Massa, la protesta degli oss demansionati. USB: “Non vanno trattati come facchini!”
Il sindacato, supportato da alcuni esponenti della politica locale, chiede di porre fine al “declassamento del servizio di assistenza sanitaria”.
Erano presenti anche rappresentanti della politica locale (tra cui il presidente del Consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti, il vice sindaco di Pontremoli, Clara Cavellini, e il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini), oltre ad alcune operatrici socio-sanitarie e a Marco Lenzoni, rappresentante dell’Unità Sindacale di Base (USB), al presidio organizzato di fronte al Comune di Massa per dimostrare solidarietà ai “lavoratori demansionati da oss a facchini”.
“La pandemia sembra non averci insegnato nulla – dichiarano dall’Usb -. Il Covid, che altro non ha fatto se non scoperchiare un vaso di Pandora già tristemente noto, ha messo a nudo anni di politiche disastrose, di privatizzazioni, tagli, mancanza di personale e posti letto. Nel caso specifico, per sopperire alla mancanza di figure professionali adeguate nel servizio appaltato dei trasporti dei pazienti, dovranno essere i reparti invianti a fornire adeguato supporto di figure professionali. Un carico in più sulle spalle del personale dei reparti già ridotto all’osso dalla carenza cronica di personale, dovuta a decenni di politiche criminali sulla sanità. Il demansionamento prevede, ovviamente, anche la decurtazione dello stipendio e la riduzione degli orari di lavoro, visto il ridimensionamento dell’orario di copertura del servizio. Tutto questo è inaccettabile”.
Sempre il sindacato: “Come Usb, abbiamo presentato un esposto agli organi di polizia giudiziaria, poiché questa decisione avrà sicuramente ripercussioni sulla sicurezza dei malati, ma anche degli operatori sanitari stessi, che non avranno più al loro fianco, nel duro ed essenziale lavoro per garantire la salute pubblica, collaboratori professionalmente preparati. Siamo stati ricevuti con una delegazione da assessori e istituzioni, ai quali abbiamo fatto presente la situazione e chiesto un intervento deciso e fermo per bloccare l’ennesima ingiustizia ai danni di lavoratori e pazienti”.
E ancora: “Vogliamo un’immediata retromarcia su questo declassamento e impoverimento del servizio di assistenza sanitaria. Ci aspettiamo, quindi, che a seguito dell’incontro le istituzioni e le rappresentanze politiche si muovano per far valere e mettere in pratica già nei prossimi giorni gli impegni assunti. Noi, come sindacato, continueremo a mobilitarci e a tenere il fiato sul collo a chi di dovere affinché alle parole seguano i fatti. Vogliamo oss, non facchini! I malati e le persone non autosufficienti non sono valigie”.
Redazione OssNews24
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