È partita la campagna #salviamo la professione dell’operatore socio sanitario
Egregio Direttore,
È partita la campagna #salviamo la professione dell’operatore socio sanitario
Il 22 novembre ad Arezzo al Forum Risk Management è stato illustrato il programma per costruire una sanità a misura del cittadino, la categoria è stata chiamata a sviluppare, attuare e verificare un piano di cambiamento professionale attraverso progetti di modernizzazione e innovazione per consolidare il rilancio della professione oss, attraverso suggerimenti, idee e valutazioni con l’obiettivo #salviamo la professione dell’operatore socio sanitario.
Il 12 dicembre c.m parte la seconda tappa, un sit-in sotto il Ministero della Salute, la categoria chiederà al Ministro, di non essere lasciata sola.
Gli operatori socio sanitari vivono quotidianamente situazioni di disagio, operatori che lavorano in diversi contesti operativi, uniti saranno presenti sotto il Ministero della salute, metteranno sulla bilancia temi che riguardano tutta la professione indipendentemente da dove operano, rafforzando le richieste di ognuno: dall’applicazione della nota 122183 del 29 marzo 2022 per gli oss delle carceri e rsa per strutturare in via stabile il servizio prestato – dagli stipendi sottopagati nelle RSA, terzo settore, pubblico e privato – turni arbitrari – mobbing – problemi di sicurezza – di modificare le quotidianità di lavoro – formazione – nuova figura, carenza di personale.
Saranno presentati al Ministro e ai vertici della Politica i punti cardini attraverso una piattaforma di riconoscimento della professione dimenticata da norme: Una forza per cambiare:
- Dare seguito alla nota prot.123183 del 29 marzo 2022 del Ministero di Giustizia per strutturare in via stabile, ordinario, tutto il personale OSS che hanno prestato e prestano servizio nei penitenziari e rsa
- Una retribuzione che sia in linea con l’Europa, per evitare la continua disuguaglianza economica
- Rendere attrattiva la nuova figura, “l’assistente per la salute”
- Garantire un’istruzione di qualità omogenea ed equa in tutte le Regioni
- Riforma del profilo del 2001 con diploma di qualifica, e un registro nazionale obbligatorio
- Riconoscimento a pieno titolo dello status di lavoro usurante
- Formazione attraverso scuole professionali specializzate (istituti socio sanitari) come chiave per lo sviluppo della qualità e l’uniformità della formazione
- Ridurre la cattiva distribuzione del personale sanitario nel sistema assistenziale
- Affrontare la carenza del personale con assunzioni a tempo indeterminato (scorrimento delle graduatorie – stabilizzazione)
- Determinare gli standard ospedalieri e territoriale
- Programmare di conseguenza gli eventuali nuovi fabbisogni
- Promuovere l’aggiornamento permanente per tutti anche attraverso la certificazione delle competenze
- introdurre una maggiore automaticità nel riconoscimento delle qualifiche attualmente coperte dal Sistema Generale
- Quantificare i bisogni di personale nelle strutture private attraverso una sicurezza di lavoro
- Autonomia nella sua sfera di competenze
- istituire un Osservatorio Permanente Nazionale/Regionale della qualifica OSS
La scelta troppo spesso è la rassegnazione allo sfruttamento, divisione, tutto questo perché gli oss si sentono soli, con il bisogno di dare un valore alle loro attese in una sanità che si sta sgretolando a causa di una politica che sta svendendo il sistema sanitario pubblico e territoriale.
Facile dire ‘basta”, il sistema porta gli oss a battaglie isolate, che non producono cambiamento!
Con la campagna #Salviamo la professione dell’operatore socio sanitario, si cerca di cambiare le cose dall’alto, poiché non deve più esserci lo spazio per permettere che si verifichino gli abusi, disoccupazione, sfruttamento. Tutto questo non è normalità, si vuole con la giornata del 12 dicembre ricordare alla politica l’importanza fondamentale della formazione professionale, un diritto di avere un posto stabile, poiché questa professione è al centro della sanità, sia nelle strutture pubbliche, private, carceri, scuole, territorio. La sua attività lavorativa è orientata al soddisfacimento dei bisogni primari delle persone e a favorire il benessere e l’autonomia delle stesse. Il peso maggiore dell’assistenza va proprio a ricadere sull’operatore socio sanitario.
Gli oss insieme al Migep si impegnano a rivendicare una professione, e a nuove sfide che la nuova sanità di domani attraverso la riforma metterà in atto.
Invitiamo tutti gli oss a essere presenti e di essere in tanti il 12 dicembre a Roma ore 10,30 sotto il Ministero della Salute per #salviamo la professione dell’operatore socio sanitario…
La federazione Migep
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