In qualità di rappresentanti della categoria oss, vorremmo puntualizzare che in merito a quanto deliberato dalla Giunta Regionale Veneto riguardo il reclutamento degli oss per sopperire alla grave carenza di personale in 351 strutture Rsa, dove necessitano di 3.500 operatori socio-sanitari e di 2.000 infermieri su 32.510 posti letto, sarebbe opportuno andare a ricercare le problematiche a monte, che a nostro avviso non risiedono nel recupero degli oss bocciati dai corsi, bensì nel modus operandi che riguarda il lavoro stesso.
Le stesse condizioni lavorative di molte Rsa non sono sicuramente un incentivo per lavorare, attrarre nuova forza lavoro e neppure per permettere contratti di lunga durata. Di non minore importanza risultano essere le tipologie contrattuali che vengono somministrate agli stessi.
E per queste ragioni che noi di Stati Generali Oss Migep abbiamo proposto la riorganizzazione nazionale della formazione dell’oss in assistente socio-sanitario e l’evoluzione della figura in assistente per la salute. Una figura che non va a sostituire l’infermiere è neanche essere il suo tappabuchi, bensì una valida figura professionale in grado di affiancare con adeguate capacità e competenze lo stesso.
Una figura che sia la vera evoluzione dell’oss come professionista e non come manovalanza o schiavo del sistema che continua ad aumentare i costi di gestione legati alla pandemia e alla concorrenza di altre strutture Rsa, dove il datore di lavoro abbatte i costi attraverso l’applicazione dei contratti non conformi. Non può meravigliare se nessuno vuole più lavorare nelle Rsa.
Recuperare gli studenti oss non idonei con ammissione all’esame entro 24 mesi dalla bocciatura: quale sarà il risultato di questa nuova iniziativa? Questo a nostro avviso è mettere a rischio la salute dei cittadini fragili e siamo a dir poco perplessi, andrebbe fatta una riflessione sulla responsabilità di chi vuole inserire nel mondo lavorativo personale bocciato dove manca preparazione e competenza, dove viene a mancare la volontà e la giusta motivazione a lavorare nei campi assistenziali (anziani, disabili ecc). Quale altra iniziativa fantasiosa dovremmo aspettarci in futuro dalla Regione Veneto? Grazie a queste “scellerate” proposte la figura dell’oss andrà incontro ad una involuzione piuttosto che una evoluzione.
Per questo serve un percorso, che passi attraverso linee nazionali serie e valutabili in una vera evoluzione per l’oss. Chiediamo una riflessione rigorosa e rispettosa delle esigenze bisognose di assistenza verso il cittadino fragile. Chiediamo agli Opi della Regione Veneto di riflettere sull’impatto della delibera che avrà sulla professione infermieristica a livello negativo. Bisogna riorganizzare il settore partendo dalle condizioni di lavoro dei dipendenti e dallo stipendio.
Redazione OssNews24
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