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Super oss in Veneto, Migep e SHC OSS scrivono ai vertici della saniità italiana: “Risposta da trovare”

Di seguito la lettera inviata da Loredana Peretto e Angelo Minghetti al ministro della Salute, Roberto Speranza, al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al sottosegretario Andrea Costa, al sottosegretario Pierpaolo Sileri, alla deputata Elena Carnevali  (Pd), alla deputata Stefania Mammi (M5S), alla senatrice Paola Boldrini (Pd), alla senatrice Barbara Guidolin (M5S).

Egregi Onorevoli,
giungiamo a voi con questa, nel portare alla V.S. cortese attenzione una situazione venuta a crearsi in un susseguendo di proposte e delibere tra la Regione Veneto e gli Ordini regionali Opi che riguarda la partenza di corsi di “Formazione complementare in assistenza sanitaria” per 510 operatori socio-sanitari, sostituendo l’infermiere con l’oss FC.

Da anni le scriventi hanno sottolineato le contraddizioni e le criticità̀ di questa figura oss FC. Criticità̀ che consistono in prima battuta sulla sovrapposizione delle competenze che acquisisce l’oss Fc con quelle che sono proprie dell’Infermiere. La questione sta creando enormi tensioni tra gli oss e infermieri, chiediamo di intraprendere un’interrogazione parlamentare. L’assistenza al paziente non si improvvisa, la nuova figura oss fc va oltre le semplici funzioni richiamati dall’accordo stato regioni del 2003, con competenze strettamente infermieristiche. Siamo contro ogni iniziativa di chi vuole adottare provvedimenti a modificare percorsi formativi con ampliamento di competenze espressamente infermieristiche in cui mette a rischio l’utente e lo stesso operatore.

Egregi politici, con il vostro silenzio avete lasciato questa figura come tante altre in condizioni critiche che ora diventa difficile trovare soluzioni, poiché continuate a non ascoltarla. La Federazione OSS Migep, chiamata dalla Regione Veneto con richiesta di consenso alla loro proposta, si è opposta a tale procedimento, perché andava a ledere la tutela dei cittadini, ma anche uno sfruttamento degli operatori sia a basso costo, sia a livello penale.

La Regione e l’Opi del Veneto, anziché costruire un processo di apertura attraverso un osservatorio nazionale e regionale con tutti gli attori, hanno preferito porsi in una posizione difensiva portando un conflitto tra le due professioni, dove la Fnopi ha avallato il consenso pieno, pur avendo impugnato la precedente delibera, parlando di un “atto che pone a rischio la salute dei cittadini e configura un abuso di professione, non essendo gli oss personale sanitario”, lasciando all’Opi carta bianca per costruire una nuova delibera, ora, è all’attenzione della V Commissione Salute che dovrà deliberarla in 60 giorni, senza un cambiamento sostanziale. Un “capolavoro” che consentirà alle strutture private di non avere infermieri, di aver minori costi, di aprire la strada anche in altre regioni, grazie all’Opi e alla Fnopi.

Questo principio porterà le aziende pubbliche e private a far meno degli infermieri, assegnando compiti, funzioni a una sorta del vecchio infermiere generico che la politica, dopo averlo buttato fuori dalla porta con la Legge 42/99 e con l’appoggio dei sindacati e dell’Ipasvi (Fnopi), eccolo che rientra dalla finestra, in modo da poter sfruttare l’oss assegnandoli responsabilità. Il progetto avviato tra Regione Veneto, e gli Ordini infermieristici e Fnopi sono evidenti, è quello di affrontare la riorganizzazione del servizio socio sanitario in occasione del Pnrr, passando su una contrattazione sul costo lavoro, senza una revisione delle piante organiche, senza un reale fabbisogno. Gli infermieri in questo modo hanno ottenuto tutta la formazione dell’operatore socio sanitario, con la promessa di avere dirigenti infermieri nelle aziende.

Gli operatori socio-sanitari che stanno aspettando il riconoscimento del ruolo sociosanitario e l’inserimento nell’area sociosanitaria, pur sentendosi gratificati nel poter emergere come professione si rendono conto dello sfruttamento, del rischio penale per le grosse responsabilità poiché ricadranno esclusivamente sulle loro azioni, senza un riconoscimento giuridico ed economico adeguato.

La Regione Veneto, in nome dell’assessore Manuela Lanzarin, parla di necessità in ragione della carenza infermieristica, definendo l’oss FC come aiutante, rimanendo di supporto all’infermiere e cerca nuovamente di stabilire un percorso di Formazione complementare in assistenza sanitaria. Lo stesso esercizio dell’infermiere oggi diventa sempre più limitato e privo di contenuti di cui è elargito ad altre figure mettendoli nella completa illegalità.

Come Federazione Migep e sindacato di categoria oss abbiamo rimarcato che l’assenza di un infermiere nelle strutture, l’oss fc non è più un aiutante, ma una figura a sè, con tutte le sue responsabilità penali. Inoltre manca una programmazione formativa europea, ma soprattutto ci sarà una riduzione dei costi contrattuali e di figure a scapito degli oss senza un riconoscimento sulle funzioni infermieristiche, senza determinare il profilo dell’oss e di altre professioni che operano nell’assistenza, creando conflitti fra la stessa categoria.

Siamo molti preoccupati seppur la Regione Veneto abbia visto rigettare dal Tar e dal Consiglio di Stato la delibera 305, sotto la spinta delle Rsa e delle Rssa presenta ricorso, dall’altra parte gli Ordini Infermieristici che inizialmente insieme alla stessa Migep che rappresenta gli oss hanno a suo tempo proposto ricorso contro la relativa delibera della Regione Veneto, ottenendo piena soddisfazione dal Consiglio di Stato, che nell’agosto 2021 ha respinto l’appello cautelare della Regione, sospendendo così la delibera e, di fatto, bloccando sul nascere l’istituzione della nuova figura sanitaria, in prossimità di giudizio cambiano rotta producendo una nuova figura con 35 competenze espressamente infermieristiche, a confronto delle 15 competenze richiamati dall’accordo stato regioni del 2003.

La mancanza del “passaggio” di questa figura nel panorama giuridico, legislativo, contrattuale, rende l’oss-fc, una professione fantasma impossibile anche da assumere e sarebbe davvero deplorevole se la P.A. intenda assumere questi operatori a costo zero. Comprendiamo la grande necessità di dare una svolta positiva al futuro del nostro sistema salute dopo questa pandemia, che ha fatto comprendere a tutti che il capitale umano della sanità italiana è esso stesso il suo motore.

Qui viene a mancare la collaborazione, la responsabilità e il riconoscimento giuridico, viene anche a mancare la collaborazione tra oss – ossfc e infermieri i quali stanno costruendo una contrapposizione e non un campo di assistenza sicura e di qualità verso il paziente, e di collaborazione e di lavoro multidisciplinari. La figura dell’oss non deve sopperire la carenza infermieristica, ma deve avere un suo ruolo e un suo profilo,è importante per il cammino verso un riconoscimento negato e ostacolato per troppo tempo, ma che oggi assuma nuova luce e obiettivi importanti (area socio sanitaria e ruolo socio sanitario) che devono essere riconosciuti a tutta la professione indipendentemente da dove lavora.

Di certo c’è da chiedersi:

  • Chi ci guadagna nel formare un oss infermiere?  
  • La formazione che sarà elargita sarà adeguata? 
  • Di chi saranno le responsabilità delle terapie somministrate?
  • Un oss fc potrà firmare il foglio di terapia?
  • Ne avrà le competenze?
  • Come sarà fatta la riorganizzazione del lavoro in equipe all’interno dei servizi (revisione delle piante organiche)?
  • Come sarà retribuito l’oss fc?
  • La Regione dove troverà i soldi?

Ci rivolgiamo al ministro della Salute, al ministro del Lavoro, ai sottosegretari della salute, alla Conferenza Stato-Regioni. Sono anni che sollecitiamo di riprendere il dialogo sospeso nel 2012 partendo dal documento fermo “su ruolo, funzioni, formazione e programmazione del fabbisogno dell’operatore sociosanitario” a firma del Ministero della Salute, Conferenza Stato Regioni, Migep, Fnopi (Ipasvi), sindacati. Soprattutto sulla revisione formativa nazionale coerente e omogenea dell’operatore socio sanitario con quadramenti contrattuali adeguati alla loro vita. Bisogna rimodellare la figura dell’oss attraverso una formazione europea, una giusta retribuzione economica, competenze chiare che non invadano il campo infermieristico con rischi di denunce penali, aprire un osservatorio nazionale e regionale con tutti gli attori. (oss – infermieri- ministero della salute e conferenza stato regioni).

Questi sono i contesti a cui vogliamo fare riferimento per cambiare il futuro della nostra categoria e dare una risposta concreta e soddisfacente al sistema salute futuro, come sancito dalla Legge 3/18 che colloca l’oss nel nuovo sistema di inquadramento professionale del nostro sistema sanitario e socio sanitario, “l’area delle professioni sociosanitarie – ruolo socio sanitario”. Gli Ordini infermieristici non sono soggetti contrattuali, mentre sui tavoli del Senato vi è una proposta di legge a firma della senatrice Paola Boldrini, quale contributo al cambiamento dell’operatore socio-sanitario riguardante la formazione, ma mai messa in discussione.

Redazione OssNews24

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