Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma del segretario nazionale Angelo Minghetti e indirizzata a presidente del Consiglio, ministerti della Salute e della Giustizia, Mef e Dipartimento per la Protezione civile.
La scrivente, facendo seguito alle varie missive già inviate, nelle quali ha denunciato e lamentato la situazione di circa 1.500 operatori socio-sanitari che, adibiti nelle varie carceri Italiane e nelle Rsa in virtù della normativa di contrasto alla pandemia Covid, si sono trovati, dopo aver svolto un’attività di estrema importanza per la collettività, improvvisamente privi delle loro funzioni e in attesa di un’ordinanza che avrebbe dovuto prorogare la loro opera, è a chiedere spiegazioni in merito al fatto che in alcune realtà italiane è tuttora in corso la proroga.
Atteso che molte Regioni, tra le quali Basilicata, Piemonte, Sicilia e Campania, hanno prorogato l’attività di questi operatori, che a tutt’oggi stanno svolgendo la loro opera di fondamentale aiuto per l’intera collettività, la scrivente chiede alle SS.LL. quali sono i motivi ostativi per i quali non sono stati altresì prolungati i contratti di quegli operatori che al 31 maggio 22 sono stati lasciati a casa. Pertanto si chiede il prolungamento di tutti i contratti fino al 31 dicembre 2022, con la possibilità di stabilizzarli a pari diritti degli altri operatori socio-sanitari che operano in altri servizi, riconoscendo in questi due anni tutti i diritti di legge in modo da consentire ai 1.500 operatori di continuare a svolgere le proprie competenze in un sistema sanitario delle carceri, utilizzando il Pnrr per incrementare il bilancio economico giuridico.
Alla luce di quanto sopra, si è a chiedere spiegazioni in merito e che vengano regolarizzate le posizioni dei 1.500 oss che hanno lavorato presso le Rsa e gli istituti penitenziari, che in caso contrario si vedrebbero ulteriormente penalizzati a fronte di un errore da parte dell’amministrazione.
Redazione OssNews24
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