usufruisce del servizio Day Hospital ospedaliero

Il day hospital fa parte del servizio ospedaliero e accoglie, in alternativa al ricovero, soggetti che necessitano di trattamenti terapeutici, oppure diagnostici, per un arco ti tempo limitato.

Offre i seguenti servizi:

  • attività alberghiera (preparazione dei pasti)
  • assistenza diretta;
  • attività sanitaria
  • riabilitazione
  • terapia occupazionale
  • assistenza sociale

Nell’erogazione di questo servizio l’operatore socio-sanitario ricopre un ruolo fondamentale  e collabora con l’infermiere nelle attività dirette all’assistenza di base al paziente: igiene, alimentazione, vestizione, deambulazione e in caso di pazienti non autosufficienti provvede autonomamente a garantire tali prestazioni. Si occupa di tutte le attività inerenti all’igene e al confort ambientale dell’assistito considerando le molteplici esigenze e la complessità delle prestazioni è necessario organizzare il lavoro in èquipe con il personale medico, infermieristico e sociale.

La frequenza con la quale un paziente si reca al day hospital può variare, ma in generale si aggira sulle tre volte alla settimana. L’orario fornito per questa tipologia di servizio assistenziale ospedaliero è dalle 9:00 alle 16:30-17:00.

Gli scopi del day hospital sono i seguenti:

  • effettuare visite mediche, analisi cliniche e di laboratorio e terapie varie per persone che hanno bisogno pur godendo di una discreta assistenza domiciliare;
  • permettere il proseguimento e il controllo di terapie cominciate durante il ricovero in ospedale, in vista dell’ottenimento di una più completa autonomia del paziente e di un suo reinserimento in un ambiente di vita sociale e relazionale quantomeno stabile;
  • sollevare i parenti, per alcune volte a settimana, dalla difficoltà di dover effettuare autonomamente l’assistenza e al tempo stesso garantire all’utente cure riabilitative appropriate e contatti sociali:
  • iniziare la terapia dei pazienti che sono in attesa di ricovero all’ospedale per cure mediche e riabilitative più intense;
  • aiutare quei pazienti che hanno difficoltà nei rapporti sociali o che, senza un supporto di questo tipo, correrebbero il rischio di peggiorare il loro stato di salute dopo la dimissione dall’ospedale.

In qualche caso, specie nei day hospital a orientamento psichiatrico, quando le liste di attesa per i ricoveri in ospedale sono troppo lunghe anche per i casi urgenti, i pazienti che ne hanno bisogno usufruiscono genere di servizio assistenziali in attesa del ricovero.

L’ambiente del day hospital

La struttura dell’edificio può essere molto semplice, costituita fondamentalmente da un ampio locale con qualche piccola stanza per l’amministrazione e le visite individuali. Meglio se c’è un ambiente separato per le attività riabilitative come la fisioterapia e la terapia occupazionale. In certi edifici, costruiti per questo scopo, ci sono sale per la riabilitazione simili a quelle degli ospedali. In qualche centro ospedaliero la palestra per la fisioterapia dei pazienti ricoverati è la stessa che viene adoperata per le attività del day hospital. Questa situazione offre la possibilità, alle persone che cominciano la riabilitazione come ricoverati, di incontrarsi e fare conoscenza con pazienti esterni che sono passati attraverso esperienze analoghe alle loro e hanno avuto gii stessi problemi.  In generale l’assistito arriva al day hospital poco dopo le nove, con il minibus o l’autoambulanza dopo averlo preso in carico dal proprio domicilio. Un operatore ( di solito l’OSS o l’OSS con formazione complementare) si occuperà dell’assistenza al paziente durante il trasporto dalla sua abitazione all’ospedale. I nuovi utenti vengono presentati al personale, poi come prima cosa sono visitati dal medico che prescrive la cura sulla base della ricetta o della relazione inviata dal medico di base. Gli altri pazienti sono visitati dal medico a intervalli regolari. In generale la responsabilità delle prescrizioni con ricetta è lasciata al medico di base, e solo eccezionalmente la assume il day hospital.

Se la circostanza lo ritiene necessario si sottopongono i  clienti dei day hospital a esami clinici e di laboratorio, radiografie, elettrocardiogramma. Al mattino si effettuano anche le dovute medicazioni e i particolari trattamenti di cui alcuni utenti hanno bisogno. Nel frattempo i pazienti liberi da effettuare questi percorsi terapeutici svolgono la fisioterapia individuale o di gruppo, la terapia occupazionale, la logoterapia, secondo modelli e programmai che variano da una struttura all’altra. Alle 16:00 si preparano per il ritorno a casa, nell’ordine inverso a quello degli arrivi del mattino.  Con il termine day hospital geriatrico si intende una forma d’ospedalizzazione diurna nella quale si effettuano terapie di durata limitata e interventi  chirurgici che non richiedono la degenza dei pazienti.

Il day hospital geriatrico è indicato per l’anziano, che così può usufruire di diagnosi e cure appropriate e nello stesso tempo, evitare un distacco eccessivo dal proprio nucleo familiare. Uno dei vantaggi essenziali del day hospital geriatrico è quello di poter intervenire sul miglioramento delle condizioni cognitive, somatiche e psicologiche che sono la vera causa di una ridotta autosufficienza. E’ una struttura con grande importanza socio-sanitaria in considerazione del fatto che, come più volte detto, il principale problema dell’anziano è la perdita  o la limitazione dell’autonomia funzionale.

Redazione OssNews24




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