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Pma apre le porte al Parlamento – On.Mammì (M5S): iniziativa prestigiosa della Siru al Niguarda, centro di eccellenza

L’Onorevole Stefania Mammì questa mattina ha partecipato al Progetto di sensibilizzazione SIRU: “Aiuta un figlio a nascere” all‘ospedale Niguarda di Milano. Accolta dal Responsabile della Struttura dott. Maurizio Bini e dal suo staff, ha potuto verificare la preparazione, organizzazione ed eccellenza del reparto e dell’equipe medica.  L’obiettivo del progetto SIRU è di far toccare con mano quello che ogni giorno migliaia di operatori fanno per supportare le coppie infertili e aiutarle a realizzare il loro sogno genitoriale, contrastando in questo modo l’alto tasso di denatalità presente in Italia.

“Una mattina così serve a fare pace con il mondo -dichiara commossa la deputata Stefania Mammì-  La vita che nasce grazie all’altissima professionalità di questa equipe, l’amore nella gestione della nascita, la loro umanità nell’affrontare ogni situazione delicata e complessa per la coppia. Ho percorso con il dottor Bini, e il suo preparatissimo staff, tutti i passaggi che le coppie accolte nel centro devono percorrere e ho capito che sono in mani d’eccellenza. Questi momenti di apertura all’esterno, grazie alla SIRU, permettono alle coppie di conoscere ed esplorare quello che accade nei centri Italiani di Procreazione Medicalmente Assistita. Eccellenze che abbiamo nel nostro Paese e che le coppie che decidono di affrontare questo percorso devono conoscere.

Personale qualificato e preparato che aiuta a diventare genitori. Oggi mi sono emozionata più volte, ho assistito a più passaggi: dal congelamento al transfer degli embrioni e al sorriso del piccolo Lorenzo, 8 mesi, che sgambettava felice in braccio a mamma e papà. Fin dall’inizio della legislatura ho  sentito la necessità di impegnarmi sulle tematiche della PMA, depositando una proposta di legge per modificare la Legge 40/2004, che spero venga presto discussa in commissione per poterla finalmente armonizzare con tutte le modifiche apportate dalle pronunce della Corte costituzionale e dei diversi tribunali ai quali le coppie sono state spesso costrette a rivolgersi per vedere garantito il diritto all’assistenza all’infertilità e all’accesso a tecniche di PMA; un diritto che è riconosciuto in modo diverso non solo negli altri Paesi dell’Unione europea, ma anche nelle regioni del nostro territorio nazionale.

Tali pronunce ne hanno sensibilmente modificato lo spirito dell’impianto iniziale e in mancanza di un intervento da parte del legislatore, finora si è assistito a una sorta di delega alla magistratura, con l’effetto di ottenere decisioni parziali e in alcuni casi contrastanti con la stessa Legge 40, nell’ambito di questioni  molto delicate, sulle quali è necessario intervenire con una certa sollecitudine per garantire un’adeguata tutela della salute riproduttiva e anche il diritto di autodeterminarsi rispetto al desiderio di avere un figlio”, conclude la deputata Stefania Mammì.

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