Associazioni

Aceti (FNOPI): “Abolito il superticket il Ssn torna prima scelta dei cittadini”

Accesso alle cure ed equità le sfide da vincere

“Da domani con l’abolizione del Superticket il Servizio Sanitario Pubblico ritorna ad essere ‘la prima scelta’ per i cittadini. Per troppi anni molte prestazioni, soprattutto quelle a più basso costo, erano più convenienti da effettuare in privato.

Un’assurdità della quale tutti i cittadini si rendono conto, minando il loro rapporto di fiducia con il SSN e svuotando le casse di quest’ultimo.

Da domani finalmente si cambia musica. Ma tutto questo deve essere solo l’inizio di un ‘grande progetto per l’equità dell’assistenza’; la quale passa necessariamente anche per la riduzione delle disuguaglianze che ci sono tra le regioni in materia di ticket; e in una loro diversa e più giusta rimodulazione della pressione sui cittadini, salvaguardando sempre le condizioni di fragilità”.

Così Tonino Aceti, portavoce della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, da sempre attento osservatore dell’equità e delle disuguaglianze presenti nell’assistenza sanitaria; commenta l’abolizione del superticket da dieci euro che da domani sparirà dall’elenco troppo lungo dei balzelli sanitari per i cittadini.

“Una pressione – commenta ancora Aceti – che deve essere ulteriormente alleggerita soprattutto alla luce delle difficoltà economiche che le famiglie stanno già vivendo in seguito agli effetti dell’emergenza coronavirus.

Revisione dei ticket, contrasto alle liste di attesa, innovazione dei modelli organizzativi e delle politiche professionali sono i quattro pilastri sui quali lavorare per potenziare l’accesso dei cittadini al nostro Servizio Sanitario Pubblico”.

Aceti giudica l’abolizione del superticket un provvedimento importante, che ora però deve essere affiancato da ulteriori misure volte a sostenere i redditi familiari; che stanno già facendo i conti con gli effetti negativi dell’emergenza coronavirus sull’economia del Paese.

“Senza considerare” – aggiunge – ”Che l’attuale normativa sulle esenzioni dal ticket per motivi economici prevede che per ottenere oggi l’esenzion; il calcolo debba essere svolto sul reddito familiare dell’anno precedente, cioè quello pre-pandemia”.

Stando ai dati della spesa dei cittadini per ticket sanitari, contenuti all’interno del Rapporto 2020 sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti; nel 2019 il nostro Paese ha pagato oltre 2,9 miliardi di euro di ticket: oltre 1,5 mld di ticket sulla farmaceutica e più di 1,3mld su prestazioni sanitarie (specialistica, PS e altre prestazioni sanitarie).

Circa 44 milioni in meno rispetto al 2018, anche grazie ad alcuni interventi regionali di riduzione e rimodulazione dei ticket attuati con fondi propri e/o utilizzando il “fondino” nazionale istituito in una precedente Legge di Bilancio.

Continuano ad essere particolarmente rilevanti le differenze di spesa pro capite da Regione a Regione: nel 2019 si passa dai 90,2 euro della Valle D’Aosta, ai 61,9 del Veneto, 59,4 della PA Trento, 58 P.A. Bolzano, 57,9 dell’Umbria, 43,8 della Calabria, 41,5 della Sicilia, 33 della Sardegna.

Complessivamente si assiste ad una crescita della spesa dell’1,2% nelle Regioni in Piano di Rientro e contestualmente ad una riduzione nelle altre Regioni del 3,1%. Praticamente la spesa aumenta proprio in quelle aree del Paese con minori performance sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), minore ricchezza e maggior problemi dal punto di vista dell’occupazione.

“A essere a rischio quindi è ancora il principio dell’equità”, commenta ancora Aceti.

Che spiega: “Il combinato disposto di ticket e liste di attesa rappresenta, anche secondo l’Istat, una delle principali criticità nell’accesso alle cure; accessibilità che rappresenta una delle maggiori sfide del Servizio Sanitario Pubblico soprattutto in questo momento, sia per l’assistenza ai pazienti Covid che per quelli NON Covid; quest’ultimi alle prese anche con la sospensione di parecchie prestazioni durante la fase di lockdown”.

E lancia un appello: “Il ministro della Salute Roberto Speranza tutto questo lo sa bene e ora che tanto ha già fatto cancellando l’iniquità del superticket che rendeva paradossalmente il servizio pubblico meno attrattivo e d efficiente del privato; sicuramente farà un altro passo: così come la base delle norme anti-COVID devono essere uguali in tutte le Regioni, anche i ticket non possono restare una giungla di disuguaglianze per i cittadini”.

Redazione InfoNurse

#OSSnwes24 - OSS - operatore socio sanitario

Clicca MI PIACE sulla nostra pagina:
https://www.facebook.com/OSSnews24


"Seguici sul canale OSSnews24":



Redazione OSSnews24

Operatore Socio Sanitario

Post recenti

Sorrentino (Stati Generali oss): “La firma del nuovo CCNL che significa per noi OSS?”

Care colleghe e cari colleghi, con la firma del CCNL Sanità 2022–2024, si apre una…

3 giorni fa

OSS: Non siamo manovalanza. È tempo di dignità e riforme strutturali

L’analisi del presidente Volpe (Uripa), pubblicata in merito alla grave carenza di operatori socio-sanitari nelle…

1 settimana fa

Firmato il Contratto della Sanità 2022-2024 – un accordo che mortifica i lavoratori

Ieri è stato firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale della Sanità 2022-2024, un accordo che invece…

1 settimana fa

Il Registro Unico Nazionale degli OSS: uno strumento per uscire dall’invisibilità

Care colleghe e cari colleghi, ci rivolgiamo a tutti gli Operatori Socio Sanitari affinché facciano…

1 settimana fa

Perugia, oss di una residenza per anziani indagato per violenza sessuale: la denuncia di un’infermiera

A Perugia un operatore socio-sanitario (oss) 45enne, originario di Crotone, dipendente di una residenza per…

2 settimane fa

Puglia, bandito concorso unico regionale per 1.000 posti da oss: Policlinico Riuniti di Foggia è capofila

In Puglia è stato indetto un concorso pubblico unico regionale, per titoli ed esami, finalizzato…

2 settimane fa