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Sicurezza dei corsi di Basic Life Support (BLS-D) in epoca COVID: uno studio pilota

Lo studio condotto dal Dott. Fausto D’Agostino per valutare la sicurezza dei corsi BL-D effettuati durante la pandemia

Le patologie cardiache sono responsabili del 35% di tutti i decessi e i casi di morte cardiaca improvvisa in Italia sono stimati tra 50.000 e 70.000 per anno: l’arresto cardiocircolatorio costituisce la principale causa di morte nel nostro paese. La percentuale di decessi per arresto cardiocircolatorio non è diminuita in corso di pandemia ma anzi, al contrario, sono aumentate le morti per arresto cardiaco a causa di diversi fattori, primo fra tutti la paura di soccorrere un paziente con sospetta infezione potenziale infezione da Sars-Cov-2.

L’attuale pandemia ha innalzato il livello di pericolosità per tutti i soccorritori (laici e sanitari) a causa della possibilità di contagio tramite la produzione di droplets e aerosol durante le manovre di rianimazione cardiorespiratoria. L’OMS, infatti, ha considerato tali manovre salvavita, pure se indispensabili e da effettuare senza indugio, come altamente a rischio di contaminazione virale per tutti i soccorritori e in quanto tali da effettuare con specifiche precauzioni. Per tale motivo è stato necessario apportare delle modifiche ad interim ai protocolli di rianimazione (BLS-D: Basic Life Support and Defibrillation) universalmente riconosciute.


Nelle persone con quadro confermato o sospetto di COVID-19 si mantiene la sequenza della rianimazione cardiopolmonare standard con alcune raccomandazioni, rispettando le indicazioni di tutte le sigle internazionali del soccorso (ILCOR, AHA, ERC, ILSF): il soccorritore laico deve di evitare di avvicinarsi al viso della vittima per stabilire la presenza del respiro e deve procedere con la RCP mediante le sole compressioni toraciche (hands-only CPR) con il consiglio di coprire bocca e naso della vittima con mascherina o appoggiando un indumento per limitare la diffusione dell’aerosol; durante l’attuale pandemia di COVID-19, gli operatori sanitari (ma ragionevolmente applicabile anche ai soccorritori “laici”), in caso di rianimazione, devono utilizzare i dispositivi di protezione individuale.


L’instaurarsi della pandemia da Sars-Cov-2 ha portato ad una iniziale sospensione di tutti i corsi di Primo Soccorso, il cui ripristino è stato possibile solo dopo le nuove disposizioni date dalle nuove Linee Guida del Ministero della Salute. La formazione continua al BLS-D del personale del 118 o degli ospedali non può essere sospesa o rimandata per evidenti motivi di acquisizione della capacità di intervento in caso di arresto cardiaco. Infatti, il Ministero delle Salute ha prodotto in data 23/06/2020 la circolare (prot. n. 21859) “Indicazioni nazionali per il contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle operazioni di primo soccorso e per la formazione dei soccorritori”, in cui vengono elencate le nuove direttive per effettuare le manovre salvavita in sicurezza e le linee guida per l’erogazione dei corsi di primo soccorso durante la pandemia COVID-19.


Per l’erogazione del corso è obbligatorio rispondere ai seguenti requisiti fondamentali:

  • ampi spazi che garantiscano la distanza di almeno 2,0 metri tra i discenti;
  • spazi con finestre con ampiezza tale da poter garantire il ricambio di aria almeno ogni 60 minuti con brevi pause;
  • provvedere alle esercitazioni da effettuarsi su manichino e solo con il discente provvisto di guanti e di mascherina chirurgica;
  • sanificazione, con idonei disinfettanti e carta monouso, di tutti i simulatori (manichini, trainer DAE e gli strumenti per la ventilazione) al termine di ogni manovra i simulatori (manichini, trainer DAE e gli strumenti per la ventilazione) verranno sanificati con appositi disinfettanti specifici e carta monouso.


Considerate l’elevata morbilità e mortalità per le patologie cardiovascolari e respiratorie e in virtù dell’efficacia dimostrata dai corsi di BLSD nella gestione delle emergenze cardiorespiratorie, risultava di primaria importanza non sospendere i training di Basic Life Support in corso di pandemia, sia per gli operatori sanitari che per i laici. Il mantenimento della fase dell’addestramento alle abilità tecniche e manuali della RCP con modalità “in presenza” è stato ritenuto irrinunciabile, data l’esigenza di praticare in modo diretto le manovre di Basic Life Support su simulatori. Tutto ciò premesso, la garanzia di sicurezza, oltre che di efficacia, delle procedure costituiva, però, un elemento imprescindibile del processo di insegnamento.


Obiettivo dello studio pilota, realizzato dal Dott. Fausto D’Agostino con il Ministero della salute in collaborazione con l’American Heart Association (AHA) e l’Italian Resuscitation Council (IRC), è stato quello di valutare la sicurezza dei corsi BLSD, effettuati durante l’emergenza pandemica su tutto il territorio nazionale.


I dati sono stati collezionati attraverso un questionario non validato e somministrato ai direttori dei centri di formazione dell’IRC (Italian Resuscitation Council) e dell’AHA a conclusione dei corsi effettuati nel periodo 1° giugno 2020 – 31 gennaio 2021. Il questionario consta di 14 domande, a risposta multipla, volte a testare il grado di recepimento della circolare ministeriale ed eventuali criticità riscontrate nell’organizzazione dei corsi BLS-D in epoca COVID-19. Il questionario è anonimo e i dati sono stati utilizzati in forma aggregata. La somministrazione del questionario è avvenuta tramite richiesta a mezzo mail a tutti i direttori dei Centri di Formazione sul territorio nazionale.


Tra i 398 centri di formazione IRC/ERC e AHA italiani, 337 hanno svolto corsi BLS durante il periodo di studio e sono stati invitati a rispondere al sondaggio. È stato registrato un tasso di risposta del 30%. Durante il periodo, 7833 partecipanti hanno tentato un corso BLS; la maggior parte dei partecipanti (68%) erano operatori sanitari, mentre i laici rappresentavano solo il 32% (n=2499). Le principali motivazioni per frequentare il corso sono riportate in Fig. 1A.


Fig. 1A Per quale motivo i discenti hanno partecipato ad un corso di formazione di Primo Soccorso durante la Pandemia Covid-19?

Il corso è stato ritenuto utile dal 90% dei partecipanti, compresa la nuova formazione sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (94% delle risposte). Tuttavia, l’80% dei corsisti ha manifestato il timore di essere contagiati frequentando il corso, principalmente durante la sessione pratica (69% delle risposte). Infatti, il 94% dei partecipanti ha riferito preoccupazioni sulla sicurezza del corso, in particolare sulla disinfezione della stanza e del manichino (Fig. 1B).


Fig. 1B Quali sono state le criticità?

Gli interventi riportati in Fig. 1C sono stati considerati utili per la prevenzione delle infezioni, ovvero lo screening con tampone Sars-Cov2, l’uso della mascherine e la distanza interpersonale.


Fig. 1C Quali misure ulteriori si potrebbero utilizzare per rendere più sicuro un corso di Primo Soccorso?

Gli interventi adottati per prevenire il contagio, come raccomandato dalla legislazione italiana, sono stati ritenuti utili e di facile applicazione rispettivamente nel 92% e nell’87% delle risposte. L’uso delle mascherine durante il corso non è stato visto come un ostacolo alla comunicazione dall’85% degli intervistati.


Sono stati segnalati 9 casi di infezione da COVID-19 dopo i corsi tenuti durante il periodo di studio; il 90% dei quali si è verificato entro 5-14 giorni dopo il corso (Fig. 1D).

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Fig. 1D Hai avuto segnalazioni circa un effettivo contagio da Covid-19 a seguito di un corso svolto nel suo centro?

L’età dei discenti infetti variava tra i 31 ei 40 anni (Fig. 1E).

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Fig. 1E Dopo quanto tempo dal termine del corso è arrivata la segnalazione?

Il rischio di infezione dei corsi BLS è stato dello 0,11%, con un tasso di incidenza complessivo stimato di 54,8 per 100.000 partecipanti.


Questo è il primo rapporto sull’incidenza dell’infezione da Sars-Cov2 correlata ai corsi di BLS e definisce un punto di riferimento per valutare la sicurezza dei corsi di RCP residenziali durante la pandemia da COVID-19.


In una prospettiva rischio-beneficio, a fronte di circa 70.000 arresti cardiaci/anno in Italia, il rischio di infezione durante i corsi BLS appare molto limitato e può essere ulteriormente ridotto.

Per leggere l’intero articolo: https://www.resuscitationjournal.com/article/S0300-9572(21)00330-0/fulltext

Dott. Fausto D’Agostino,Specialista in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore www.centroformazionemedica.it

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Redazione OSSnews24

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