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Dalla puericultrice all’assistente neonatale: per garantire continuità assistenziale durante gravidanza, nascita e puerperio

Riceviamo e pubblichiamo un elaborato a cura di Diana Franceschini (Scuola per puericultrici TECNICA 2000 – Sezione N – Anno 2021/2022).

Questa mia ricerca è nata da un profondo sentire che ciò che serve nei momenti più importanti della vita di ciascuno di noi è sentirsi circondati da umanità. In questo tempo, dove tutto corre a ritmi insostenibili, dove tutto è digitalizzato, il lavoro è smart e le riunioni fatte dietro lo schermo di un pc, affrontare una gravidanza e la maternità, può diventare una condizione di profonda solitudine e sofferenza per la donna che si accinge a diventare madre.

Questo momento storico che vede tantissime evidenze scientifiche che remano a favore della mia tesi si scontra con una realtà sanitaria che tutt’oggi, purtroppo, anche nei reparti ospedalieri del nido è fatta di distanza, freddezza e molta medicalizzazione. Se siamo tutti dalla parte della salvaguardia di questo tanto romanzato benessere della persona “umana”, nel senso più ampio del termine, è d’obbligo tutelare la madre, rispettandola e dandole centralità nel processo della nascita del suo bambino.

Ciò che servirebbe in tutti gli ospedali è un ambiente adatto a valorizzarne il processo come momento di sacralità, dolcezza e armonia. Quindi la necessità di investire sull’aspetto umano di chi lavora ogni giorno con le madri e i loro neonati, formare delle figure professionali insegnando loro tutte le nozioni teoriche e pratiche importanti, e focalizzando l’attenzione sulla cura di un approccio empatico, di relazione umana e rispettoso. Questa figura assistenziale, che proporrei e che tanto mi rimanda alla figura della puericultrice (sembrerebbe in via di “estinzione”, in ambito ospedaliero), ha come compito principale quello di accompagnare emotivamente la donna e la coppia dal periodo della gravidanza, durante la nascita e nel puerperio, delicato periodo di assestamento per la nuova famiglia.

Grazie alle sue specifiche competenze professionali per cui è formata l’assistente neonatale è inoltre altamente qualificata per aiutare la madre a far riemergere quella parte innata ed estremamente competente delle modalità di cura e accudimento del suo bambino, fornendole così un valido supporto sia pratico che emotivo (empowerment). Una mamma sostenuta, e consapevole delle sue capacità naturali, trasmetterà al figlio tranquillità, riuscirà a vivere serenamente l’allattamento e tutti i cambiamenti di bioritmo, fisici ed emozionali che accompagnano questo periodo. Per questo stesso motivo ritengo che tale figura sia un tassello insostituibile nei reparti del nido, e quindi l’obiettivo di questa tesi è quello di valorizzarne competenze e specificità uniche e insostituibili ricollocandola all’interno dello staff sanitario.

… La mia ricerca, quindi, vuole evidenziare l’importanza della qualità di una buona assistenza professionale incentrando l’attenzione alla madre dal periodo della gravidanza e nel parto e alla triade madre-padre e neonato dalla nascita fino ai primi 28 giorni di vita del bambino. L’assistente neonatale, infatti, rispecchia tutte le caratteristiche citate sopra di fondamentale importanza nel sostegno alla formazione della nuova diade genitori-bambino. La qualità dell’assistenza ricevuta getterà le basi per un inizio di vita sereno, e da ciò conseguirà il benessere psicofisico sia del nascituro che dell’intera famiglia.

Diana Franceschini

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Redazione OSSnews24

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