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“Oss non si esaltino per gli elogi di Vasco Rossi”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma di Angelo Minghetti (Stati Generali Oss), che propone alcune riflessioni sul clamore mediatico generato dai recenti complimenti di Vasco Rossi agli operatori socio-sanitari.

Egregio Direttore,
mi sveglio e leggo sul social che Vasco Rossi è diventato “l’angelo salvatore” della professione oss, perché ha nominato gli oss nel suo concerto a Roma. I vari gruppi di oss pubblicizzano i link delle testate che riportano questo evento. Oltre 1.600 “mi piace”, commenti a fiume,. Resto sorpreso, non vedo tanta foga sui temi veri della professione, cerco di non svegliare nessuno! C’è qualcosa che non va! La cosa si protrae da giorni, manca solo che lo facciano santo.

Si continua solo a parlare senza soluzioni concrete, bisogna agire per dare il cambiamento alla professione oss, essere meravigliosi non basta, l’azione fa la differenza. L’idea di scrivere mi mette un certo disagio, poiché molti non capirebbero il senso, ma devo riportare alla realtà il tema, cercando di esprimere tutto ciò che potrebbe essere utile anche se solo parzialmente qual è la strada alternativa, senza giudicare e criticare il singolo operatore, ma da quello che fugge.

Le testate sono contente perché incrementano la loro visibilità. Un cantante che da giovane seguivo, ma non per questo bisogna paragonarlo a un salvatore della professione oss. Il maggior ostacolo che ha la professione oss risiede in una specie di letargo in cui è caduta, impedendo alla professione di attingere alle proprie forze per contrastare e costruire, bloccando tutto, e la paura e la sfiducia hanno preso il sopravvento.

Si evidenzia che questa professione è tormentata da riflessioni, da immagini, da sogni che in parte rifiuta, oppure non vuole o non vuole riconoscere. Si tratta di pensieri, di immagini che esprimono confusione, bisognerebbe comunicare le sensazioni reali in modo spontaneo e che si possa parlare di tutto, soprattutto di diritti disattesi, come evolvere, di formazione, lavoro usurante, di certificazione delle competenze.

Il risalto mediatico che si è creato non ha cambiato nulla, e non ha dato risposte alla professione, un riconoscimento che, seppur apprezzabile da parte del cantante, non abbia smosso le opinioni dei politici e del ministro. Anzi, sono gli Stati Generali della Professione Oss che sanciscono l’esistenza, di qualsiasi dir si voglia, della professione. La mia riflessione, anche se critica, vuole riportare al centro il vero tema degli oss, la strada alternativa da percorrere, cerca di trovare un valore a tutto ciò. Oggi cosa sta accadendo alla professione?

Essere meraviglioso, ridere, piangere, scherzare, disperarsi fa tutto parte del rituale della vita; tuttavia è il caso di rimarcare ancora una volta che l’oss deve manifestare tutte le sue forze, coesi con gli stati generali della professione oss, e non voltare le spalle. La categoria non accetta le cose serie che sono poste, le verità, i vari interventi e le varie proposte che sono poste, negando la lettura di riflessioni positive e incoraggianti nel costruire un futuro nuovo. Soprattutto costruiscono conflitti tra loro stessi.

Devono credere nella loro professione e in loro stessi, e che gli stati generali rappresentano lo status della professione oss: esisti, non sei considerato solamente manovalanza, pari diritti come le altre professioni. L’azione fa la differenza, agire fa la differenza, e tutto dovrebbe venire fuori, ma la realtà per questa professione è che deve liberarsi da energie negative e dalle etichette che gli sono state cucite addosso. Continuando su questa strada non si può che andare nella direzione della dispersione e dell’abbattimento della sua evoluzione.

Questa professione è debole e scoraggiata, non crede più a nessuno, in un altro momento ride e gioisce perché Vasco Rossi si è ricordato di loro e ha fatto la differenza, ma non è la soluzione. Vorremmo anche capire quale differenza, quale soluzione intendono gli oss? Noi ascoltiamo e leggiamo ciò che dicono, ci rendiamo conto che compare la compassione e il baratro dal quale ci dobbiamo guardare per non cadere nell’ombra assoluta.

Tutto rimbalza sulla professione, come se la stessa non fosse presente, ignorando le spiegazioni e le iniziative da intraprendere. Sono principi che potrebbero dare una svolta se la categoria imboccasse la strada alternativa, ma non possono essere escluse a vicenda, al contrario si compenetrano magnificamente. Questo letargo della categoria ci spaventa molto, perché non vuole abbandonare le forze distruttive che la trattengono, ci auguriamo che la consapevolezza che esiste in una alternativa che può dare forza e affrontare il difficile cammino possa fargli imboccare la giusta strada.

Ci rendiamo conto che questa professione non comprende che cosa sono gli Stati Generali, il registro nazionale, la Federazione Migep – Shc Oss come forza nuova e guida. Essi sono attirati da cose deboli e da promesse vanesie e più facili da accettare, quando la verità è dolorosa. Imboccare la via alternativa significa affidarsi con coerenza nelle mani di una forza come gli stati generali che oggi sono il futuro. Il che corrisponde anche a decidere per se stessi, ed è qui che cominciano i dubbi poiché si rifugiano in una musica a tutto volume.

Non crediamo che la categoria oggi sia in grado di prendere una decisione seria. E allora perderemo la nostra battaglia, ma questo non possiamo permetterlo. Gli oss hanno una chance. Gli Stati Generali, il registro nazionale: basta crederci.

Redazione OssNews24

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