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Criticità della professione oss: proposte operative

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Angelo Minghetti (Federazione Nazionale Migep), Antonio Squarcella (SHC Nazionale) e i delegati regionali degli Stati Generali della Professione Oss hanno inviato al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al direttore generale delle Professioni sanitarie, Mariella Mainolfi.

Egregi,
l’operatore socio sanitario (oss) esiste? Non è mai stato posto un accento sull’importanza di questa professione dopo i due anni in prima linea nell’emergenza sanitaria. L’Italia non è solo in emergenza infermieristica e medica, ma anche di operatori socio sanitari, di puericultrici, di ostetriche, di fisioterapisti e di tante altre professioni.

Il Governo non può riconoscere il valore solo di alcune professioni ignorando l’esistenza di una piramide assistenziale. Poco si parla di riforme per rendere la professione dell’oss più attraente, anzi, le regioni pongono il super oss con competenze infermieristiche, senza nessun riconoscimento professionale, maggior responsabilità, sottopagandolo, un tema che non cambia rotta.

Il sistema assistenziale è sempre più in crisi, basterebbe riconoscere il valore di questa professione “OSS” con miglior margini di formazione e di guadagno. Si parla di infermieri di famiglia, di oss, che dovranno essere presenti h24 nelle case di comunità, di potenziare l’assistenza domiciliare, di istituire l’ospedale di comunità e poi ci rendiamo conto che non abbiamo il personale per farlo, non ci sono le strutture, e questo creerà grossi carichi di responsabilità a livello domiciliare, nelle famiglie.

I numeri di operatori sono insufficienti, abbiamo calcolato che per far fronte alle necessità di assistenza dei cittadini servono 70 mila operatori socio sanitari preparati, promoviamo le due figure “Assistente socio sanitario e Assistente per la salute”, due proposte di legge, (n 1181 – n 1163), l’obiettivo e di mantenere e migliorare l’equilibrio e lo stato di salute dei cittadini in collaborazione con l’infermiere.

Comprendiamo che il mondo assistenziale è frenetico e spesso è ingrato verso altre professioni ma, bisogna riflettere su una professione che spesso è sottovalutata, ma importante nelle corsie degli ospedali, nelle RSA, nei domiciliari, nelle scuole, nelle carceri, nelle case di comunità, parliamo dell’operatore socio sanitario che lotta da solo per delineare il proprio profilo nell’area socio sanitaria e nel ruolo socio sanitario. Una professione che spesso sono i primi a rispondere alle esigenze dei pazienti e degli anziani fragili attraverso turni irregolari e situazioni complesse da gestire.

Tuttavia la loro gratificazione proviene dal sorriso dei pazienti, dai ringraziamenti dei famigliari, sono ricompense che alimentano la loro motivazione di empatia e la loro forza di professionisti. Sanno che il mondo dell’assistenza è in continua evoluzione, e quindi vogliono investire nella loro crescita professionale e umana, questo desiderio di miglioramento li rende non solo competenti ma anche fonte di contestazione da parte di altre professioni.

Sulla buona fede di molti professionisti, bisogna parlare di questa professione che è un pilastro insostituibile nel settore della sanità e della salute, e sta mettendo in evidenza la sua posizione all’interno di un sistema assistenziale, incoraggiando la politica ad una visione più ampia, poiché nella realtà non è più così come viene fatta intravedere, perché i modelli organizzativi sono cambiati, si parla di multidisciplinare e multiprofessionale con collaborazione interprofessionale.

Deve essere definita e applicata l’area e il ruolo come previsto dalle stesse leggi di stato (L. 3/18 – DM 73/2021) in modo che si possa delineare un linguaggio diverso da quello usato oggi. Oggi bisogna superare la formula “supporto” tra oss e infermiere, ogni professione può contribuire al cambiamento investendo sulla propria figura, nella speranza lecita che qualcosa cambierà.

L’operatore socio sanitario sta cercando di rendere attrattiva la sua professione che deve passare attraverso segnali di crescita e di evoluzione culturale poiché è al servizio della società, e non è al servizio delle altre professioni. La crescente evoluzione sia nel settore pubblico, che in quello privato, chiede maggior attenzione ai comportamenti organizzativi essenziali per una professione. L’oss non può essere limitato solo a coprire una carenza infermieristica o, a un ruolo marginale e di manovalanza, deve entrare nel riconoscimento a pieno titolo nel mondo lavorativo in modo efficace e professionalmente allineato agli obiettivi e alle priorità di una organizzazione strutturale assistenziale.

Occorre intervenire, sulle organizzazioni delle strutture assistenziali “carenza del personale”, sulla professione dell’oss, definendo i piani di studio, riprogettare il sistema formativo e il profilo in un modello articolato, su conoscenze, competenze e capacità: “temi che devono essere a breve termine per rispondere alla criticità di una professione”. Bisogna ragionare a medio e lungo termine per ristrutturare e potenziare il sistema di una professione in difficoltà.

Il cambiamento nel sistema sanitario è una delle difficoltà più profonde a cui la professione oss deve sottoporsi, una professione che cresce e si sviluppa spesso in schemi in parte “confort zone” che gli assicura stabilità. Una stabilità che è compromessa a causa di ansie e forte stress, la paura del futuro blocca, oppure, soprattutto nei casi delle RSA, terzo settore, non permette di avere una visione lucida della situazione.

Il cambiamento per la professione oss avviene in maggioranza a livello politico o infermieristico, ma raramente avviene a livello professionale, raramente s’investe in un vero e proprio cambio di cultura volta ad abbracciare modelli innovativi e nuovi processi, andando a definire nuove competenze. L’efficacia di una trasformazione, soprattutto in termini di risultati dipende dalla trasformazione nell’approccio professionale.

I cambiamenti strutturali nel sistema sanitario e sociale obbligano l’oss ad avere rapporti più forti nell’assistenza ottimale agli assistiti. L’operatore socio sanitario non ha avuto una formazione per il lavoro di equipe, di collaborazione o di comunicazione efficace tra gli stessi oss, ma l’ha acquisito sul campo.

Si evidenzia l’importanza di un lavoro interdisciplinare, multidisciplinare, che può cambiare le aspettative della professione oss e il suo rapporto professionale, perché l’assistenza e la cura dipendono l’uno dall’altra basandosi anche sulla comunicazione efficace. Oggi, l’assistenza è molto centrata sulla figura del medico e dell’infermiere sconvolgendo le basi del lavoro di equipe a causa di conflitti tra professionisti dell’assistenza e coinvolge l’oss.

Non riqualificare l’operatore socio sanitario, secondo il modello complementare delle interazioni professionali, non può migliorare la comunicazione professionale; la soluzione la possiamo trovare nei due disegni di legge “Assistente socio sanitario” – “ Assistente per la Salute”, crea capacità professionale e autonomia dell’operatore socio sanitario prevedendo percorsi formativi con un chiaro sviluppo di carriera e di autonomia nell’assistenza.

A breve termine

  • Rimodellare le strutture assistenziali e organizzare il servizio sanitario con risposte chiare, trovando soluzioni modellizzabili e capaci di mettere al centro le persone, cultura, politiche e tecnologie.
  • Contratto unico tra sanità pubblica e privata
  • Una professione qualificata, riconosciuta e rivalutata
  • Applicazione della legge 3/18 (area socio sanitaria) – DM 73/2021 (ruolo socio sanitario)
  • Istituzione del registro unico nazionale obbligatorio
  • Rivedere i piani di lavoro
  • Formazione in istituto socio sanitario
  • Formazione continua
  • Selezione nei corsi di formazione
  • L’esercizio di libero professionista
  • Progetti a finalizzare e garantire il sistema assistenziale in termini di prestazioni aggiuntive in assistenza sia nelle aziende ospedaliere sia in strutture private
  • Favorire il riavvicinamento territoriale del dipendente considerando la residenza
  • Lavoro usurante, una grande mancanza politica

A medio termine

Dietro la figura professionale dell’OSS si cela un mondo, un mondo davvero complesso, anzi, spesso nel suo ruolo si concentra il “MONDO”, quello dove si affaccia il paziente. Essi operano in molti settori anche delicati e complessi e sono stati in prima linea nella pandemia senza riconoscimento formale.

La valorizzazione della professione oss prevede:

  • Investire sulla formazione, nell’aggiornamento e sulle competenze attraverso la certificazione delle competenze
  • Prevedere uno sviluppo professionale per le complessità e tipologie assistenziali sotto il profilo gestionale, perché manca la formazione professionalizzante
  • Contingenti formativi adeguandoli alle reali esigenze di tutti i servizi assistenziali sia pubblici sia privati (tutor – tutor aule)

A lungo termine

Molti attendono di essere chiamati dai concorsi e per questo è necessario trovare forme mirate a favorire lo scorrimento delle graduatorie per colmare i vuoti in organico relativo alla figura dell’operatore socio sanitario, ed è necessario agire con interventi finalizzati a sanare la carenza di personale. Bisogna trovare un allineamento con tutte le professioni, bisogna arrivare a un cambiamento, poiché, l’oss ha molta strada davanti per una riorganizzazione del proprio profilo essendo una professione impegnata nell’assistenza in molti settori. Va fatto uno sforzo in un valore politico per trasformare i valori astratti in comportamenti concreti.

L’operatore socio sanitario è una professione che vuole ripristinare un allineamento dei propri valori in azioni e professionalità in una democrazia assistenziale per il suo ruolo importante. Il valore della professione oss è messa a rischio dal modo in cui devono essere implementati le procedure di ampliamento delle competenze, progettate per rispondere anche a esigenze organizzative. Il non-allineamento dei valori del professionista OSS tende a generare continui problemi nel tempo.

Conclusione

Risposte che potranno arrivare solo cambiando la cultura aziendale, riportandola a un contesto fortemente più personale e umano, perché riscostruire il capitale sociale e culturale sono ormai un imperativo aziendale, la tecnologia è, infatti, sempre molto apprezzata, ma per generare valore servono professionisti. La figura dell’operatore socio sanitario del futuro rimane centrale, un professionista che deve essere preparato nel rispondere a qualsiasi esigenza assistenziale che gli viene posta dandogli nuovi strumenti (formazione, aggiornamento, evoluzione) che lo aiutino a crescere e a sviluppare professionalmente comprendendo il significato della sua professione per dare la migliore risposta alle domande di salute.

“nessuna professione è lontana!!! ”

Egregi, come Istituzione Nazionale degli OSS, chiediamo un incontro urgente per comprendere su come investire nella sostanziale formazione dell’operatore socio sanitario – come si vuole inserire l’oss nel SSN perché gli infermieri pongono il distacco dal loro profilo con percorsi di carriera, attraverso l’infermiere specializzato e competente – come si vuole far fronte alle nuove emergenze di carenza degli operatori socio sanitari.

Redazione OssNews24

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