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Arriva l’assistente infermiere: oss dimenticati! Grido di rivolta per il riconoscimento negato

Egregio Direttore
Sono un oss iscritto agli stati generali della professione oss, sono di Biella, lavoro in una clinica, sono anche una delegata sindacale, sono stata al convegno del forum di risk management ad Arezzo sul tema dei nuovi assetti assistenziali nella rete territoriale per gli oss, per dare il mio contributo affinché l’oss possa dare forza alla sua professione.

In questo periodo mi sono confrontata con molti colleghi, dove emerge un forte lamento sullo scarso riconoscimento del ruolo socio sanitario e dell’area socio sanitaria e della loro professionalità negata a livello contrattuale.

Sono passati 23 anni dalla nascita dell’oss, considerata figura tecnica nel contratto nazionale, oggi il ministero della salute e la conferenza stato regioni ci definisce operatori d’interesse sanitario, operatori con una formazione di basso livello, sempre figura tecnica con competenze infermieristiche.

Durante la pandemia ci siamo distinti, abbiamo lavorato a mani nude, abbiamo rischiato la vita, molti nostri colleghi hanno perso la vita, ma tutto ciò non è servito per far emergere la nostra professione, gli elogi sono andati agli infermieri e medici, ai volontari. La politica in questi due anni ha solo toccato in modo leggero la nostra figura dandogli poca luce, lasciandola nell’ombra in cui è stata inserita dandogli poca energia e poca considerazione.

Oggi si parla di case della salute e di ospedali di comunità, il D.M. 77/2022 richiama l’oss come figura
di supporto a 360 gradi nell’assistenza al cittadino, ma l’oss non è tutelato da norme, non è considerato professionista, ma un manovale a sopperire la carenza infermieristica. Noi siamo veri, siamo professionisti indifesi da una politica che guarda solo gli infermieri, che si stanno mettendo medaglie sul petto dimenticando il vero senso di assistenza.

Oggi si parla anche di sanità digitale, di nuove fragilità digitali, l’oss sarà coinvolta in questa nuova era assistenziale, ma come si presenta, se gli è negato di essere un professionista?

Gli infermieri stanno preparando questa figura a seguire tutte le competenze infermieristiche. Perché non
riconoscerci il ruolo che la legge 73/2021 ha determinato, ruolo socio sanitario. Basta essere messi in secondo piano, basta di essere i tappa buchi per coprire la carenza infermieristica, quindi, è auspicabile che venga al più presto riconosciuta la nostra professione dandogli la giusta importanza anche attraverso un registro unico nazionale, serve una vera formazione attraverso gli istituti socio sanitari se vogliamo equipararci all’Europa, serve corsi di aggiornamento, certificazione delle competenze.

Parliamo della nuova figura che le Regioni e i sindacati, stanno improntando “Assistente infermiere”, una bozza tutta sindacale, una bozza che sta puntando al ribasso per noi, una formazione con il monopolio del sindacato, non si è mai visto da nessuna parte che il sindacato abbia il monopolio sulla formazione. Qui sorgono tante domande, perché?

Semplice, siamo alle prossime votazioni delle Rsu, tessere. Viene posto un’ora al mese di corsi obbligatori, è una vergogna!

Rimaniamo figura d’interesse sanitario “tecnico” con grosse responsabilità del proprio operato, non si ha nessuna assicurazione di dolo e di colpa grave, la legge 24/2017 non richiama l’oss nella responsabilità professionale e l’assicurazione che il sindacato offre non ha nessuna validità. Chi farà questo corso sarà “l’ausiliario infermiere”. Se poi parliamo della seconda bozza nella revisione della formazione oss del 2001 non cambia nulla, anzi, sarà “l’ausiliario assistenziale”.

È facile istituire nuove figure, ma senza garanzie non si va da nessuna parte.

Concludo nel ringraziare pubblicamente i colleghi che si stanno impegnando attraverso il migep, gli stati generali e il sindacato degli oss shc, che stanno portando avanti questo progetto di cambiamento, dal forum di risk management è nata l’area socio sanitaria, il ruolo socio sanitario, l’assistente della salute, l’assistente socio sanitario e il registro nazionale obbligatorio per noi oss, ringrazio le poche forze politiche che ci stanno dando una mano, ma non basta, bisogna oggi bloccare lo scempio che le regioni stanno improntando con la complicità dei sindacati che stanno mettendo il veto affinché l’oss non partecipi ai tavoli tecnici sulla sua professione.

Dobbiamo crederci, dobbiamo avere i giusti stimoli, dobbiamo avere fiducia per far crescere il
registro nazionale è la nostra identità. Uniti si vince, non c’è più tempo.

Siciliano Lucia oss

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