Formazione

L’OSS e l’approccio al paziente in fase di invecchiamento

Generalmente l’operatore socio-sanitario nell’arco della carriera lavorativa si ritrova ad approcciarsi con pazienti che stanno attraverso fasi diverse all’interno del loro percorso di vita e quindi risulta indispensabile esserne a conoscenza e per poter utilizzare il miglior approccio possibile per ogni tipologia di utente. Solitamente si distinguono tre principali fasi dell’invecchiamento:

Presenilità: età di mezzo compresa tra il 48 e i 60 anni

In questa fase generalmente compaiono le prime alterazioni morfologiche legate al processo di invecchiamento e i primi segni di indebolimento funzionale.

Senescenza graduale o anzianità: età compresa tra il 60 e i 72

Generalmente in questo arco di tempo si evidenziano manifestazioni morbose caratteristiche dell’età avanzata e, in genere, legate all’arteriosclerosi.

Senilità vera e propria, o vecchiaia: oltre i 72 anni

In quest’ultimo periodo si amplificano in maniera più accentuata le situazioni morbose maturate nelle fasi precedenti portando ad invalidità di grado progressivamente crescente.

La condizione dell’anziano vede cambiamenti evidenti sul piano fisico: basti pensare ai deficit visivi e uditivi, alle alterazioni dell’apparato scheletrico e muscolare; tutte situazioni che compromettono la rapidità, la precisione e la coordinazione del movimento: oltretutto, spesso, nell’anziano si presentano contemporaneamente più patologie che, di solito, interessano diversi organi e apparati.

Il quadro clinico può, di volta in volta, presentare una malattia acuta, cronica stabilizzata o cronica evolutiva. Possono essere interessate diverse aree funzionali e il comportamento del soggetto appare spesso molto variabile in riferimento al quadro clinico o patologico interessato. Le persone al di sopra dei settant’anni hanno una incidenza di malattie croniche quattro volte maggiore rispetto alle altre fasce d’età, e più della metà degli ultrasettantenni ha limitazioni croniche che riducono riducono la loro autonomia e indipendenza. Inoltre, può essere possibile l’identificazione di complicanze contemporanee e serie, che stabiliscono dei veri e propri circoli viziosi su cui è difficile intervenire dal punto di vista sia sanitario che assistenziale.

Gli anziani vanno incontro a periodi più lunghi di ospedalizzazione e, nello stesso tempo, sono fra coloro che sia avvalgono meno dei servizi preventivi. Infatti, quasi sempre l’intervento viene effettuato sono in caso di malattia, mai a livello preventivo, anche per le limitate finanze di cui spesso dispongono. Anche la dimensione della malattia acquista una diversa valenza: si è di fronte a un settore nel quale sono notevolmente presenti casi di malattia cronica e degenerativa: tutto ciò richiede un’intervento verso l’uomo inteso nella sua <<globalità>>.

L’intervento riverso verso la persona ammalata e sofferente deve essere complete e riguardare:

  • la sfera biologica, nella funzionalità devi vari organi e apparti;
  • la sfera psicologica, con i citati riferimenti di carattere emotivo – sentimentale;
  • la sfera dell’ambiente sociale, in riferimento alla funzionalità della rete dei servizi, della solidarietà di quartiere e di vicinato.

L’OSS e la gestione dell’assistenza all’anziano

Il concetto di globalità dell’intervento sull’anziano è stato recepito dal Servizio sanitario nazionale con l’utilizzo della valutazione delle capacità dell’individuo attraverso l’analisi dettagliata effettuata dalle Unità valutative geriatriche.

La valutazione eseguita sull’anziano viene svolta rispettando i seguenti punti:

  • Pianificato
  • Centrato sui bisogni
  • Finalizzato al raggiungimento di obiettivi
  • Orientato verso la soluzione di problemi
  • Tale da comportare valutazioni, scelte, decisioni.

In particolare, i cinque campi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità individua come necessari in considerazione della valutazione geriatrica sono:

  • L’analisi delle capacità funzionali residue
  • La verifica delle condizioni mentali:
  • L’esame dello stato clinico;
  • L’analisi della condizione sociale;
  • L’analisi delle risorse economiche.

Il lavoro delle Unità valutative geriatriche richiede l’adozione di un protocollo standardizzato composto di schede, scale, indici, e test per la valutazione. Sono schede gli strumenti per la registrazione dei dati clinici, sociali e sanitari. Si ricorrerà, invece, preferibilmente ad apposite scale o a indici a test specifici per determinare il grado di autosufficienza, le autonomie residue e le capacità mentali attuali.

Particolare attenzione deve essere posta nell’analisi dei problemi sanitari, che deve avere un taglio specifico per il paziente anziano, poiché le implicazioni sulla perdita della funzione d’organo o di apparato assumono un valore decisivo per le ricadute sul mantenimento dell’autosufficienza: l’intervento sulla funzione in questi casi è cruciale.

Altre strutture sul territorio in grado di fornire assistenza all’anziano, oltre all’Unità Valutativa Geriatrica, sono il day hospital, il servizio ospedaliero, l’assistenza domiciliare necessarie per salvaguardare e tutelare  una fascia della popolazione notevolmente in aumento considerando l’allungamento dell’aspettativa di vita. Sono strumenti con i quali si può tentare di curare l’anziano mantenendo, il più possibile, nel suo ambiente sociale e familiare.

I principi generalmente conosciuti e accettati per realizzare questo tipo di assistenza all’anziano, sono individuabili nel:

  • Favorire autosufficienza;
  • Rafforzare la capacità di autonomia;
  • Eliminare o ridurre al minimo le limitazioni dell’autosufficienza;
  • Fornire l’assistenza diretta quando l’anziano non può soddisfare i bisogni in modo autonomo;
  • Ridurre le ospedalizzazioni non legate a patologie:
  • Intervenire e possibilmente prevenire le complicanze durante il periodo di degenza dell’assistito

L’OSS e le cause dell’isolamento

L’ospedalizzazione

Si è già ribadito in precedenza chela vecchiaia è una fase della vita caratterizzata dalla presenza di numerose trasformazioni causate da un naturale processo biologico dovuto dall’invecchiamento. Generalmente, le sue caratteristiche sono riconducibili ad una fase di deterioramento sia fisico che psicologico.

Per questo è decisamente comprensibile che nel momento in cui il paziente viene ospedalizzato può presentare segni di ansia, depressione, paranoia e ipocondria. Questa fase di decadimento fisico può essere accompagnata da alterazioni gastrointestinali, a malattie endocrine, e anche diabete. Il problema rappresentato dalla conseguente ospedalizzazione è necessario associarlo al problema più generale dell’istituzionalizzazione, infatti vi sono numerose situazioni, che non posso essere assolutamente ignorate, che possono incidere negativamente sull’ingresso del paziente in ospedale, o in un’altra struttura.  Il semplice cambiamento dell’ambiente abituale nel quale si vive spesso come evento negativo che mettere la parola fine a quel rituale di abitudini che sono fondamentali nella vita dell’utente anziano e provocarla la cancellazione delle abitudini quotidiane.

L’ospedalizzazione può causare anche il cambiamento della propria rete di relazioni interpersonali che può avere ripercussioni sul piano della comunicazione e d’interazione le altre persone, che diventano più difficili, poiché ciascun individuo è abituato ad avere i propri punti di riferimento dal punto di vista relazionale. Durante l’ingresso in struttura gli interlocutori principali sono degli sconosciuti, con i quali risulta difficile intraprendere una relazione interpersonale.

L’ambiente ospedaliero può causare una grave limitazione della privacy del degente, il quale soprattutto chi risulta allettato oppure e limitato nei movimenti è inserito in uno spazio in un bene predefinito che riduce qualsiasi spostamento resi quasi impossibile a causa della natura della sua patologia.

Sicuramente la ridotta capacità di movimento influisce negativamente sul piano della funzionalità e efficienza del proprio organismo: l’anziano perde progressivamente tonicità e resistenza muscolare e compaiono limitazioni nel compito svolto dall’apparato osteoarticolare, respiratorio e cardiovascolare. Altre conseguenze nocive si hanno sul piano strettamente psicologico: la graduale diminuzione delle attività fisica e del movimento induce a rinchiudersi su se stessi e a vivere una quotidianità sempre più noiosa, che tende ad estraniarsi dal proprio mondo interiore.

L’eventuale stato di solitudine può indurre all’esasperazione delle suddette patologie. Le problematica precedentemente indicate uniti all’indebolimento dell’udito e al deficit della parola e del linguaggio possono ostacolare la comunicazione con il prossimo, accentuando in tal modo il senso di solitudine avvertito dall’utente anziano, fonte non ultima di molte situazioni di ospedalizzazione. Le limitazioni legate all’età e i probabili deficit sul piano della della memoria e della memoria e delle funzioni cognitive, possono portare a una difficile accettazione dello stato di ospedalizzazione, con gravi ripercussioni sul vissuto quotidiano del paziente, fino a provocare difficoltà nel ambito delle cosiddette  <<attività di base>> BADL, Basic Activities of Daily Living)come per esempio vestirsi, lavarsi, andare al bagno e mangiare autonomamente, per le quali, appunto, è indispensabile l’aiuto per svolgere le principali attività quotidiane dal parte di una figura qualificata come quella dell’OSS.

L’utente anziano e il senso di solitudine nei rapporti sociali

L’anziano deve superare molteplici ostacoli nel tentativo di instaurare rapporti con gli altri, dovuti a vari fattori intriseci e estrinseci. La capacità di comunicazione è una facoltà essenziale per costituire rapporti sociali e i deficit sensoriali dovuti alla vecchiaia limitano la possibilità di relazionarsi al meglio con le altre persone.

A causa della presbiacusia, l’utente anziano non riesce a seguire i discorsi, oppure riesce a comprendere solo alcune parole, fraintendendo il senso delle frasi; consapevole di questa limitazione, spesso evita  situazioni in cui deve intrattenersi con altre persone: altre volte sono queste ultime che, per lo stesso motivo, lo evitano. La conversazione telefonica risulta difficile e i contatti sociali vengono così ulteriormente pregiudicati, isolandolo sempre più ( circa un decimo delle persone anziane ha difficoltà ad udire attraverso l’ausilio dell’apparecchio acustico). Bisogna, quindi, ricorrere a misure correttive dell’udito.

Attraverso un esame audiometrico si può determinare se i problemi uditivi possono essere corretti con protesi acustiche che, però non vanno applicate prima di avere effettuato alcuni esami preliminari.

La difficoltà ad abituarsi alla protesi acustica e la distorsione del suono causata dall’amplificazione dei rumori ambientali impediscono, avvolte, l’uso della protesi. La persona che assiste, dovrebbe incoraggiarne l’uso, aiutando l’anziano durante la fase dell’adattamento, suggerendo che la protesi non va utilizzata nel corso dell’intera giornata, ma solo esclusivamente in alcune circostanze e mai quando i rumori ambientali sono troppo elevati, come negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, negli stadi. La protesi deve essere frequentemente controllata per evitare che si ostruiscano i dotti auricolari con il cerume e che le batterie si scarichino. L’applicazione di questo dispositivo può correggere alcuni dei problemi legati alla mancanza di udito e reinserire la persona anziana in un’attiva vita sociale.

Se l’apparecchio non risolve questi problemi, è necessario che l’interlocutore si di parlare più lentamente e cercando di scandire meglio le parole, a una bassa frequenza,  ma a un livello udibile, in posizione frontale ed evitando di urlare poiché, come abbiamo detto, l’anziano ha difficoltà a udire i suoni ad alta frequenza. Può essere utile anche porre le mani spora l’orecchio e parlarvi direttamente all’interno, oppure aiutarsi con la mimica. L’operatore dovrebbe ispezionare spesso gli orecchi del paziente per vedere se si verifica accumulo di cerume e eliminare lo sporco lavando il canale esterno con una soluzione salina, o semplicemente acqua tiepida. L’irrigazione è un rimedio efficace per evitare l’uso di bastoncini di cotone (cotton fioc) che sono altamente sconsigliati in quando con il loro utilizzo spingono il cerume all’interno del condotto uditivo e ne aumentano la consistenza.   

È inoltre che chi assiste faccia un’opera di educazione sanitaria, spiegando che i rumori ambientali costituiscono una minaccia per la salute e favoriscono lo sviluppo di presbiacusia. Altrettanto importante per la vita sociale è la capacità visiva. La maggior parte degli utenti in età avanzata risulta indispensabile l’utilizzo di lenti correttive e circa la metà delle persone che ogni anno sono riconosciute cieche hanno un’età che va dai 65 anni in su.

La scarsa capacità visiva può porre gravi problemi di comunicazione con gli altri, poiché le espressioni del viso e i gesti e il contatto visivo nell’ambito della interazione sociale sono fondamenti quanto le parole, possono essere fraintesi o addirittura non visti. Può diventare difficile anche la lettura delle labbra, che, spesso,  anche se incompleta, riesce a compensare in parte i deficit uditivi.

La corrispondenza scritta può essere limitata, perché la lettura e la scrittura estremamente improbabili, è inoltre, difficile rimanere aggiornati attraverso i giornali. Un controllo annuale della vista deve essere sollecitato, non solo per verificare se ci fossero cambiamenti nel visus (detto anche acuità visiva) e per in considerazione l’utilizzo o meno delle lenti correttive più forti, ma anche per scoprire precocemente alcuni disturbi molto comuni e frequenti, come la cataratta e il glaucoma. Quando vi sono le limitazioni visive, si dovrebbe parlare di fronte alla persona e rendere le espressioni facciali più accentuate ed evidenti in modo da garantire un livello di comunicazione più chiaro e comprensibile. Per compensare la diminuzione della visione periferica, molto comune nelle persone anziane, si dovrebbe sempre andare loro incontro frontalmente e mantenere tale posizione durante una conversazione.

La riduzione di energia fisica si riflette anche nei rapporti sociali. La frequenza delle minzioni e l’incontinenza rendono l’individuo contrariato a contrare nuovi rapporti sociali; a ciò contribuiscono gli eccessivi dolori alle articolazioni e altri disturbi che si presentano nel contempo. I cambiamenti nell’aspetto possono modificare negativamente l’immagine di sé e interferire con le motivazioni e la qualità dei rapporti sociali. Sebbene molti di questi problemi non possono essere eliminati, l’intervento dell’operatore che assistete l’utente può contribuire a ridurre le limitazioni provocate dalla sua patologia.

Educare i giovani sui normali processi di invecchiamento, fa si che si sensibilizzino e diventino più tolleranti e comprensivi riguardo ai problemi di socializzazione che l’anziano deve affrontare. Convincere l’assistito che i suoi problemi sono condivisi da molti altri coetanei e che alcune di queste misure limitanti sono una conseguenza naturale dell’invecchiamento, favorisce l’aumento del senso di auto accettazione della condizione vissuta e migliora la nascita di nuovi rapporti sociali.

La  persona che assiste deve continuamente rivedere, e forse anche correggere, il programma di attività che in seguito fatte svolgere alla persona anziana per poter meglio conservare le sue energie e sfruttare al massimo le opportunità di socializzazione. Le schede mediche dovrebbero essere pianificate in modo che durante i periodi di attività sociale gli analgesici apportino sollievo, i tranquillanti non sedino, i diuretici non  raggiungano il loro picco e lassativi non agiscono. (I programmi terapeutici dovrebbero essere adattati in modo adeguato alle attività che l’anziano dovrebbe svolgere durante la giornata in modo che specialmente durante le attività di socializzazione non alterino la lucidità dell’individuo in modo da essere in grado di intraprendere in maniera cosciente un nuovo rapporto di relazione sociale).

Dovrebbero inoltre essere pianificati l’apporto adeguato di liquidi giornaliero e le visite in bagno, per ridurre la paura di ulteriori bisogni, e le attività ludico-ricreative dovrebbero essere organizzate in modo la persona possa usufruire di alcuni periodi di intervallo per recarsi in bagno. Molto spesso la risoluzione di queste problematiche, che risultano di poca importanza, può facilitare la socializzazione.

Nonostante risultano essere presenti la capacità di instaurare rapporti sociali e di risolvere situazioni problematiche, l’anziano purtroppo deve spesso affrontare altre tipologie di fattori sociali alcune volte sfuggono al suo controllo. Ad esempio, la cerchia di amici e di parenti può improvvisamente restringersi a causa delle morti e una pensione bassa può rendere prioritari i problemi di alimentazione a quelli correlati alla socializzazione.

La solitudine è un fattore determinante che incide notevolmente nella vita di una persona che sta affrontando il processo di invecchiamento per la maggior per la maggior parte degli esseri umani, che porta a un distacco dalla vita relazionale e alla conseguente chiusura vero il mondo esterno. Riflettere e analizzare glie eventi vissuti della propria esistenza non è un’operazione dannosa, anzi è del tutto naturale

che un individuo raggiunto un determinato grado di maturità, tiri le somme e ripensi a quanto avvenuto sino a quel momento. Spesso gli operatori addetti all’assistenza, oberati da una mole di lavoro fuori dal comune, non prestano attenzione al fatto che la persona anziana, che appare in quel momento assente o senza alcuna particolare occupazione, sia assorta nei suoi pensieri.

Questi momenti sono importanti e non bisognerebbe turbare la quiete dell’assistito che si ritaglia del tempo per entrare a contatto con il suo vissuto interiore. Alcuni spazi, come l’angolo di un soggiorno o una camera, dovrebbero essere messi a disposizione dei pazienti proprio per rispettare la loro privacy. È necessario ricordare che la solitudine e isolamento non sono sinonimi. Alcune persone preferiscono sedere da sole nel parco per ore, oppure rifiutano  un invito per trascorrere in modo più tranquillo una serata in casa. Scegliere la solitudine è decisamente diverso da sentirsi socialmente isolati. L’operatore socio-sanitario deve essere in grado di distinguere e individuare queste situazioni nettamente differenti fra di loro,in modo da poter intervenire solo quando è strettamente necessario.

L’utente anziano e la capacità di sentirsi normali

Sentirsi normale è importante a ogni età. Gli anziani, però, incontrano particolari difficoltà nel raggiungere questa condizione per dure ragioni.

  • In primo luogo il nostro concetto di normalità è basato sul modello giovanile.
  • In secondo luogo, la conoscenza di ciò si manifesta in concomitanza con il processo di cambiamento causato dall’invecchiamento.

Di conseguenza, tempo, energia, e molto denaro vengono investiti per cercare di comprendere un concetto di normalità che per l’anziano appare talvolta inappropriato o azzardato. I cambiamenti fisiologici dipendenti dell’invecchiamento, possono indurre l’anziano a sentirsi anormale. La persona che assiste deve tenere presente gli effetti di tali alterazioni e, soprattutto, non deve sottovalutare le loro ripercussioni psicologiche. Alcuni fattori ostacolano l’adattamento ai rapidi cambiamenti sociali e progressi tecnologici.

È difficile per la persona anziana affrontare compiti complicati o di coordinazione, specialmente se si tratta di problemi di natura tecnica. Come membro improduttivo della società, l’individuo anziano tende a sentirsi anormale. Obiettivi a lungo termine includono programmi di educazione all’invecchiamento per la popolazione in generale. Il giovane dovrebbe essere aiutato a comprendere meglio i problemi inerenti alla sfera della terza età e ad apprezzare e rispettare i membri anziani della società perché l’esperienza della vita vissuta può essere utilizzata come insegnamento da trasferire alle nuove generazioni.

Far comprendere ai giovani che l’invecchiamento è un evento normale e fargliene prendere pienamente coscienza sarebbe importante per incoraggiare lo sviluppo di un atteggiamento più idoneo verso le persone stanno attraversando questo processo biologico e naturale della vita di ogni essere umano. Vanno promosse tutte quelle iniziative che favoriscono le attività ludico-ricreative e di svago, così come un’intelligente pianificazione della vita, una legislazione più attenta e opportuna per garantire la salute; la sicurezza e tutelare il benessere delle persone anziane.

Redazione OssNews24

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