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“La puericultrice: il sostegno di cui hanno bisogno le neo-mamme”

Di seguito la lettera a cura degli Stati Generali della Puericultrice, firmata da Angelo Minghetti e inviata alle istituzioni.

Egregi,
gli Stati Generali della Puericultrice si appellano, in primis come Professionisti dal punto di vista umano, come emanatori di quelli che sono i diritti inviolabili, imprescindibili a quelli che siamo, (art 2 – art 32), che si traduce nella finalità di porre al centro di ogni ordinamento il pieno sviluppo della persona umana. Esseri Umani non è l’uomo in funzione dello Stato” ma “quest’ultimo in funzione dell’uomo(Costantino Mortati).

Gli ultimi accadimenti avvenuti lo scorso gennaio al H Pertini di Roma hanno scosso, non solo l’opinione pubblica, il mondo politico, ma anche donne, uomini, ragazzi, anziani, figure professionali; tra queste professioni ci sono le Puericultrici, ormai una figura dimenticata e allontanata da realtà pubbliche quali ospedali, consultori, asili nido e carceri.

La Puericultrice una figura sempre esistita come sostegno al neonato e alla famiglia; una professione che negli anni si è evoluta, aggiornata, migliorata, stando al passo con i tempi, un’esperienza trentennale che tocca molti settori neonatale; oggi chiedono di essere riconosciute e valorizzate; professione essenziale per il nascituro e le mamme, indispensabile per l’equipe medica e ostetrica.

Sono stanche di aspettare un riconoscimento negato dalla legge 42/99, e sentire che si parla di tagli alla sanità, e tanti cittadini ci rimettono in salute, anche anime innocenti. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà che il mondo negli ultimi anni sta subendo (covid 19), ma è ora di investire più risorse sul futuro di questo Paese, ovvero sull’infanzia e sulla salute.

Siamo impotenti nei confronti della morte, quello è vero, ma non siamo impotenti difronte alla mancata assistenza, alla carenza di personale, poiché il diritto all’assistenza al neonato è compito della Puericultrice prendere in mano questa fase cosi delicata (neonato). La sua formazione, esperienza e vocazione, può aiutare l’equipe medica e soprattutto i neo genitori in questa esperienza di vita.

Nella Sanità Italiana, vige una politica al risparmio e abuso di professione, la legge 42/99 ha fatto danni, il contratto nazionale ha peggiorato, disconoscendo questa professione. Non si può continuamente sentire la frase: “carenza di personale” se il personale c’è, è formato, e non gli è data la possibilità di esercitare.

Le Regioni non riconoscono questa professione, per le aziende ospedaliere è una professione da non considerare più nell’organico, mettendola a svolgere altro lavoro che non è quello per cui si è specializzata, sostituendola con l’operatore socio-sanitario; l’oss ha altre competenze da svolgere, ma non quella dell’assistenza al neonato. E’ COSA GRAVE, E DA DENUNCIA.

Le puericultrici sono professioniste che continuano a essere formate in scuole Private e inserite nelle professioni di questo Dicastero come arte ausiliarie senza avere riscontro nel mondo lavorativo. Sono oltre 20 mila puericultrici, formate con costi dai 4/6mila euro, un esercito pronto a svolgere la professione con competenza.

Il Futuro del Paese parte da un’attenta tutela dei neonati che devono ricevere le giuste attenzioni da professionisti qualificati e in costante aggiornamento.

Le puericultrici attraverso gli Stati Generali si rivolgono alle SS.LL. per essere ascoltate, e propongono l’istituzione di un tavolo tecnico, affinché si possano trovare le più corrette strategie per portare benessere nelle famiglie, e per far sì che tragedie di questo tipo non accadano più, perché è inammissibile.

La puericultrice potrebbe rappresentare “l’assistente famigliare puericultrici”, inserendole nel ruolo socio- assistenziale, trasformando così il profilo in una scheda Europea; in questo modo le viene riconosciuto il ruolo primario in età pediatrica, riconoscendone il loro credito formativo in assistente famigliare nel settore socio assistenziale area pediatrica, e attraverso i crediti e competenze e formazione autorizzata da enti pubblici/privata a sviluppare questa figura sul territorio famigliare e in strutture comunitarie. Occorrerebbe riconoscere l’alto livello di attenzione sull’allattamento delle neo mamme. Un aiuto importante anche per gestire la depressione post- partum.

La richiesta di convocazione si rende ancora più urgente a causa della notizia scioccante che sta rimbalzando un po’ ovunque. La presenza della figura della Puericultrice accanto alla partoriente è fondamentale, oltre a quella del papà, e non tutte le donne accettano il “rooming in”, troppo spesso imposta invece che proposta. Sono donne che arrivano esauste al momento del parto, si può avere un travaglio lunghissimo e devastante dal punto di vista fisico e psicologico. Hanno bisogno di tempo dopo 9 mesi in cui la gravidanza s’è preso tutto della propria vita e del proprio corpo. E che tuttavia, nel via vai di un reparto che a volte può essere molto affollato e a volte sguarnito di

tutto il personale necessario può sfuggire anche all’occhio dell’operatrice più attenta. «Basta mamme sole»

La morte di un neonato nel letto della sua mamma riapre il dibattito su quanto sia necessario prendere una donna per mano e accompagnarla dopo il parto. Non dare per scontato che ce la faccia da sola.

Gli Stati Generali delle Puericultrici sulla mancanza di personale (ne servirebbe almeno il doppio, non solo al Pertini), chiedono che la figura della puericultrice sia rivalutata e riconosciuta e ricollocata nel suo ruolo come professione, poiché le sue competenze nell’ambito neonatale sono imprescindibili, essenziali, per la tutela del nascituro.

In attesa di urgente riscontro e della richiesta convocazione Vi ringraziamo per il tempo dedicatoci e Vi auguriamo buon lavoro.

ALLEGATO: Progetto per una professione riconosciuta al servizio delle neo-mamme e dei bambini

Redazione OssNews24

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