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Assistente infermiere (AI) e OSS: il MIGEP lancia l’allarme su formazione e tutela al convegno CNAI-UIL

Riceviamo e pubblichiamo: La Federazione MIGEP-SHC contesta l’introduzione dell’AI e accusa FNOPI e OPI di monopolizzare la formazione, chiedendo il riconoscimento e la tutela degli OSS

Il 7 novembre abbiamo partecipato, in qualità di relatori, al convegno indetto da CNAI e UIL, incentrato sulla riflessione sull’introduzione della figura dell’assistente infermiere (AI). Come Federazione MIGEP OSS, abbiamo posto una riflessione politica e tecnica sia sulla figura dell’AI sia su quella dell’OSS, evidenziando le ricadute che tale introduzione potrebbe avere sull’intero sistema assistenziale. La nostra linea è stata chiara e coerente, fondata su principi che oggi la politica e gli stessi sindacati hanno disatteso e continuano a disattendere.

La categoria degli OSS si trova oggi di fronte a una sfida cruciale per il riconoscimento e la tutela della propria professione. La FNOPI e gli OPI stanno monopolizzando la formazione e l’assistenza sotto il loro ordine, generando un pericolo non solo per la figura dell’OSS e per quella emergente dell’AI, ma anche per l’intero sistema assistenziale.

È significativo notare come gli OSS, nonostante la loro rilevanza nel sistema sanitario, siano spesso assenti dai dibattiti e dai convegni che riguardano la loro posizione professionale, lasciando che altre professioni (gli infermieri) intervengano al loro posto, creando ripercussioni significative in quanto queste difendono con forza i propri confini professionali senza proporre riforme coraggiose capaci di offrire risposte concrete per l’OSS. Abbiamo osservato che chi rappresentava la nostra professione a nome del coordinamento UIL non è stato in grado di esprimere con forza le criticità della professione, rimanendo su un piano debole e rendendo difficile la tutela dell’OSS: troppi legami con schemi sindacali ormai superati e radicati in principi obsoleti.

Le Regioni, spinte dalla FNOPI e dagli OPI, stanno già attuando il programma di formazione dell’AI, sospendendo contestualmente la formazione degli OSS per applicare il DPCM del 28 febbraio. Questo comporterà che molti OSS vedranno disconosciute le competenze acquisite in base al vecchio accordo, mentre altri riceveranno nuove competenze. La nuova figura, in alcune Regioni, sarà formata all’interno del sistema sanitario (aziende ospedaliere), in altre tramite enti formativi. Tuttavia, rimane un operatore di interesse sanitario privo di tutela giuridica e legale: un conflitto non da poco all’interno della stessa professione. Si tratta di un ampliamento del servizio, non del ruolo. È molto preoccupante ciò che sta avvenendo nel nostro sistema assistenziale, e ancor più ciò che avverrà all’interno dell’équipe assistenziale.

Molti interventi sono stati propositivi, ma il “no” è legato al nome: questa figura rischia di collocarsi in una terra di nessuno. La questione va oltre il dissenso: oggi dobbiamo trasformare il “no” in un’occasione di riflessione e di elaborazione di soluzioni concrete. Oltre a rendere la professione infermieristica più attrattiva, è necessario valorizzare anche gli OSS, riconoscendone il ruolo nel sistema sanitario. Cambiare il nome non cambia la sostanza.

Ed è proprio su questo equilibrio tra bisogno e rischio che dobbiamo ragionare con realismo.

Dal convegno è emersa la proposta di stilare un documento unitario per richiedere un’interrogazione parlamentare e un eventuale incontro con la Conferenza Stato-Regioni, al fine di sospendere la formazione dell’AI e rivedere l’intero assetto formativo. È un passo importante, ma è evidente che ci vorrà tempo, e nel frattempo le Regioni continueranno ad agire con l’avallo del contratto nazionale firmato e della FNOPI e degli OPI. Ci preoccupa profondamente che un ordine che ha ottenuto solo il 5% di consenso nelle ultime votazioni decida a nome di 480 mila infermieri e di 300 mila OSS, senza consultarli. Questo ci allarma per il carattere dittatoriale assunto dalla FNOPI.

La vera sfida per gli OSS è quella di trovare una voce unitaria e farsi sentire in modo forte e chiaro, per ottenere il riconoscimento e la tutela che meritano.

Oggi il MIGEP ha fatto la differenza: ha portato la vera voce degli OSS, evidenziando le loro richieste e le priorità. Non basta dire solo “no”, bisogna trovare soluzioni che riconoscano il valore di questa professione, poiché il processo istituzionale è già in atto.

La partecipazione al convegno e la presentazione delle istanze sono stati un passo importante, ma rappresentano solo l’inizio di un percorso lungo e difficile. È necessario che gli OSS si organizzino e si mobilitino per difendere la loro professione e i loro diritti.

Su queste riflessioni, il MIGEP ha invitato il Segretario Generale della UIL a partecipare all’evento del 25 novembre ad Arezzo, e ha accettato il confronto. Ora, colleghi OSS, tocca a voi esserci, discutere e non restare nell’ombra. Bisogna costruire, non continuare a subire le scelte altrui.

Infine esprimiamo un sentito ringraziamento alle colleghe OSS che con la loro presenza in appoggio al MIGEP-SHC hanno sostenuto la professione.

Migep-SHC e Stati Generali OSS

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Francesco Greco

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