“Emergenza oss: ne mancano 80mila. Diritti degli operatori calpestati e tutela dei cittadini fragili a rischio”
Di seguito una lettera aperta indirizzata da Migep, Stati Generali Oss e SHC OSS a tutta la politica.
Noi, rappresentanti delle istituzioni degli OSS – Migep, Stati Generali Oss, SHC OSS – lanciamo un grido d’allarme sull’emergenza ormai drammatica che riguarda gli Operatori socio-sanitari (OSS), impegnati quotidianamente nelle residenze aanitarie assistenziali (RSA), cooperative sociali, case famiglia e in tutto il sistema dell’assistenza sul territorio nazionale. Oggi mancano almeno 80mila OSS.
La situazione è critica. Le RSA sono al collasso. I carichi di lavoro per gli operatori sono diventati insostenibili. I contratti sono scaduti da anni, i salari spesso ridotti o addirittura non corrisposti. Gli OSS sono stremati, fisicamente e psicologicamente.
Una professione essenziale per la cura e la dignità delle persone più fragili è stata abbandonata dalle istituzioni: Governo, Ministero della Salute, Regioni. Nel silenzio generale, la politica italiana ha raggiunto un livello intollerabile di disumanità, ignorando i principi fondamentali della Costituzione e le convenzioni internazionali sui diritti umani, che impongono la protezione dei più deboli.
I continui tagli alla sanità pubblica e al sistema socio-assistenziale mettono seriamente in discussione il diritto alla salute per milioni di cittadini: anziani, disabili, persone non autosufficienti. Il Governo e le Regioni sono pienamente consapevoli della situazione, ma restano inerti. Le scelte economiche vengono fatte senza alcuna valutazione dell’impatto umano.
Gli OSS, nel frattempo, lottano ogni giorno contro la burocrazia, la carenza di personale e la mancanza di risorse, garantendo comunque assistenza e presenza. Ma non possono più essere lasciati soli.
Noi, Migep – Stati Generali Oss – SHC OSS, denunciamo con forza questo scandalo e chiediamo interventi urgenti e concreti:
- Rinnovo dei contratti scaduti e miglioramento delle condizioni lavorative degli operatori socio-sanitari;
- Adeguamento dei salari, in linea con la professionalità e la responsabilità del ruolo;
- Riduzione dei carichi di lavoro, per tutelare salute e sicurezza degli operatori e degli assistiti;
- Investimenti nella formazione e aggiornamento continuo;
- Assunzione di personale qualificato, per rispondere ai bisogni reali della popolazione fragile.
La crisi degli OSS non è un problema “di categoria”. È una questione nazionale, che riguarda la tenuta dell’intero sistema socio-sanitario. Se non si interviene subito, molte RSA e servizi assistenziali rischiano la chiusura o il ridimensionamento. Le liste d’attesa aumenteranno, la qualità dell’assistenza crollerà, e i costi si riverseranno sulle famiglie, aggravando le disuguaglianze sociali.
Intanto, in molte strutture, si verificano episodi gravissimi: buste paga decurtate, liquidità sottratta ai lavoratori, condizioni di lavoro degradanti. Un numero crescente di OSS si dimette, esasperato da un sistema che li sfrutta e non li protegge. È il momento di dire basta. Noi, in rappresentanza degli OSS, chiediamo:
Che la categoria degli Operatori Socio Sanitari sia finalmente riconosciuta come interlocutrice diretta del Governo, senza intermediari inadeguati. Che venga restituita dignità alla professione. Che sia garantita l’applicazione concreta dell’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute e all’assistenza. Il tempo delle promesse è finito. Ora servono azioni concrete. Chi ogni giorno si prende cura delle persone più fragili non può più essere lasciato indietro.
Redazione OssNews24
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