È quanto chiede SHC il sindacato di categoria Oss, che attraverso le parole del Segretario Nazionale Antonio Squarcella evidenzia una situazione senza precedenti.
“Ancora una volta ci ritroviamo a dover affrontare una tematica obsoleta di carattere nazionale che riguarda gli operatori socio sanitari. Nonostante tutti gli appelli lanciati nel corso di questi anni, l’oss viene prepotentemente sottratto da ciò che gli spetterebbe più di diritto, ovvero al riconoscimento di lavoro usurante da parte del governo.”
“È inammissibile come una categoria di fondamentale importanza come quella degli OSS, tra l’altro in primis incentrata a garantire assistenza diretta al paziente, debba essere offuscata e tergiversata al di fuori dei propri diritti. Una figura già travagliata da diverse criticità sia dal punto di vista economico che da quello strutturale/formativo.”
In definitiva secondo il Tribunale anche gli OSS vanno inclusi nell’alveo dei “lavori gravosi” con diritto, pertanto, a ricorrere delle altre condizioni di legge ed accedere per di più all’ape sociale e/o al beneficio con 41 anni di contributi (in presenza di lavoro precoce.”
“In un momento in cui il SSN sta affrontando un periodo di forte disagio, non deve esserci “disparità professionale” è ora che il Governo si renda definitivamente conto che la categoria degli Operatori Socio Sanitari appartiene esclusivamente a quelle figure di “lavoro usurante”, e che richiedono quindi il massimo ausilio dalle istituzioni al fine di garantire a questa professione di far prevalere il diritto fondamentale.”
“Certamente la pragmaticità e lo spirito di abnegazione che da sempre ci appartiene e contraddistingue come organizzazione sindacale, il nostro impegno verso i lavoratori e verso gli Oss sarà capillarizzata su ogni fronte e se sarà necessario mobiliteremo tutta la categoria, ma chiediamo che venga implementato un tavolo di confronto con il Ministero della Salute, fiduciosi che questa volta non resti alcuna lacuna nei riguardi questa figura professionale.”
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