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Partorisce in ambulanza tra Lavello e Melfi, mamma e bimbo stanno bene

Ad assistere la donna, un infermiere e un autista. Soddisfatta la Uil Fpl: «Questo è un’esempio di buona sanità»

Ancora una volta gli operatori delle ambulanze del 118 di Lavello e di Melfi, si sono distinte per prontezza di spirito, professionalità e competenza, nell’espletamento del servizio di pronto soccorso a favore di una giovane donna in procinto di partorire il secondo figlio: intervento che si è concluso felicemente, a bordo dell’ambulanza di Lavello, fra le braccia dell’infermiere e dell’Autista.


L’intera equipe composta anche dall’equipaggio dell’ambulanza medicalizzata di Melfi, sopraggiunta nel frattempo, ha così assistito la giovane mamma ed il neonato di sesso maschile, che è venuto alla luce in buone condizioni piangendo immediatamente con la gioia della madre e la soddisfazione di tutto l’equipaggio.


«Ancora una volta – afferma il segretario regionale Uil Fpl, Raffaele Pisani – la professionalità di infermieri, medici e operatori tecnici tutti che si prodigano con professionalità e dedizione in qualsiasi condizione di difficoltà e di criticità di interventi, oltre a col-marci di gioia rafforza il nostro orgoglio nei confronti di lavoratori che garantiscono assistenza a 360 gradi dalla nascita fi-no ad eventi meno gioiosi. Questo esempio di buona sanità va sottolineato per rafforzare nei cittadini la fiducia su un servizio utile ed efficiente, grazie alle competenze dei professionisti e allo spirito di abnegazione che caratterizza medici, infermieri ed autisti soccorritori, che, il più delle volte, non assurge agli onori della cronaca». «È necessario – continua Pisani – soprattutto rimarcare che i lavoratori del comparto del 118 hanno spesso a che fare con pazienti critici che necessitano di interventi di terapia intensiva o sub intensiva, prima dell’arrivo nel reparto specializzato».


La Uil Fpl precisa infatti, che gli operatori del comparto dell’emergenza extra ospedaliera svolgono un ruolo delicato e impegnativo durante l’assistenza, «esponendosi a rischi e disagi lavorativi simili a quelli a cui sono esposti i lavoratori appartenenti alle Unità operative di terapia intensiva, sub intensiva, sale operatorie e servizi di malattie infettive. Per queste ragioni ritiene non più procrastinabile il riconoscimento dell’indennità di rischio (cosiddetta sub-intensiva)».

Fonte: lecronachelucane

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