Lo annunciano, nel seguente comunicato, gli Stati generali della professione oss.
Parte da Teramo la campagna “Salviamo la professione oss” su come poter dare un rilancio alla professione oss, che deve migliorare la propria capacità di affermazione e visibilità sociale. Gli Stati generali della professione oss hanno indetto un convegno promosso con l’Asl Teramo, nella giornata di venerdì 10 marzo. Sarà una grande occasione di confronto in questa emergenza Covid 19 sul ruolo dell’operatore socio-sanitario. E sarà un appuntamento con grandi riflessioni su come l’oss ha affrontato la sfida dell’emergenza Covid e su cosa occorre per far riconoscere il valore di questa professione, come investire per garantire la qualità e l’efficienza delle prestazioni verso gli utenti-ospiti e come poter superare l’ostacolo per l’applicazione dell’area socio sanitaria e del ruolo sociosanitario.
Gli oss hanno dimostrato in questi anni volontà di crescere e di evolvere in un sistema assistenziale che continua a rimanere fuori dalle priorità del Paese, una sanità condannata a sgretolarsi in una stentata sopravvivenza a causa della regionalizzazione, poiché lo scenario politico è diventato molto complesso. La formazione non è un obbligo, ma è soprattutto un dovere. La categoria dell’operatore socio-sanitario è pronta a confrontarsi portando sul tavolo del Governo, del Parlamento e del ministro della Salute le sue proposte, che partono all’interno di una revisione del proprio profilo. La gestione del cambiamento è la chiave universale per favorire i processi di miglioramento di una professione in nuovi asset professionali. L’identità della professione oss deve essere reindirizzata a un livello formativo con un diploma di qualifica e una retribuzione economica adeguata.
Prevedere percorsi nuovi di formazione per l’oss è un obiettivo che potrebbe coprire il vuoto legislativo formativo causato dalla Legge 42/99. Rendere attrattiva la nuova figura, “l’assistente per la salute”, per avere professionisti con un potenziamento delle competenze, integrazione multidisciplinare, multiprofessionale, specializzando, e migliorando la propria performance con aumento della sicurezza nei processi organizzativi e clinici, gestendo le difficoltà, e i conflitti. Una formazione che deve essere compatibile e omogenea su tutto il territorio nazionale, riconoscendo l’oss come protagonista in un sistema assistenziale, riconoscendone competenze e valori etici anche attraverso il codice etico. Tale scenario richiede alle professioni sanitarie e sociali l’adeguamento delle competenze e la capacità di collaborare e cooperare su obiettivi e programmi assistenziali predefiniti e valutabili attraverso indicatori di processo e di risultato, poiché il sistema assistenziale non può più essere gestito da una sola professione.
In conclusione, tutta questa frammentazione risponde solo alla logica del profitto, e non c’è nessuna ragione né di ordine sanitario né sociale per tenere divisi i lavoratori della sanità con quello del privato. Di qui la necessità di rivendicare il contratto unico per tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari. Occorre innovare la struttura per la definizione del contratto, che deve essere unico per tutto il settore sociosanitario e sanitario. Gli stati generali della professione oss mettono in campo un programma per sostenere la campagna “Salviamo la professione oss”, che attraverso assemblee, mobilitazione, sit-in, raccolte firme, con attività di monitoraggio e analisi, punterà i riflettori sull’importanza della figura dell’oss.
Redazione OssNews24
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