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C’è ancora molto da fare in Italia per il rilancio degli OSS che sono il pilastro dell’assistenza

Egregio Direttore, 

Continuiamo a leggere argomenti sugli oss che non hanno nulla a che vedere con la politica di una professione che ha bisogno di uscire dall’imbuto in cui e stata relegata. 

L’operatore socio sanitario è diventata una professione sfuggente in Italia, ma soprattutto da se stessa. La stessa categoria rappresenta un universo sociale caratterizzato da una forte articolazione socioculturale e comportamentale di cui convivono valori, stili, pensierimolto diversi tra loro, se non a dirittura assenti.

La professione appare molto eterogenea, il frame work del ruolo professionale oss (definito dalle dimensioni fondamentali della responsabilità e dell’autonomia) ha solo una valenza ideale, di cui diventa difficile la comunicazione e il ragionamento sui valori.

Tra gli argomenti emerge una realtà, dove il ruolo professionale è molto diversificato a seconda della posizione del pensiero, dalle dimensioni del luogo di lavoro, dal tipo di cultura professionale, e dalle capacità personali di generarsi come professionista negando, di fatto, i veri temi importanti.

L’identità della categoria tende a restare implicita in una ruota che gira senza avere soluzioni e risoluzioni, il 45% rimane inerme, il 20% aspetta che qualcosa possa cambiare, il 10%, si arrende ai primi ostacoli, il 15% ha paura, il 10% cerca di far raggiungere un messaggio sucome poter riorganizzarsi. 

Non c’è consapevolezza di sé come gruppo sociale unitario. L’imprevedibilità, l’incertezza e la discontinuità richiedono capacità di anticipazione e tempi di reazione ridotti. La debole consapevolezza di sé come gruppo professionale unico rende difficile collocarsi all’interno della società a partire dal proprio ruolo professionale diventa difficile creare progetti che possono tradursi nel massimo beneficio, come investimenti destinati all’evoluzione perché accettano di tutto per pochi spiccioli, costretti dalla necessità. Facile dire “basta denunciare”.

Questo spesso non accade perché oggi numerose problematiche, ma soprattutto la categoria oss è relegata ai propri principi individuali che ne condizionano la qualità metodologica, l’etica, l’integrità e il valore sociale. 

Il 22 novembre noi ci proviamo, e ci rivolgiamo ai professionisti oss coinvolti nella valutazione, pianificazione, conduzione, analisi e pubblicazione di una professione in cerca di evoluzione, ci rivolgiamo ai ricercatori di tutte le professioni, ai componenti di comitati, movimenti, la federazione migep oss propone una nuova analisi al Forum Risk Management. Un’analisi su come poter dare un rilancio alla professione che deve migliorare la propria capacità di affermazione e visibilità sociale, dove la categoria è completamente a sé, con i suoi meccanismi e la necessità di trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro. C’è ancora molto da fare in Italia per gli oss, in un piano finalizzato all’attuazione di riforme e innovazioni per il rilancio della professione che è il pilastro dell’assistenza ,e non a una manutenzione del sistema assistenziale per stentata sopravivenza delle strutture.

Nei momenti più duri della pandemia l’oss ha mostrato quale sia il suo valore e la sua importanza, senza tuttavia ottenere mai un riconoscimento per come si è adoperata. Serve un netto cambio di mentalità da parte di tutti.

Dal 22 novembre parte la campagna “Salviamo la professione oss” Perché non si può costruire singole battaglie che non producono cambiamento.

Vi aspettiamo ad Arezzo al Forum Risk Management ore 14,30 per un confronto attraverso relatori esperti.

Federazione Migep – Sindacato Shc

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