Di seguito la lettera inviata a presidente del Consiglio, ministro della Salute, ministro del lavoro e sottosegretario alla Salute.
Il nostro sistema salute ha bisogno di rafforzare il proprio sistema assistenziale con personale preparato/formato, in questo processo di rinnovamento valorizzando tutte le professioni anche l’operatore socio sanitario.
Il ruolo cruciale degli operatori sanitari e sociosanitari nelle case di riposo non è socialmente e politicamente valorizzato, questi operatori lavorano in questo settore in condizioni molto precarie, gli stipendi sono molto bassi in tutto il settore sociosanitario e socioassistenziale, e terzo settore, nonostante l’alta utilità sociale del lavoro di assistenza/cura.
Le condizioni di lavoro già difficili, aggravate dalla pandemia, lo Stato che ha sottratto personale al socio sanitario residenziale senza compensare la carenza di personale, ha portato ad abbassare la qualità dell’assistenza e ad aumentare i carichi di lavoro degli operatori socio sanitari. La carenza di personale è drammatica: siamo a 23 operatori ogni mille abitanti, contro una media europea di 32. Operatori in burn out, operatori che fanno doppi turni con 17 giorni di fila di lavoro senza riposo. Gli operatori socio sanitari, e la federazione migep, hanno portato a conoscenza le condizioni di lavoro irrispettose della salute e della sicurezza, lunghi turni senza adeguate pause, e alle ispezioni sul lavoro inadeguate “non sono stati ascoltati dalle autorità“.
Molti operatori sanitari e sociosanitari hanno deciso di lavorare negli ospedali pubblici per questioni salariali e di organizzazione. I turni nelle case di riposo sono estenuanti e c’è molta più pressione per le regole sui minutaggi da dedicare agli ospiti. Questa campagna di assunzioni straordinarie nella sanità pubblica, tuttavia, non è stata accompagnata da misure complementari che assicurassero il mantenimento di un organico sufficiente nelle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali, terzo settore, nonostante i numeri già bassi di personale impiegato in questo settore e nonostante la presenza di persone particolarmente a rischio in caso di contagio da COVID-19.
Anche prima della pandemia, c’era un solo Oss ogni 20/40 ospiti, ed era molto impegnativo perché si hanno sette minuti al massimo da dedicare a ogni ospite. Era, ed è, paragonabile a una “catena di montaggio”, pesante fisicamente e psicologicamente. Il Covid ha imposto un costo altissimo da pagare, sia alle persone anziane residenti in strutture sociosanitarie e socioassistenziali, e domiciliare, sia al personale.
Come Federazione Migep OSS chiede alle SS.LL. che sia istituita una Commissione d’inchiesta e che indaghi tra le varie questioni:
Il legame tra queste criticità che il settore soffre da sempre, e la carenza di personale, le cattive condizioni di lavoro e il divario retributivo e le violazioni e gli abusi del diritto alla libertà d’espressione.
Chiediamo:
Al Presidente del Consiglio, Al Ministro della Salute, Al Sottosegretario della Salute, A tutti i Parlamentari, che ascoltino attentamente gli operatori socio sanitari, la federazione migep OSS, le associazioni che rappresentano le persone anziane e le loro famiglie, dando maggiori garanzie e tutele.
Al Ministero del Lavoro di assicurare adeguate risorse per l’Ispettorato nazionale del lavoro per garantire il rispetto e l’applicazione della legislazione sul lavoro e valutare un rafforzamento del sistema d’ispezioni nel settore sociosanitario e socioassistenziale, proteggendo i lavoratori dagli abusi dei privati, adottando misure positive per realizzare questi diritti, in linea con le leggi e gli standard internazionali sui diritti umani.
La scrivente chiede di essere audita è in attesa porge distinti saluti.
Redazione OssNews24
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