Il ruolo dell’operatore socio sanitario in sala operatoria
Salve, sono un O.S.S. del blocco operatorio di un ospedale nel sud di Milano; svolgo un lavoro poco conosciuto, perche’ atipico rispetto gli standard in cui si inquadrano gli O.S.S. nel reparto. Nel blocco operatorio l’ O.S.S. e’ chiamato a svolgere mansioni differenti, e di natura molto diversa l’una dall’altra.
Questo ci porta ad essere operatori a 360 gradi, che devono “fare e vedere “ tutto, dei veri factotum della sala operatoria, qui un esempio: procedure di decontaminazione dei ferri, di smaltimento rifiuti, rifornimento materiali di sala, sanificazione ambientale, supporto tecnico allo strumentista, preparazione della sala operatoria e del letto meccanizzato su cui si svolgera’ l’ intervento, assistenza al paziente nelle fasi pre e post intervento.
Questa e’ solo una sintesi spicciola delle mansioni che “toccano” all’ O.S.S. di sala operatoria, solo la preparazione del letto operatorio richiederebbe una spiegazione molto piu’ dettagliata, in quanto ogni tipologia di intervento ha i propri apparecchi tecnici da collegare e determinati supporti del letto meccanizzato da agganciare per poter far assumere al paziente determinate posizioni piu’ congeniali per quel tipo di operazioni. Stiamo parlando di ben sette specialita’ differenti (chirurgia generale, ortopedia, urologia, ginecologia, otorino, oculistica, one day surgery ) , ognuna delle quali al suo interno ha una gamma di operazioni molto diverse nell’ uso di mezzi tecnici, strumentali ed operativi.
Tutto cio’ va preso in considerazione in quanto la figura dell’ O.S.S. del blocco operatorio, non solo fa parte integrante dell’ equipe di lavoro, ma sopratutto svolge il suo ruolo attivo nella sala operatoria stessa; cio’ comporta un lavoro a stretto contatto con lo strumentista, di supporto allo stesso, in tutte le fasi dell’ intervento, che richiede un grado di specializzazione necessario per seguire le indicazioni e le richieste del “ferrista”.
L’ operatore “ fuori tavolo”, non sterile, che raccorda cio’ che avviene sul “tavolo operatorio” con cio’ che sta “fuori” e’ proprio la figura dell’ O.S.S., da qui l’ immagine dell’ operatore socio sanitario di sala operatoria mostra la sua peculiarita’ unica, nonche’ la sua complessita’ e sfaccettatura. Lo svolgimento delle mansioni pre/post intervento e quelle durante l’ intervento stesso, pongono l’ operatore ad un impegno totale durante tutta la sessione operatoria, questo, unito ai ritmi, sempre in aumento al giorno d’ oggi, della successione degli interventi, porta ad un impegno totale anche a livello psicologico, non solo fisico.
Questo in parole povere significa non “staccare mai la spina” durante tutta la successione di interventi che compongono la sessione mattutina; aggiungiamo al conto l’ eventualita’ di un maggiore supporto allo strumentista, causa sviluppo dell’intervento fuori dai canoni preordinati, o a causa di criticita’ emergenti, che porta all’ apertura in sterilita’ di altri ferri,materiali rispetto a quelli precedentemente preparati ed organizzati dallo strumentista stesso, e il quadro di operativita’ ne esce completamente saturo. La mia esperienza mi porta quindi a riflettere sulla necessita’, per il futuro, di definire meglio la figura dell’ O.S.S. di sala operatoria, facendolo uscire da una certa ambiguita’ di ruolo; permettendogli di specializzarsi, accrescendo le sue competenze specifiche ma tralasciando parte di altre mansioni che risultano obsolete e praticamente non svolgibili dallo stesso operatore di sala. Spero in queste poche righe, di aver portato luce su un ruolo poco conosciuto all’ interno degli ospedali, anche da parte degli stessi operatori che ci lavorano, e in via di definizione continua.
L’ O.S.S. di sala operatoria e’ gia’ specifico ma dovra’ specializzarsi maggiormente se vorra’ crescere professionalmente contribuendo in maggior misura al supporto delle altre figure agenti nella sala operatoria.
Cordiali saluti
Elio
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