SHC, Migep e Satti Generali Oss: “Niente misure concrete per gli operatori socio-sanitari nella Manovra 2026. Perché?”
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Antonio Squarcella (SHC), Angelo Minghetti (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss).
Con riferimento alla Legge di Bilancio 2026 apprendiamo con favore l’iniziativa del Governo di prevedere l’assunzione di 6.300 infermieri e 1.000 medici, nonché l’aumento retributivo mensile di 40 euro netti, seppur lontano dai 1.630 euro richiesti per una reale valorizzazione. Tuttavia non possiamo non rilevare con preoccupazione l’assenza di misure concrete per gli operatori socio-sanitari (oss), figure fondamentali e storicamente colonne portanti della sanità assistenziale.
Gli oss sono stanchi, sottopagati e, ancora oggi, spesso quasi invisibili. Nonostante ciò, continuano a fare la differenza nei momenti più importanti della vita delle persone, rappresentando una certezza che non può e non deve rimanere silenziosa. Svolgono quotidianamente attività essenziali: garantiscono assistenza diretta ai pazienti, supportano infermieri e medici e assicurano il corretto funzionamento di Rsa, strutture pubbliche e private oltre ai servizi territoriali.
Nonostante il Governo parli di valorizzazione delle professioni sanitarie, questa categoria continua a essere ignorata, con esclusione sia dai benefici economici che dalle assunzioni previste dalla manovra. A tal proposito ricordiamo l’incontro avuto con la Segreteria Tecnica del ministro Schillaci, durante il quale avevamo sollevato la necessità di non escludere gli oss dalla Manovra del 2026. Analogamente, la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023) aveva escluso i profili non sanitari dai premi e dalle prestazioni aggiuntive previste per il personale sanitario, creando una disparità ingiustificata all’interno dello stesso comparto.
Oggi gli oss si trovano a svolgere compiti di crescente responsabilità, come evidenziato dal DPCM del 28 febbraio 2025, che li ha caricati di responsabilità infermieristiche, senza ricevere un adeguato riconoscimento economico o giuridico. Questa situazione produce un evidente squilibrio tra ruoli, retribuzioni e responsabilità e mina la dignità professionale di chi quotidianamente sostiene il sistema sanitario.
Alla luce di quanto sopra chiediamo al Governo chiarimenti concreti su come intende intervenire per garantire il reclutamento, la formazione e la valorizzazione degli oss, assicurando pari dignità e riconoscimento rispetto alle altre figure del comparto sanitario. È indispensabile che le politiche sanitarie siano inclusive e riconoscano il ruolo di tutti gli operatori, evitando ulteriori disparità e povertà lavorativa.
Come ha recentemente sottolineato il presidente Mattarella, servono politiche di sviluppo e non assistenzialismo, e occorre contrastare il rischio crescente di disuguaglianze salariali e contratti precari all’interno del settore pubblico. La Manovra 2026, così come impostata, evidenzia proprio queste criticità. Allora perché vengono riservati gli incentivi aggiuntivi, l’aumento dello stipendio, le assunzioni solo al personale sanitario?
Tuttavia ci sentiamo dire dalla politica che l’oss non è classificato come figura sanitaria nel contesto delle leggi, e pertanto non rientrerebbe tra i destinatari delle risorse pensate per fronteggiare la carenza di personale sanitario. Questa spiegazione appare ingiustificata se consideriamo che sono oltre 300mila gli oss attivi nel nostro Paese, spesso chiamati a garantire l’assistenza diretta ai pazienti anche in assenza di infermieri, e con responsabilità concrete e crescenti all’interno delle strutture sanitarie, socio sanitarie e territorio.
Escludere una categoria così fondamentale significa ignorare un pilastro della sanità assistenziale, creando disparità ingiustificate e minando la dignità di chi quotidianamente sostiene il sistema sanitario nazionale.
Redazione OssNews24
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