La figura dell’operatore socio-sanitario (oss) gioca un ruolo fondamentale nel sistema sanitario, ma il tema della sua formazione continua a suscitare dibattiti e preoccupazioni, specialmente per i ruoli più complessi, come quello di strumentista in sala operatoria. Angelo Minghetti, presidente del Migep (Federazione Nazionale Oss), ha recentemente espresso forti perplessità sui percorsi formativi attuali, proponendo un urgente cambiamento per garantire la qualità e la sicurezza nelle pratiche sanitarie.
Secondo Minghetti, uno dei principali problemi risiede nella durata e nell’approccio dei corsi formativi per gli oss: “Contestiamo l’assegnazione di questo compito, in quanto lo riteniamo non conforme alla competenze professionali dell’oss. L’Azienda Ospedaliera di Padova, attraverso un percorso formativo di 200 ore, pone l’oss al centro del processo di cura del paziente come strumentista di sala operatoria per sopperire alla carenza di personale infermieristico di sala. Un ospedale non può violare diritti contrattuali e normative vigenti, in assenza di un adeguamento legislativo da parte di enti regolatori nazionali e regionali, compromettendo il benessere psicofisico dei lavoratori e la sicurezza dei pazienti.
Il modello formativo rischia di ridurre il numero di infermieri strumentisti, causando potenzialmente un impatto negativo sulla qualità delle cure e sulla sicurezza degli interventi. Un ruolo di responsabilità per l’operatore socio-sanitario. “È inaccettabile paragonare un corso di breve durata rivolto agli OSS ai percorsi universitari post- diploma e ai master specialistici richiesti agli infermieri di sala operatoria, esponendo gli OSS in una posizione di grande responsabilità legale e professionale”.
Minghetti propone una soluzione chiara e strutturata: un percorso formativo più lungo e uniformato a livello nazionale, che possa garantire a tutti gli oss le competenze teoriche e pratiche necessarie per operare in ambienti complessi. Un sistema formativo standardizzato attraverso istituti socio sanitari, formazione continua, certificazioni delle competenze, permetterebbe di superare le disparità regionali e di garantire un livello di preparazione elevato e omogeneo in tutto il paese.
L’idea di Minghetti è quella di formare gli oss in ruoli adatti alle loro competenze, senza spingersi a sostituire professionisti altamente specializzati come gli infermieri. È fondamentale che i compiti assegnati siano in linea con il loro profilo formativo, evitando soluzioni improvvisate che rischiano di danneggiare la qualità dell’assistenza sanitaria.
Il riconoscimento degli oss come professionisti nell’area socio sanitaria (Legge 3/18 Lorenzin) è un passo importante per garantire la loro tutela legale. Tuttavia, secondo Minghetti, questo riconoscimento non può avvenire senza un adeguato miglioramento degli standard formativi e l’applicazione delle leggi attuali che riconoscono l’oss sia nel ruolo che nell’area socio sanitaria. Per Minghetti elevare la qualità dei corsi di formazione è importante per garantire agli oss un serio adeguamento formativo ed essere preparati a svolgere competenze del proprio profilo in un cambiamento assistenziale, che richiama specializzazioni per un sistema sanitario più sicuro ed efficiente.
Un cambiamento nella formazione degli oss, secondo Minghetti, non solo migliorerebbe la qualità dei servizi sanitari, ma contribuirebbe anche a proteggere sia i pazienti che gli operatori socio sanitari, poiché è inaccettabile assistere alla svendita della professione dell’oss, caricandola di lavoro e responsabilità infermieristiche, senza maggiore esperienza lavorativa, senza almeno il diploma di scuola secondaria superiore, senza solide basi culturali, soprattutto senza riconoscimenti giuridici ed economici.
Minghetti richiama anche l’assenza di una assicurazione professionale per l’oss sulla responsabilità professionale. La Legge Gelli-Bianco non menziona esplicitamente gli oss come soggetti obbligati a stipulare una polizza assicurativa per responsabilità civile e penale. Secondo quanto stabilito anche dall’art. 1 del DM 232 del 15 dicembre 2023, gli oss, classificati come “operatori di interesse sanitario” di natura tecnica, non rientrano in tale definizione. La normativa vigente (Legge n. 43 dell’1 febbraio 2006) definisce chiaramente i limiti della figura dell’oss, che resta ancorata all’area tecnica.
L’intervento di Angelo Minghetti solleva una riflessione fondamentale sul futuro della formazione degli oss e sulla necessità di un cambiamento profondo nelle politiche formative del settore sanitario. Le attuali pratiche, basate su corsi brevi e insufficienti, non sono più sostenibili in un sistema sanitario che ha bisogno di competenza, professionalità e sicurezza. La proposta di un percorso formativo più lungo, omogeneo e adeguato alle esigenze del settore rappresenta un passo decisivo verso un sistema sanitario più solido, qualificato e sicuro per tutti.
Matteo Lucio Maiolo
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