MAMMI’. — Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia — Per sapere – premesso che:
La Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per la Protezione Civile, con Ordinanza n.665 del 22 aprile 2020, ritenendo necessario dover garantire un maggiore supporto al Sistema sanitario per l’attuazione delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19, ha istituito una Unita’ socio sanitaria composta da circa 1500 Operatori Socio Sanitari (Oss) da porre a disposizione delle Regioni interessate per prestare il loro contributo per le esigenze degli Istituti penitenziari e delle Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani e per disabili.
Nel corso dell’emergenza sanitaria gli Oss impiegati nelle menzionate strutture, con competenza e impegno, hanno instancabilmente assicurato la loro assistenza in condizioni avverse e, molte volte, con turnazioni ed impegni orari massacranti a fronte, tuttavia, di alcuna certezza sul proprio futuro lavorativo, considerato che, il loro impiego, se è pur vero che è stato previsto per far fronte alla fase pandemica sviluppatasi, li ha visti impegnati in maniera non strutturale, ma attraverso il loro utilizzo con l’impiego a termine prorogato di semestre in semestre, fino al termine ultimo del 31 maggio c.a., allorquando i contratti non sono stati più prorogati.
Considerato che:
Pertanto, la presenza stabile degli Oss all’interno degli Istituti penitenziari potrebbe contribuire anche a definire un positivo riassetto organizzativo dell’area e dei servizi sanitari proprio all’interno di queste strutture.
Condividendo l’esigenza di preservare la presenza degli Oss nelle carceri per concorrere a migliorare l’assistenza ai detenuti, nonché la necessità di regolarizzarne la posizione lavorativa, si ritiene indispensabile disporre il prolungamento dei contratti fino al 31 dicembre 2022 dei 1500 Oss assunti ai sensi della su richiamata Ordinanza, auspicando la possibilità di stabilizzarli a pari diritti degli altri operatori socio sanitari che operano in altri servizi, data anche l’ assenza di una graduatoria a cui attingere, riconoscendo loro tutti i diritti di legge maturati in questi due anni di attività, in modo da consentirgli di continuare a svolgere le proprie competenze nel sistema sanitario delle carceri; per sapere:
se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative, anche di carattere normativo, per quanto di competenza e in raccordo con le Regioni, affinché, considerato il particolare contributo offerto dagli Operatori Socio Sanitari nel corso dell’emergenza sanitaria da Covid-19 all’interno delle aree sanitarie delle strutture carcerarie e nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, sia garantita la loro stabile occupazione presso le medesime strutture.
Redazione OssNews24
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