Sindacati

Migep e Stati Generali della Puericultrice: “No alla nuova figura dell’assistente materna”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata da Angelo Minghetti (Federazione Migep) ed Elvira Avolio al ministro della Salute, al ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità e al direttore generale delle Professioni sanitarie.

In qualità di Coordinatore Nazionale della Federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie Migep ho appreso dai mezzi di stampa che dal 2024 sarà istituita una nuova figura denominata “assistente materna”.

Riconosciamo il bisogno di rafforzare il sistema delle neo famiglie e della presa in carico, dei servizi territoriali, sia sanitari sia sociali, delle mamme dopo il post partum. Riteniamo che tale azione fortemente voluta dal Governo volta a rendere maggiormente sinergica la rete di supporto alle neo mamme e al neonato nei primi 6 mesi di vita, monitorandolo attraverso delle risorse economiche sulla formazione della nuova figura e in prevenzione al contrasto del vuoto assistenziale, porterà a una sovrapposizione delle competenze con le altre professioni creando disagio e confusione.

La scrivente esprime una totale disapprovazione a questo progetto, che seppur slegato dal sistema sanitario e integrato nel sistema sociale famigliare, ritiene che il supporto alle mamme deve essere garantito con personale preparato e altamente qualificato e che può promuovere la salute di tutta la famiglia.

Un corso che mette seri dubbi sulla formazione di questa nuova figura e nell’organizzazione verso le madri, oltre ai contenuti del progetto stesso. La nuova figura fa pensare o potrebbe essere intravista come la badante delle neomamme mettendo a rischio le stesse mamme i neonato e il papà. Si creerà un business da parte di molte associazioni che istituiranno il telefono “S.o.S neomamma”. Sarà una corsa delle agenzie interinali, senza contare gli enti formativi; un sistema la cui gestione non troverà soluzioni per la complessità e burocratizzazione che va nella direzione opposta della semplificazione che tutti si auguravano, senza controllo di chi dovrà sopraintendere al lavoro e ai diritti e alle responsabilità di questa nuova figura. 

Se il Governo pensa di risolvere il vuoto legislativo per ridurre le violenze domestiche e la fragilità del post parto attraverso una realizzazione di figure con percorsi brevi, con le stesse funzionalità della puericultrice, mi permetto di sottoporre all’attenzione che si creerà una sovrapposizione delle competenze e dei ruoli con altre figure abilitate, preparate e formate a questo servizio relativo alla questione del sostegno alla natalità. 

E assurdo ed ingiustificabile che a tutt’oggi le puericultrici competenti non siano esplicitamente riconosciute anche sotto un’altra veste a garantire una presenza capillare; figura che, anzi, andrebbe potenziata e reintrodotta negli organici delle Aziende Sanitarie e utilizzata sia nei nidi ospedalieri ma anche a domicilio della puerpera per aiutarla nelle prime settimane o mesi nella cura del bambino, come avviene in molti Paesi europei. Coadiuvare ed assistere la madre nell’allevamento del bambino non è un atto sanitario ma un atto di promozione della salute che può essere svolto dalla puericultrice, riducendo il numero di casi di disagio vissuto dopo il parto e che può nella solitudine avere conseguenze gravi. Bisogna portare la puericultrice fuori dall’arte sanitaria ausiliaria e inserirla nell’area socio sanitaria.

Nonostante la puericultrice sia una figura in estinzione in sanità, tuttora essa è formata da alcuni enti formativi. Quindi potremo dire che non si tratta di una professione in esaurimento, ciò avviene solo all’interno della sanità, e che per grave carenza di risorse formative e politica, la puericultrice, una professione competente e specializzata nell’assistenza alla prima infanzia sia messa ad esaurimento dal CNNL e gli è negato di operare negli ospedali, negli asili nido e in altri ambiti del territorio.

Il contratto nazionale del personale comparto sanità del SS, ha sbagliato nella decisione che questo profilo sia posto ad esaurimento, non considerando innanzitutto che i neonati al nido ospedaliero sono normalmente sani e la puericultrice è formata per assistere un bambino sano e la sua mamma nel delicato passaggio da ospedale a casa, ma è ulteriormente sbagliato perché se stiamo assistendo ad una carenza dimostrata di oltre 100.000 infermieri e di 20 mila ostetriche, di conseguenza qualsiasi utilizzo improprio della professione infermieristica è un errore. In particolare, all’interno dei nidi ospedalieri è uno spreco di risorse e una sottovalutazione della specifica politica di sviluppo della natalità .

Pensiamo che estinguere, dismettere la figura della puericultrice che può veramente operare in un regime di demedicalizzazione dell’evento natalità (poiché parliamo di bimbi che nascono sani ovviamente) e che si dedica esclusivamente a monitorare le condizioni in cui s’instaura la relazione madre figlio, sia un brutto segnale in controtendenza con quanto avviene in Europa.

La sensibilità professionale anche storica della puericultrice ha sempre promosso e garantito fin dalle prime fasi del contatto tra madre e figlio il buon esito attraverso un’attenzione competente alle condizioni generali della donna che ha appena sopportato un importante stress dovuto al parto.

Va ricordato, infine, che nelle aree di disagio importanti laddove nascono ancora un numero maggiore di bambini, l’unico soggetto riconosciuto deputato alla cura dei neonati è il Pediatra di libera scelta, cui peraltro non è un obbligo per la famiglia iscrivere il proprio figlio, pertanto ci troviamo di fronte a un numero incredibile di bambini e di mamme ma anche papà completamente soli ad affrontare tutte le difficoltà connesse con una maternità.

Alla luce di quanto esposto, si ritiene che in sinergia con il Ministro della Salute e il Ministro della famiglia, si possa aprire un tavolo tecnico con la presenza dei professionisti coinvolti, compresa la nostra federazione, in modo che potrebbe essere rivista questa posizione e adottare utili iniziative da sanare le succitate criticità, perché l’evento nascita di un bambino nel nostro Paese appare attualmente sempre più medicalizzato, avvenendo per lo più in ambiente ospedaliero.

La politica deve velocemente attrezzarsi per affrontare questa nuova sfida, riempiendo il più possibile i vuoti lasciati dalla scomparsa della funzione della famiglia allargata. Non solo con un numero maggiore di asili nido e scuole dell’infanzia ma anche mettendo in campo una politica attiva di valorizzazione della puericultrice anche sotto un’altra veste e di protezione nei confronti delle neomamme anziché punitiva e spesso estremamente penalizzante sul piano lavorativo e personale.

Mantenere e non eliminare figure come la puericultrice che assicurino sostegno e vicinanza nei mesi prima e dopo l’evento natalità, non può che concorrere ad introdurre un’idea di famiglia condivisa dalla comunità tutta, legittimando e mettendo a sistema un rinnovato interesse per la sana crescita della nostra popolazione. Mantenere e rafforzare la formazione della puericultrice con aggiornamento continuo, con una formazione diversa, anziché proporre una figura meno qualificata nel delicato sostegno della genitorialità.

Chiediamo pertanto di sospendere l’attivazione della nuova figura di assistente materna e destinare piuttosto i fondi adibiti a tale progetto ai neo genitori per garantire loro una giusta assistenza gratuita. Le puericultrici sono pronte e disponibili da subito a un confronto.

Redazione OssNews24

Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes

Scarica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org/index.php

#OSSnwes24 - OSS - operatore socio sanitario

Clicca MI PIACE sulla nostra pagina:
https://www.facebook.com/OSSnews24


"Seguici sul canale OSSnews24":



Redazione OSSnews24

Operatore Socio Sanitario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *