Regionali

Assistente infermiere in Lombardia, SHC OSS: “Come si intende tutelare la nuova figura?”

Di seguito la lettera scritta da Gianluca Farruggio (segreteria regionale SHC OSS) ai consiglieri regionali della Lombardia.

Gentili Consiglieri Regionali,
la scrivente organizzazione sindacale SHC OSS desidera richiamare la vostra attenzione sulle gravi criticità legate all’introduzione della figura dell’assistente infermiere in Lombardia.

Leggiamo con grande stupore che, pur mostrando perplessità sulla collocazione e il ruolo di questa nuova figura, la Regione ha deliberato l’atto come se si trattasse di una formalità, cedendo in realtà alla pressione degli ordini professionali. Tale decisione appare irresponsabile e priva di una visione strategica, lasciando aperte falle enormi e nodi strutturali che rischiano di tradursi in rischi concreti per cittadini e lavoratori.

L’assistente infermiere, così come concepito, non rafforza il sistema socio-sanitario, ma rischia di incrementare incertezze e frammentazioni in un contesto già fragile. La scelta di collocarlo tra infermiere e oss avviene senza quadro normativo chiaro, senza inquadramento contrattuale definito e senza linee guida uniformi sulle responsabilità operative.

Riteniamo gravissimo che l’atto deliberato sembri avere come unico obiettivo la gestione emergenziale delle criticità delle Rsa e non la garanzia di standard formativi e assistenziali adeguati. Così facendo, vengono lasciate ampie aree grigie, che a pagarne il prezzo saranno cittadini e lavoratori, aprendo la strada a un sistema a ribasso, inefficace e pericoloso.

Le lacune normative generano vuoti giuridici significativi: i professionisti non dispongono di strumenti certi per operare, si incontreranno difficoltà nella definizione dei mansionari e dei processi assistenziali, e gli utenti più fragili sono esposti a rischi concreti. L’assenza di obblighi assicurativi e di riconoscimento giuridico adeguato espone gli operatori a responsabilità non tutelate, in evidente contrasto con i principi europei sulla regolamentazione delle professioni sanitarie e sulla sicurezza.

Il profilo dell’assistente infermiere, presentato come risposta rapida alla carenza di infermieri, rischia di produrre effetti opposti: sovrapposizione di ruoli, conflitti operativi e ulteriore pressione sulle équipe già sotto organico, senza risolvere le criticità strutturali di fondo. Da anni, infatti, mancano politiche di investimento mirate sulla formazione infermieristica, sulla valorizzazione degli oss e sul miglioramento delle condizioni di lavoro, strumenti essenziali per garantire continuità e qualità dell’assistenza.

Si segnala inoltre una chiara spinta monopolistica nella gestione dei percorsi formativi e della governance del sistema: l’Ordine delle professioni infermieristiche esercita un’influenza determinante sull’agenda regionale, senza reale confronto con le organizzazioni sindacali, con le realtà operative associazioni di categoria. Ciò sta generando percorsi difformi tra le Regioni, creando un “doppio binario” assistenziale con disparità di competenze e formazione degli oss.

Inoltre sarebbe stato fondamentale istituire la formazione direttamente presso le strutture ospedaliere, anziché affidarla ad agenzie formative esterne. La scelta attuale rischia di replicare le criticità già ampiamente riscontrate con la formazione degli oss: percorsi scollegati dalla realtà operativa, disomogeneità negli standard, difficoltà di verifica delle competenze e ulteriore frammentazione dei servizi. Una formazione svincolata dal contesto ospedaliero riduce l’efficacia dell’apprendimento pratico e aumenta i rischi di disallineamento tra quanto appreso e le reali esigenze assistenziali dei pazienti.

Va inoltre sottolineato che la Regione Lombardia non ha previsto adeguati meccanismi di controllo e supervisione sui percorsi formativi e sull’applicazione pratica della nuova figura. Questa mancanza di vigilanza istituzionale rischia di generare disomogeneità tra le diverse strutture, replicare le criticità già riscontrate nella formazione degli oss e aumentare i rischi per utenti e operatori. Senza un controllo rigoroso e continuo, ogni standard dichiarato rimane teorico e difficilmente applicabile nella realtà dei servizi socio-sanitari, con possibili ripercussioni negative sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza dei cittadini.

Riteniamo fondamentale che ogni scelta normativa e organizzativa sia trasparente, condivisa e orientata al rafforzamento reale del sistema socio-sanitario lombardo, ponendo al centro la tutela dei professionisti e la sicurezza dei cittadini. Alla luce di quanto sopra, chiediamo con urgenza: come intendono le S.L. garantire la piena tutela della nuova figura dell’assistente infermiere, colmare i vuoti normativi e assicurare sicurezza, competenza e protezione giuridica per operatori e utenti.

Redazione OssNews24

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