Firmato il Contratto della Sanità 2022-2024 – un accordo che mortifica i lavoratori
Ieri è stato firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale della Sanità 2022-2024, un accordo che invece di rappresentare un passo in avanti per i professionisti della sanità pubblica, segna un grave arretramento sul piano economico, professionale e dei diritti.
Un contratto al ribasso, che non tutela il potere d’acquisto dei lavoratori in un periodo di forte aumento del costo della vita, mentre peggiora i carichi di lavoro, aumenta i rischi di errore clinico e riduce la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si concedono alle aziende margini più ampi di flessibilità organizzativa, imponendo maggiore pronta disponibilità e limitando la libertà dei lavoratori. Restano irrisolti problemi come la mancata retribuzione nei giorni di ferie, il blocco dei differenziali economici e l’assenza di servizi mensa adeguati.
Particolarmente grave è l’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere, ancora priva di un chiaro inquadramento giuridico e formativo, che rischia di creare confusione nei ruoli e precarietà operative. Persistono poi le penalizzazioni per i turnisti, ai quali non viene riconosciuto l’esonero dai turni notturni dopo i 60 anni, ignorando completamente il logorio fisico e mentale di chi lavora in prima linea.
È paradossale leggere oggi, da parte degli stessi sindacati firmatari, che il contratto “mortifica e impoverisce i lavoratori” e che ora servono “battaglie per carriere e stipendi dignitosi”.
Le medesime organizzazioni che si dichiaravano contrarie all’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere hanno scelto di firmare un accordo che oggi criticano pubblicamente, evidenziando una contraddizione profonda e una mancanza di coerenza nella rappresentanza degli interessi dei professionisti della sanità.
Un comportamento incoerente e dannoso che mostra tutta la crisi del sindacalismo tradizionale, ormaipiù vicino alle logiche politiche che alle esigenze reali dei lavoratori.
Questo sistema è diventato disumano e autoreferenziale, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: un contratto inadeguato, una categoria stanca, un sindacato che ha perso credibilità.
Per questo oggi è indispensabile ricostruire dalle fondamenta un nuovo modello di rappresentanza, libero dalle vecchie dinamiche e capace di riportare dignità e valore alle professioni sanitarie.
Serve un sindacato vero, fatto da lavoratori per i lavoratori, che sappia difendere con coraggio i propri ruoli e rivendicare con forza diritti, salario e sicurezza.
È tempo di organizzarsi in un sindacato di categoria, come SHC OSS, che nasce dalla base, da chi ogni giorno vive la realtà dei reparti, delle RSA, dei servizi territoriali. Solo unendo le nostre voci e la nostra esperienza potremo cambiare rotta, ottenere rispetto e riconoscimento e costruire un futuro in cui la professionalità degli OSS e di tutte le figure siano finalmente valorizzate.
Basta delegare a chi ha tradito. È il momento di agire, di unirsi e di costruire il cambiamento.
Sindacato OSS SHC
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