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SHC OSS: “Nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio della sanità”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta firmata da Angelo Minghetti, segretario nazionale del sindacato, e indirizzata a tutte le forze politiche in vista delle elezioni.

L’organizzazione sindacale SHC ha condotto un’analisi sulle proposte dei vari schieramenti politici concernenti i programmi elettorali sulla sanità. Sulle grandi sfide che attendono i cittadini (pandemia, attuazione del Pnrr, riforme strutturali, recupero delle prestazioni sanitarie, gestione ordinaria di oltre 130 miliardi di spesa pubblica) nessuna forza politica ha elaborato un piano serio di rilancio del Servizio sanitario nazionale, in grado di garantire alla popolazione il diritto alla reale tutela della salute.

Tra gli operatori sanitari e socio-sanitari nasce una profonda preoccupazione in difesa del loro lavoro e del loro ruolo: sono stanchi di vedere la propria professione svilita e usata come forza lavoro per sopperire alla carenza degli infermieri. Le proposte presentate dai vari schieramenti politici sono frammentate, alcune non sostenibili, altre poco attuabili o accentuate rispetto a norme già in vigore o a quanto previsto dal Pnrr. Ai partiti e ai candidati manca una visione d’insieme sul Ssn, sul servizio sociale, sulle Rsa, così come sulla valutazione dell’impatto economico salariale. Gli operatori socio-sanitari restano ai margini delle proposte, non sono contemplati nei piani per dare dignità professionale e una retribuzione europea.

La pandemia ha aumentato la consapevolezza e la necessità di avere un sistema sanitario pubblico e sociale equo, che deve rappresentare un caposaldo della nostra democrazia. Di contro, per la politica è tornata nelle retrovie, finendo nuovamente relegata a una politica d’interessi. Vedi i ritardi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie (lista di attesa lunghissime), con conseguenze disastrose per la salute dei cittadini, anche quella mentale. Senza contare la demotivazione del personale. Tutto imputato alla carenza di personale e non al sistema politico dedito al risparmio.  Quasi nessuno dei candidati o dei partiti ha affrontato il tema della sanità pubblica-privata attraverso proposte. Tutto è finalizzato a spendere verso una sanità privata.

Questa è una politica che non è più in grado di dare risposte alle esigenze dei cittadini, che svende il sistema sanitario pubblico al privato e non riconosce stipendi adeguati, sicurezza nei luoghi di lavoro. Bisogna rimettere la sanità al centro dell’agenda di governo, a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche. Bisogna investire anche sulla formazione dell’operatore socio-sanitario, riconoscere una professione che in questa pandemia si è spesa a rischio della propria vita, affrontandola con scarpe di cartone, senza armi.

La salute va rimessa al centro, potenziando i servizi di prevenzione domiciliari e le Rsa con investimenti mirati a migliorare i modelli che funzionano meglio, trovando il coraggio di fare, senza interpretare termini e terminologie poco significative. Sul potenziamento dell’assistenza territoriale notiamo che tutti i partiti convergono sugli obiettivi con proposte delle precedenti legislature. Il Pnrr e il DM 77/2022 fanno rimanere la riorganizzazione delle cure ostaggio della riforma sui medici, così come rimane al palo l’aggiornamento sugli standard ospedalieri previsto dal DM 70/2015. E lo stesso vale per le strutture per anziani, dimenticate dalla riforma Pnrr. Sull’assistenza sociosanitaria le proposte sono poste in maniera generica e le numerose azioni proposte sono frammentate, senza una visione del sistema.

Egregi, a fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica, dove molti cittadini attendono da questo Governo soluzioni, rileviamo che nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, le Rsa, il terzo settore, coerente con gli investimenti e le riforme del Pnrr, in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso, ossia la salute. A fronte delle complesse sfide che gli oss si sono trovati in questa pandemia, emerge un quadro decisamente deludente da parte di tutte le forze politiche. Si rileva nei loro programmi scarsa attenzione, con visione limitata e proposte strumentali verso una professione che si è distinta in prima linea in questa pandemia.

L’analisi che emerge è il frutto di scelte precise fatte da questo Governo. Scelte che portano l’Italia a una continua perdita di capacita di determinazione nella gestione delle politiche-economiche e delle politiche energetiche. Il Covid ha evidenziato un problema che già c’era. Il problema è: come ci si prepara per una programmazione seria, utile? Come saranno spesi i fondi? Ma, soprattutto, chi avrà la determinazione politica per applicare la nuova riforma sanitaria e sociosanitaria?

Come sindacato, SHC chiede certezze, e un impegno da parte della politica affinché il sistema salute funzioni per tutti i cittadini e nessuno sia escluso. Chiede di dare slancio alla professione dell’operatore socio-sanitario con strumenti e conoscenze, garantendo una programmazione, un’organizzazione, attraverso una formazione (istituti socio sanitari) con i fondi europei. Chiede una revisione del profilo con diploma, registro nazionale obbligatorio, assunzione, aggiornamento continuo, contratto unico tra pubblico e privato, adeguata retribuzione economica. Chiede di riconoscere in tutti i comparti il ruolo sociosanitario per l’oss. Chiede la modernizzazione di una nuova figura tra l’oss e l’infermiere attraverso un quadro legislativo incentrato sulla qualità, potenziando il capitale umano.

Redazione OssNews24

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