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L’orrore della guerra in Ucraina negli occhi di una bimba: la testimonianza di un oss

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di un operatore socio-sanitario.

Lavoro in una comunità come operatore socio-sanitario (oss) e arrivano spesso minori soli o mamme scappate con i loro bimbi, vittime di violenza domestica. La guerra in Ucraina mi ha sbattuto in faccia un’altra violenza commessa sui più fragili: una crudeltà di cui tutti sono a conoscenza, diversa perché non avviene tra le mure domestiche, ma davanti agli occhi di tutto il mondo.

Ricordo il mio primo incontro e mai avrei pensato di vedere quegli occhi. Gli occhi di una bambina di quattro anni pieni di disperazione e paura. Uno scricciolo biondo che ha lasciato tutto, scappando in piena notte con la nonna. Fuggita da una guerra che non capisce, accolta  in una terra a lei sconosciuta, dove tutto le sembra strano, brutto. La colazione non è come quella che le preparava la mamma, nessuno parla la sua lingua.

Le sue certezze, i punti di riferimento che le davano quelle sicurezze essenziali per formarsi come adulta sono venute a mancare, strappate da chi nemmeno sa chi è Sofia. Le mancano i compagni, pensa a loro stringendo forte la sua bambola, l’unico giocattolo che è riuscita a portare con sé durante la fuga.

Cerco di comunicare con Sofia, ma i suoi occhi mi implorano di portarla a casa, dalla sua mamma. La  nonna non la perde mai di vista: è la cosa più preziosa che possiede in tutto l’universo. Sono due creature spaventate, spaesate, che si affidano e chiedono aiuto a noi operatori socio-sanitari perché siamo l’unica speranza a loro rimasta.

Nelle comunità d’accoglienza incontriamo troppe Sofia, troppi bambini innocenti vittime di violenze, soprusi. A volte ci troviamo a gestire situazioni di crudeltà talmente forti che vanno oltre la possibile immaginazione. Vedere le immagini dell’ospedale pediatrico bombardato in Ucraina ha rievocato in me lo sguardo di ogni bimbo che ho preso in carico come oss. Queste fragili creature non dimenticheranno mai chi ha rubato loro la vita, strappato l’innocenza e la meraviglia con cui un bambino conosce il mondo.

La guerra, la crudeltà dell’essere umano toccano tutti, perché nessuno è al sicuro. Finché esisteranno persone conviene di essere migliori, più forti di chi si attribuisce il diritto di schiacciare, distruggere la vita e la dignità altrui.

Redazione OssNews24

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