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Torino, oss delle Rsa costretti a lavorare in condizioni impossibili: la protesta contro la Regione

Ieri mattina gli operatori socio-sanitari, su impulso della Cub, si sono radunati in piazza Castello. Tante le criticità contestate al governatore Cirio e alll’assessore Icardi.

Il tempo che molte case di riposo di Torino e provincia concedono agli oss per rifare un letto e aiutare un anziano nella sua igiene intima al mattino è di appena sette minuti. Tempo impossibile da rispettare, come denunciano gli operatori socio-sanitari che ieri mattina, su impulso della Cub, si sono radunati in piazza Castello, a Torino, per protestare.

“Nelle ultime settimane – spiega Alessandro Zanetti, della Cub – la Giunta regionale ha adottato una delibera che promuove l’ingresso degli anziani nelle casa di riposo, stabilendo che il primo mese lo paga la Regione. Abbiamo delle perplessità sul favorire il fatto che la gente vada in Rsa, considerando che di fatto sono tutte private”. E i costi a carico dei piemontesi si annunciano elevati: per 30 giorni la retta minima è di 1.500/1.700 euro, ma in media media si aggira intorno ai 2.500/3.000, e per strutture in Crocetta si arrivano a pagare anche 4mila euro. 

Pochi giorni fa, poi, il governatore Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi hanno annunciato “che stanno preparando un provvedimento per far sì che chi esce dal pronto soccorso non passi dai reparti di lungodegenza ospedalieri, ma vada in una Rsa”. Un modo per alleggerire i nosocomi, alle prese con la carenza di posti letto e di personale, ma che di fatto scarica il problema sulle Rsa: “Cirio e Icardi stanno scaricando l’emergenza sulle case di riposo – confermano gli oss -, dove il personale vive già un’esperienza estrema e non ci sono le condizioni per assistere pazienti in post-acuzie”.

Aggiunge un delegato sindacale Cub: “Noi ci ritroviamo a lavorare con doppi turni, dalle 6 alle 19:30. Ci sono operatori che fanno il pomeriggio, smontano alle 21 o alle 22 e vengono chiamati alle 6 del mattino successivo. Ci sono colleghi costretti a lavorare nove, dieci, ma anche tredici giorni consecutivi ,senza riposo E a rimetterci sono gli ospiti”. La legge regionale prevede due oss ogni 20 ospiti, anche in caso di anziani “difficili”, come i malati di Alzheimer. “Ci sono strutture – conclude Zanetti – dove si sale a 30 persone. Se parlassimo della situazione infermieristica, sarebbe peggio: molti arrivano dall’estero e non parlano italiano. Di notte è previsto un infermiere ogni 180 pazienti”.

Redazione OssNews24

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