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Il grido disperato degli OSS: “Riconosceteci come professionisti”

Le grida di Paola, OSS in prima linea: “Non vogliamo applausi, ma rispetto e dignità!”

Il ruolo dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) è fondamentale per garantire la salute e il benessere dei pazienti. Questi professionisti si occupano di attività di cura e assistenza, fornendo un importante supporto sia fisico che emotivo.

Tuttavia, nonostante l’importanza del loro lavoro, gli OSS sono spesso sottopagati e non riconosciuti come professionisti. Questo è un problema che colpisce non solo i lavoratori, ma anche i pazienti che ricevono cure inferiori a quelle che meriterebbero.

Durante la pandemia di Covid-19, gli OSS sono stati in prima linea senza le giuste protezioni e senza il giusto riconoscimento per il loro lavoro. Questo ha reso ancora più evidente l’urgente necessità di rivedere la loro posizione e di garantire loro la dignità e il rispetto che meritano.

Per questo motivo, la Federazione Migep ha inviato una lettera al Governo, ai Politici e al Ministro della Salute, chiedendo di rivedere il ruolo degli OSS e di garantire loro il giusto riconoscimento e supporto.

La lettera è stata scritta da Paola, un’operatrice socio sanitaria che ha espresso il suo sfogo e la sua riflessione su questa professione. Paola si è rivolta al legislatore per chiedere di essere ascoltata e di essere considerata un professionista.

La Federazione Migep ha sottolineato l’importanza di dare voce agli OSS e di garantire loro il giusto riconoscimento per il loro lavoro. È necessario che vengano considerati professionisti e che siano rappresentati nei tavoli di trattativa.

Inoltre, è fondamentale garantire che gli OSS ricevano una formazione adeguata e che siano supportati durante il loro lavoro. Questo è importante non solo per loro, ma anche per i pazienti che ricevono cure di qualità e rispettose.

La lettera di Paola

“Caro Legislatore,

sono un OSS, mi presento al di là della normativa che descrive in modo un po’ indefinito i miei “compiti”.

Io sono quella persona che si occupa della tua salute, mi occupo della tua igiene quando sei sporco e ti aiuto quando non ce la fai a lavarti, impossibilitato da malattia temporanea o permanente. Io sono quella persona che ti aiuta a mangiare e bere se non ci riesci, forse perché non puoi muoverti o per esempio perché non sai più cosa fare perché non ti ricordi come si afferra un cucchiaio, come si porta alla bocca. Sono lì di fianco a te che ti sprono a fare il possibile per mantenere la tua autonomia.

A volte ti percepisco in un altro mondo e in quel momento provo a raggiungerti, anche se non sempre so dove ti trovi… devo provare a convincerti che è ora di pranzo o di cena perché è indispensabile che tu ti nutra e ti idrati. Potrei trovarti agitato o confuso, vorresti andartene a casa, al lavoro, a prendere i figli a scuola, insomma a fare quello cui di solito eri abituato, ma sei ignaro di esserne incapace perché hai un’invalidità e una demenza che non ti permettono di rendertene conto.

Sono quella persona che in quel momento cercherà di trovare le parole e i modi per tenerti al sicuro e anche se involontariamente mi maltratterai, dovrò capire e tentare di calmarti.

Io sono la persona che ti sta accanto la notte quando suoni di continuo il campanello perché senti dolore e vorresti che io abbia il potere di fartelo passare e vuoi che chiami la tua mamma.

Io sono la persona che deve percepire segnali di allarme dal tuo corpo e nell’eventualità avvertire tempestivamente medici e infermieri. Sono la persona che invade la tua sfera intima e deve farlo in silenzioso riguardo verso la tua privacy. Sono la persona che fa questo e va anche oltre ma che vorrebbe farlo in ambiente SANO e RISPETTOSO. Non voglio applausi, anche se un grazie ogni tanto sarebbe apprezzato.

Mi piacerebbe non essere invisibile ed essere, per esempio, presente nei tavoli delle trattative rappresentata da persone che sanno chi io sia. E oggi gli Stati Generali OSS (migep) sono in grado di rappresentarci, sono in grado di dare voce a una professione che ha bisogno di essere un professionista. Anche se non mi avete riconosciuto come professionista nel periodo covid, anche se non ho avuto il privilegio di avere la medaglia, io c’ero, ero in prima linea disarmata e senza tutela.  A oggi non credo che a quei tavoli mi conosciate però sarebbe buona, anzi ottima, cosa che lo faceste.

Caro legislatore, parliamo pure di responsabilità, di compiti, è tutto corretto, giusto e degno di una buona organizzazione. La vera realtà è, però, nella DIGNITÀ e nella FRAGILITÀ in cui ognuno di noi può imbattersi.

Il vostro potere non vi darà l’opportunità di scegliere la vostra malattia o la vostra sofferenza,

potrà darvi degli strumenti in più, sì, ma quando capiterà a voi, a un vostro familiare, a un amico, pretenderete delle cure assistenziali degne, decorose e professionali come è giusto che sia.

Allora mi chiedo come sia possibile che tutto questo sia sottopagato, che sia un lavoro usurante non riconosciuto, che l’area socio sanitaria e il ruolo sociosanitario, un mio diritto, dettate da norme che voi stessi avete emanato non mi sia riconosciuto, come mai la mia formazione non è rivista, è non sia considerata attraverso un diploma.

La stragrande maggioranza degli OSS è stressata anche al limite, ma non demorde, piuttosto si ammala. Come è possibile portare al limite una categoria che si occupa delle fragilità? Come è possibile non tutelare chi deve accudire? Spero che tra i vostri obiettivi non ci sia solo “Chi tappa ‘sto buco…” ma ci sia soprattutto il raggiungimento della dignità nella malattia e nella sofferenza, per tutti! E nel considerare la mia professione come professionista.

Signori pensate bene…e non solo a chi vi tira la giacca, pensate al vostro futuro come persone fragili poiché la morte è, sì, una livella ma lo è anche la necessità di dipendere da qualcuno che non sei più tu.

Caro legislatore, se vuoi conoscermi, vienimi a trovare nei luoghi dove svolgo la mia professione, avrò piacere di mostrarti il mio mondo”.

In conclusione, è importante rivedere il ruolo degli OSS e garantire loro il giusto riconoscimento e supporto. È un passo necessario per garantire cure di qualità e rispettose per tutti i pazienti.

Loredana Peretto, Gli Stati Generali

Redazione OssNews24

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