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L’Opi del Veneto al fianco di Simone Bombonato.

 “Bombonato e’ l’esempio dell’identità infermieristica”; “Un collega in prima linea contro il Covid”

“Da eroi/angeli a destinatari di una campagna d’odio e di minacce. Le conseguenze della pandemia in atto sono sotto gli occhi di tutti, anche di chi vuole nascondersi dietro comode cortine di fantomatiche teorie complottistiche e negazioniste tout court”.

Con queste parole i rappresentanti degli OPI del Veneto commentano le situazioni che si createsi nei giorni scorsi, che hanno posto al centro dell’attenzione alcuni professionisti veneti; come il coordinatore infermieristico di Terapia intensiva dell’Ospedale di Trecenta e la collega Libera Fietta, infermiera presso la geriatria del San Bortolo di Vicenza, insultati sui social dopo avere spiegato le giuste ragioni per cui si sono sottoposti al vaccino contro il Covid.

“A Simone Bombonato e a Libera Fietta va tutta la solidarietà della comunità professionale – affermano i presidenti degli OPI veneti – e tutta la nostra vicinanza, sia sotto l’aspetto professionale che umano. Non è tollerabile che persone e professionisti distintisi per competenza, preparazione e sensibilità, si ritrovino insultati, invitati a cambiare lavoro  e fatti oggetto di indecenti attacchi personali, dopo avere spiegato i motivi a favore del vaccino. Dall’inizio della pandemia la professione infermieristica si è ritrovata in prima linea a fronteggiare un’emergenza che non dava punti di riferimento e che non aveva precedenti. Ma lo ha fatto con fermezza, con professionalità, con umanità, anche ultra vires, Senza fermarsi un attimo.

Simone, Libera e con loro tutti i colleghi che continuano a prodigarsi per i cittadini sono l’esempio di quella identità professionale che è alla base dell’essere infermieri. Come tanti altri colleghi, hanno vissuto in prima persona l’impatto sanitario del Covid e lo vivono attualmente, sempre in prima linea. Proprio per questi motivi, i loro occhi e le loro parole possono testimoniare la triste realtà che stiamo vivendo. Una realtà che ha causato innumerevoli vittime, che ha fatto mutare gli ospedali, che ha cambiato abitudini e stili di vita. Che ha cambiato completamente la società”.

“Mesi fa – concludono i presidenti degli OPI veneti– venivamo definiti eroi o angeli, senza averlo mai chiesto. Anzi, abbiamo sempre preso le distanze da quella definizione, chiedendo semplicemente di essere considerati per quello che siamo, ossia dei professionisti della salute. Oggi assistiamo a un fenomeno che non può essere minimizzato o sottaciuto come un parto di una mente non compos sui , quello delle offese, degli insulti, addirittura di vigliacche minacce come accaduto con la collega di Roma Claudia Alivernini. Anche lei in prima linea, come Simone Bombonato e Libera Fietta, anche lei testimone dell’importanza del vaccino.

A chi insulta, a chi offende, a chi si dichiara negazionista chiediamo semplicemente di astenersi da modalità aggressive. Essere infermieri significa anche promuovere la salute, rendere consapevoli i cittadini circa la tutela della salute. Vaccinarsi oggi è imprescindibile per la salute propria, dei propri cari, dei propri assistiti, per tutti, nessuno escluso. Vaccinarsi significa anche pensare agli altri. Questo è ciò che ha fatto Simone con il proprio gesto e le proprie parole. Questo significa essere un vero infermiere, un autentico professionista, una persona seria, consapevole e responsabile”.

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Redazione OSSnews24

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