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“Quelle mamme lasciate sole”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione a cura degli Stati generali della puericultrice.

Tutto questo disservizio, Egregi Politici, serve per le mamme per mascherare il diritto di essere incompetenti, impreparate e di imparare senza essere colpevolizzate, o il buco di carenza di professionisti? Molte mamme hanno difficoltà a chiedere aiuto, stanno conoscendo la fragilità, l’impotenza degli ospedali; si chiedono spesso se ce la faranno, hanno paura di sentirsi sbagliate, perché il sistema assistenziale le sta indirizzando a far tutto da sole senza lamentarsi. Un sistema Salute che nasconde le crepe di una carenza di organico cronica, e la politica nelle aziende toglie le puericultrici e le sostituisce con l’operatore sociosanitario (oss).

Le mamme vengono incantate dalla politica aziendale che la maternità le ripaga per la sofferenza: ” la nascita del loro bambino” sotto l’emblema di eroine, ma vengono lasciate sole sin dai primi momenti del parto, sole senza un familiare vicino per protocolli covid.   Una politica che ha creato un vuoto di organico di oltre 20 mila professioniste: ”puericultrici”. Una politica aziendale che nasconde le contraddizioni del “rooming in”, che spesso non è una opportunità, ma una forzatura, se non una violenza per una madre che chiede aiuto. Il “rooming in”, ha una sua responsabilità esclusiva genitoriale e non è sufficiente.

Alleghiamo la riflessione di una puericultrice che indica quello che non si fa per le mamme in una fase così delicata e importante: ” la nascita di un essere umano, di un figlio”. Riteniamo che nel team dell’assistenza e di cura in un reparto di ginecologia e del nido deve esserci una figura intermedia dedicata all’assistenza del bambino e della mamma, per garantire alla diade genitori-bambino continuità assistenziale in gravidanza, durante la nascita e nel puerperio. La puericultrice figura insostituibile.

La proposta di legge sulla nuova figura “assistente per la salute” forma anche l’assistente famigliare puericultrice che potrebbe essere “l’assistente neonatale”. La puericultrice attraverso la sua trasformazione professionale può essere reintegrata grazie alle sue specifiche competenze professionali, potrebbe aiutare la madre a far riemergere quella parte innata ed estremamente competente delle modalità di cura e accudimento del suo bambino, fornendole così un valido supporto sia pratico che emotivo (Empowerment).

Vorremmo citare un proverbio antico che è stato reso celebre: “Ci vuole un intero villaggio per crescere un bambino, il villaggio sono i genitori, la famiglia, gli amici, i media, le istituzioni, l’intera comunità, e tocca a tutti noi costruirlo per le madri che non siano mai più sole”. (Ted Kennedy – Hillary Clinton).

Redazione OssNews24

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