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Preparazione ai concorsi per OSS: Terminologia secondo l’ICIDH = Classification of Impairment, Disabilities and Handicaps (classificazione di menomazione, disabilità e handicap)

Disabilità: Minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva che causa difficoltà di apprendimento, relazione, integrazione tale da determinare un svantaggio sociale o emarginazione. La disabilità può riguardare il confinamento (stare chiusi in casa), il movimento, le funzioni di vita quotidiana, la comunicazione.

Con il termine handicap si intende la condizione di svantaggio conseguente alla disabilità. Oggi si usa più diffusamente il termine diversamente abile.

I deficit che portano all’handicap possono essere di tre tipi:

  • Area sensoriale/ricettiva – cecità, sordità
  • Area motoria – paralisi (tetraplegia, paraplegia, emiplegia), distrofie muscolari
  • Area neuropsichica – ritardi mentali, deficit intellettivi, insufficienza mentali (sono diverse dalle malattie mentali), autismo infantile precoce, sindrome di Down

In molti popoli il portatore di handicap ha avuto un trattamento inumano, incivile, inadeguato. Ora invece si riconosce il diritto ad una vita normale anche per queste persone. La società ha il dovere di prestare aiuti per favorire l’autonomia e l’inserimento sociale dei diversamente abili. La nostra Costituzione (art 3 e art 38) prevede che si prendano in considerazione e si rimuovano gli ostacoli che impediscono la realizzazione della persona. Per rispondere a queste norme si è determinata una rete di servizi territoriali che rispondano ai bisogni del portatore di handicap.

Bisogni del portatore di handicap

  • Bisogno di identità: l’identità è la base della personalità. Anche il disabile ha un nome, caratteristiche fisiche, modi di essere, una propria storia personale
  • Bisogno di stima: il disabile deve riuscire a confrontarsi con i propri problemi (autostima) e deve essere accettato dagli altri (stima)
  • Appartenenza: sono i legami con gli altri e con il mondo esterno come la sessualità, l’amore, l’affettività, l’amicizia ecc.

Autonomia: specialmente nei casi di grave handicap l’operatore deve funzionare da ponte tra la persona e gli altri, per questo deve conoscere la persona, capire i suoi bisogni e interpretarli per poter dare risposte adeguate.

Assistenza ai diversamente abili

È impossibile poter aiutare i diversamente abili se non c’è un rapporto personale. Ci sono 4 fasi importanti:

  • Osservazione – contatto personale. Emotivo, attenzione ai particolari
  • Cartelle – raccogliere i dati secondo le diverse aree (motoria, sensoriale e psichica)
  • Progetto individualizzato – attraverso i dati e l’osservazione si individuano i bisogni e gli obiettivi da raggiungere costruendo un piano assistenziale individualizzato o piano educativo individualizzato
  • Programmazione – si organizzano in concreto gli interventi (igiene personale, abbigliamento, alimentazione, sonno, salute, riabilitazione, attività di relazione)

La disabilità rappresenta la conseguenza pratica della menomazione e, quindi, indica lo svantaggio personale che la persona disabile vive espresso in ciò che è in grado di fare o meno. … L’handicap indica lo svantaggio sociale vissuto da una persona a seguito di una disabilità o menomazione.

L’ICF funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione

Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

L’ICF è (alias) ICFDH – International Classification of Functioning, Disability and Health

L’ICF appartiene alla famiglia delle classificazioni internazionali sviluppate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in vista di una loro applicazione a vari aspetti della salute. Si tratta di uno strumento utilizzato per descrivere, misurare e classificare salute e disabilità. Tramite l’ICF è possibile ricavare informazioni strutturate sulla salute sia a livello delle funzioni (inclusa la sfera mentale) e delle strutture dell’organismo umano, sia a livello dell’attività di una persona e della sua partecipazione alle situazioni di vita.

L’ICF è stato introdotto perché le informazioni provenienti dalla diagnosi medica, seppur importanti e fondamentali, non sono più state giudicate sufficienti per descrivere il reale quadro funzionale di una persona.

Oltre a questo aspetto, con l’ICF si è data risposta all’esigenza di avere a disposizione un linguaggio internazionale comune, che permettesse di rendere più efficace la comunicazione non solo tra i servizi della medesima area di intervento (per esempio tra le ASL, oppure tra ospedali), ma anche tra servizi di diversa competenza (per esempio tra Ospedale e ASL, oppure tra ASL e scuola, o ancora tra ASL e assistente sociale del Comune). Non è un caso che l’ICF sia stato accettato come una delle Classificazioni delle Nazioni Unite; in quanto tale, costituisce lo strumento adeguato per la realizzazione di mandati internazionali a difesa dei diritti umani nonché di normative nazionali.

L’ICF è uno strumento di classificazione che può essere usato con tutte le persone di qualsiasi età, dal neonato all’anziano, per descrivere la presenza o l’assenza di menomazioni nelle funzioni e nelle strutture corporee, il funzionamento, la disabilità e il contesto in cui vivono le persone che manifestano una modificazione dello stato di salute, vale a dire una malattia (acuta o cronica), un disturbo, una lesione, un trauma oppure condizioni particolari di salute come la gravidanza, l’invecchiamento, lo stress, un’anomalia congenita o una predisposizione genetica… Tutte queste modificazioni dello stato di salute vengono raggruppate sotto il termine “condizione di salute”.

Nello specifico:

  • la prima parte è dedicata all’accertamento del funzionamento e delle disabilità suggerendo un elenco e una classificazione delle funzioni e delle strutture corporee, delle attività quotidiane che generalmente le persone sono chiamate a svolgere e dei livelli di partecipazione.
  • La seconda parte elenca i fattori contestuali che possono esercitare impatti significativi sulla vita delle persone. Vengono considerate sia le componenti fisiche e sociali degli ambienti di vita, sia i fattori personali (razza, età, stili di vita, abitudini, background sociale, lavorativo…).

Redazione OssNews24

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