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Coronavirus: le morti silenziose nelle case di riposo e nelle residenze di cura

Riceviamo e pubblichiamo la nota firmata da Angelo Minghetti, segretario nazionale del sindacato SHC, e inviata al governatore della Liguria e all’assessore regionale alla Sanità.

La scrivete O.S. vuole porre l’attenzione su una Operatrice Socio Sanitaria (oss) che è stata  licenziata in tronco dopo aver chiesto mascherine al suo dirigente. Lavorava in cooperativa e prestava sevizio a livello domiciliare ed era la prima firmataria di un documento con cui si chiedevano DPI.

E’ stata licenziata in tronco, dopo cinque giorni, dalla consegna di una richiesta scritta di Dispositivi di Protezione Individuale e di mascherine adatte a difendersi dal contagio di COVID-19. E’ accaduto in Liguria, una regione che sta affrontando l’Emergenza Coronavirus a macchia di leopardo, ignorando ciò che accade in queste strutture per anziani, dove prestano assistenza operatori sociosanitari e infermieri.

Noi la chiamiamo Antonella. La sua è la storia di tanti OSS che provano a ribellarsi contro chi amministra e amministra male le RSA, Cooperative per anziani, dove oggi ci sono contagi di covid 19 tra gli operatori, chiedendoci aiuto poiché abbandonati dalla politica. Le morti silenziose, nelle case di riposo e nelle residenze di cura, dove il coronavirus corre per negligenza da parte dei responsabili di strutture e dei politici che hanno dimenticato questo tema delicato. Antonella è stata promotrice e prima firmataria di una richiesta condivisa da tutti i colleghi della struttura, ma è stata spedita dritta davanti alla commissione disciplinare e poi mandata via “per giusta causa”.

Il suo sindacato l’ha abbandonata, Non siamo noi a dover denunciare questa cooperativa, ma deve essere la Politica a controllare cosa accade nelle Case di Riposo, nelle RSA, gli ospedali, e in tutte quelle strutture di periferia dove vivono anziani con demenze o Alzheimer. Gli Operatori Socio Sanitari sono terrorizzati, sono precari, non sono presi in considerazione per quello che fanno e in più sono i professionisti socio-sanitari che sono a strettissimo contatto con i Pazienti (igiene personale, aiuto a deambulare, somministrazione e assistenza durante i pasti, ecc.) e che s’infettano prima di tutti gli altri in queste realtà.

Chiediamo all’Assessore Regionale, alle forze politiche, al Governatore della Liguria di muoversi di conseguenza a tutela di tutti gli oss e di conseguenza di tutti gli ospiti. E’ una storia triste, che la dice lunga su ciò che accade nelle  strutture per anziani e in alcune ASL, di cui si stanno occupando in questa emergenza Covid 19 da poco  un po’ tutti i media. Case  di riposo, spesso case dell’orrore che non sono state presidiate quando lo si doveva fare e che oggi restituiscono infetti e morte.

Non possiamo andare avanti così, OSS e tutti gli altri operatori devono lavorare in sicurezza, tamponi per tutti, se pur asintomatici. Denunciamo con forza il comportamento delle Aziende e delle strutture in un momento di estrema emergenza, invece di riconoscere incentivi dovuti a tutti gli operatori che operano in prima linea contro il Coronavirus. Tale stato di cose va impedito, non è più tollerato e va contrastato nelle sedi opportune con tutti i mezzi, e come O.S  vogliamo denunciare a voce alta, il silenzio di chi rappresenta questa amministrazione.

Le assunzioni insufficienti, stanno portando al cedimento definitivo delle unità operative che, giustamente, le strutture pretendono, dai pochi lavoratori, una sicurezza dei servizi assistenziali efficienti per la cittadinanza anche con interscambi tra struttura e struttura di personale. Non affermiamo nulla di nuovo, il personale è molto diminuito, gli effetti sono drammatici, le piante organiche devono essere riviste, un collasso senza precedenti. L’effetto perverso e scellerato del taglio alla spesa pubblica e il mancato turnover del personale, sta mettendo in ginocchio l’intera macchina della sicurezza assistenziale, incidendo pesantemente sulla vita privata e lavorativa e sulla salute degli stessi operatori  che, ogni giorno, manifestano una insofferenza e difficoltà crescente a svolgere pienamente e in serenità il proprio compito, nonostante il costante impegno.

Per questo motivo si ritiene opportuno provvedere all’estensione del riconoscimento dell’indennità contrattuale di Malattie Infettiva prevista dal CCNL a tutto il personale indipendentemente dalla qualifica di appartenenza impegnato nel  Covid-19”. Ma soprattutto bisogna cambiare la mentalità dei responsabili delle varie strutture, perché si possono fare delle belle leggi, e delle belle linee guida, ma se non sono rispettate non hanno nessuna utilità.

Si sollecita urgentemente un protocollo unico regionale per le terapie precoci a domicilio e la telemedicina, le linee di indirizzo DL 14 marzo 2020, del 25 marzo impongono protocolli  di prevenzione, monitoraggio e presa in carico a livello territoriale dei casi covid, per contenere la diffusione del contagio, bisogna costituire le Unità speciali di contenimento assistenziali (Usca), reclutando un numero di oss e di infermieri anche per le cure domiciliari con dispositivi di protezione individuale.

Chiediamo alle S.V di agire con urgenza  poiché la cura precoce  e la sorveglianza possono salvare molte vite,  di creare locali che possano ospitare gli operatori infetti per evitare ulteriore contagio ai famigliari, (alberghi), di individuare locali che possano ospitare gli operatori di altre regioni che verranno assunti, e di trovare locali che possano ospitare gli utenti  infetti.

Infine la necessità di approvvigionamento urgente, adeguato e continuo di tutti i Dpi di primo e secondo livello per tutti gli operatori sanitari e socio sanitari per RSA, RAA, comunità, servizi domiciliari, struttre private e sanitarie, fondamentali per il lavoro in sicurezza di chi ogni giorno opera per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Redazione InfoNurse

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