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Segreteria Nazionale SHC OSS “Quando sei l’unico che vede diversamente”

Egregio direttore di OssNews24,

Continuiamo a leggere articoli di ogni organizzazione sindacale sul contratto del pubblico impiego, tutti dicono che bisogna dare una valorizzazione economica, poi si legge che tutto è indirizzato a figure di un certo spicco, (professionisti e dirigenti) mentre gli oss rimangono in coda.

Egregio direttore nella realtà questo contratto è un accordo indecente, Lei ci chiede cosa proponiamo, ma nella diversità le nostre idee non hanno incisività perché la categoria non riesce a vedere la diversità, continuando ad affollare i soliti sindacati.

Le nostre idee possono essere incisive qualora la categoria degli oss abbia unicità, tutti pensano di essere unici, per capire meglio cosa accade bisogna capire ed essere nella mente di ognuno, si nota una distanza notevole sui temi veri tradendo se stessi; si dimenticano i valori, si dimenticano le ambizioni, e le convinzioni. Vengono a mancare le proprie responsabilità, le proprie forze, e si resta prigionieri delle proprie paure. Una categoria fragile, che non ascolta, una categoria che non ha convinzioni; mi creda Direttore, non è facile entrare nella loro unicità, abbiamo provato cercando di eliminare il conflitto, un conflitto che allontana questa professione costantemente dai veri temi.

Notiamo solo che scorrono pensieri senza costruzione, creando conflitti, venendo a mancare il vero senso rivoluzionario, rimangono tanti dubbi su questo contratto. La categoria è prigioniera della propria immobilità.

Oggi come nel precedente contratto non c’è interesse a valorizzare l’operatore socio sanitario, come non c’è volontà nel dare il giusto riconoscimento alle vecchie figure (Puericultrici  inf generici), nessuno ne vuole parlare, figli di un Dio minore.

Come sempre i sindacati tradizionali creano forme di cuscinetto senza aprire nuove carriere verso l’oss, che tutti giorni lotta, per non essere schiacciata. Non riscontriamo nelle grandi riflessioni dei sindacati grandi risposte per gli oss.

Egregio Direttore abbiamo lottato e appoggiato in modo forte il ruolo socio sanitario di cui siamo fieri, ne siamo promotori insieme alla federazione Migep; possiamo dire che finalmente che è stato abbattuto un muro, ma, rimane il problema di quelli che lavorano nel privato, orfani di una legge che non li considera come i colleghi che lavorano nel pubblico.

Questo contratto dovrebbe muovere un primo passo per gli altri contratti privati richiamando il ruolo socio sanitario. Prevedere il futuro, non è compito nostro, di certo l’area socio sanitaria, il ruolo socio sanitario hanno stabilizzato la professione oss.

Il valore economico ci spaventa, poiché come sempre l’oss prenderà le solite briciole; di certo, se l’oss riesce a transitare nell’area degli assistenti, potrebbe vedere qualcosa in più in busta paga.

In tutti questi anni sono cambiati i meccanismi retributivi dal livello, alle fasce economiche legate all’anzianità di servizio, ora si parla di area e in base all’area di appartenenza (1-2-3- 4 5-) si avrà la retribuzione differenziata tra gli stessi colleghi. Cambia il metodo ma l’obiettivo è sempre uguale, pagare meno.

Il poco ascolto, la poca convinzione, ci porta a ragionare sul valorizzare la professione dell’operatore socio sanitario. prendere posizione sulle figure sanitarie non è auspicabile e non serve, in quanto hanno un sindacato proprio che li tutela, ragion per cui devono ringraziare anche gli oss che si sono iscritti al loro sindacato raggiungendo la percentuale per sedere alla contrattazione ARAN.

Si enuncia sempre della carenza infermieristica, ma mai ci si chiede, quanti oss mancano per l’assistenza di base?

Quanti fisioterapisti e logopedisti mancano? Quanta carenza di altri professionisti? 

Oggi abbiamo difficoltà nel confrontarci con le aziende, Regioni, che invece di far scorrere le graduatorie o in altri casi stabilizzare chi è già in servizio, lasciano a casa tanti operatori socio sanitari.

Non conosciamo questa resistenza da parte del Governo, bisognerebbe chiedere a loro che politica stanno adottando, abbiamo rilevato che hanno sperperato i fondi in altro modo, senza poi avere quei risultati sperati.

Basta vedere il bilancio del 2022 che ha stanziato risorse a nostro giudizio insufficienti per stabilizzare o assumere il personale. Se poi parliamo del PNRR ci rendiamo conto che questi non sono destinati al personale, e diventa difficile avere una sanità di qualità per i cittadini.

Con la questione della laurea magistrale l’oss rimarrà relegato solo al tutoraggio in quanto non esiste la possibilità di accesso al II livello universitario. Occorre “Competenza culturale “ per un Sistema Tutela Salute innovativo e generativo di equità. Ogni professione deve riprogrammare visione, mission ed etica. Qui occorre fare una riflessione.

Occorre modificare la formazione dell’oss con un diploma di qualifica, con formazione di due anni attraverso istituti socio sanitari, cosa che rimane un miraggio, considerato il disinteresse di molti politici, che non vogliono far emergere la professione dell’operatore socio sanitario. Troppi contrasti, troppi interessi personali economico

Abbiamo un sistema che ha sperperato denaro e risorse per una politica che non intende ascoltare o vedere gli errori, mettendo pezze su pezze su una riorganizzazione del lavoro non più efficiente dal punto di vista organizzativo e funzionale. La carenza di personale: ”infermieri, Oss, medici, fisioterapisti, logopedisti, anestesisti, ecc” era una carenza stratosferica ancor prima dell’emergenza.

Lei ci chiede come poter riscrivere il contratto?

Dovremo chiederlo all’oss, a tutte quelle categorie, come intendono riformulare un contratto senza privilegi e senza discriminazioni.

Come sindacato SHC OSS abbiamo più volte espresso la nostra posizione, contratto unico per tutti, un vero aumento contrattuale e non le solite briciole, equamente dal punto di vista economico per ogni ambito professionale, no agli straordinari.

Eroi!!!, quali eroi!!, su un pezzo di carta? 

Oltre a scrivere eroi ed acclamare, nel contratto i diritti vanno sanciti per tutte le professioni, professione apicale, e professioni non apicali.

Bisogna uscire da questo conflitto che la categoria ha determinato, perché ci si allontana dai veri temi, viene a mancare l’ascolto, si corre dietro a slogan di politici che hanno bisogno di voti, dietro a movimenti e associazioni che non corrispondono alla realtà, ma, poi nella realtà siamo come adesso, nulla, in un buio totale di mancanza di unicità e coesione.

Ci permetta Direttore di uscire un attimo dal tema del contratto, tutti richiamano unione, ma nessuno indica come, tutti si congratulano con i politici per il raggiungimento dei primi obiettivi, ma nessuno si chiede da chi è partito tutto ciò. Bene, noi vogliamo ricordare a tutti gli oss che tutto ciò è partito da una unicità di oss che si sono abbracciati alla federazione migep e al sindacato di categoria shc oss intraprendendo un percorso difficile, raggiungendo mete che nessuno aveva sperato.

E’ vero che i politici hanno fatto la loro parte, ma è anche vero che se non ci fosse stata questa unicità di oss attraverso la federazione oss migep e il sindacato shc oss la visibilità di questa professione era pura utopia. Vogliamo far capire, che l’unicità per raggiungere le mete lo si fa attraverso una istituzione credibile in grado di dare risposte.

Nulla nasce senza una spinta, nulla nasce senza una visibilità, nulla nasce senza confronti (forum risk management), nulla nasce senza unicità attraverso una istituzione. Devono ricordarselo i colleghi che oltre a ringraziare i politici, devono ringraziare i propri colleghi che attraverso il migep e shc oss hanno permesso di raggiungere delle mete (area socio sanitaria, ruolo socio sanitario), dando un segnale di unicità, e oggi questi colleghi si stanno muovendo sul riordino della formazione dell’operatore socio sanitario unitariamente alla federazione migep e shc oss.

Bisogna uscire da questo conflitto dove la categoria sta negando il più grande atto rivoluzionario, basta vedere con le rsu, dove nulla scorre, ma, rimane un dubbio, dove le convinzioni rimangono convinzioni, rimanendo nell’immobilità assoluta, senza dare un senso alla professione, negando se stessi, e per questo che ci rimane un dubbio;” quali pensieri, quale libertà, quale cambiamento, quale unicità” se noi stessi OSS non siamo presenti su questi tavoli di contrattazione aziendali, nazionali, regionali a modificare le situazioni insostenibili nel posto di lavoro. (turn over – il non rispetto dell’orario di lavoro – i carichi di lavoro, ecc)

Ricordiamo che la pandemia viene ancora combattuta sul campo e non dietro le scrivanie.

La Segreteria Nazionale SHC OSS, Angelo Minghetti

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