Spuntano nuove vittime. Il pm dovrebbe ora riformulare il capo d’imputazione, allargando l’arco temporale e includendo le nuove “persone offese”.
Potrebbe allargarsi l’inchiesta sui presunti corsi di formazione fasulli per operatore socio-sanitario a Lecce. Durante l’udienza preliminare nell’aula bunker del Tribunale di Lecce, dopo la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di otto imputati, il giudice ha ritrasmesso gli atti alla Procura, poiché almeno un’altra quindicina di persone – oltre a quelle che già risultano parti offese nel procedimento, negli anni compresi tra il 2015 ed il 2018 – ha chiesto di potersi costituire civile. Si tratta di altri “aspiranti” oss, che sarebbero stati vittima di truffa nel periodo successivo al 2018 e sarebbero venuti a conoscenza dell’inchiesta dagli organi di informazione. Il pm, pertanto, dovrebbe ora riformulare il capo d’imputazione, allargando l’arco temporale e includendo le nuove “persone offese”.
La richiesta di rinvio a giudizio riguardava i rappresentanti legali di un istituto di formazione con sede a Lecce che si sono succeduti negli anni, anche nelle vesti di direttori didattici di un presunto ente formativo con sede a Teramo. Ma anche collaboratori, segretarie, insegnanti ed esaminatori. L’inchiesta, condotta dai militari della Guardia di Finanza, ha preso il via dalla denuncia di una decina di corsisti che avrebbero pagato la somma di 2.800 euro per partecipare al corso per oss, ricevendo un attestato ritenuto fasullo dagli inquirenti. Vi era stato inoltre un esposto di due dirigenti della Regione Abruzzo, che ritenevano false le firme presenti sui documenti. Nel mirino della Procura sono finiti loghi, timbri e intestazioni in odore di falso.
Redazione OssNews24
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