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Congresso nazionale online “La nuova era dell’emergenza” 04.06.2021

Intervistiamo il Dott. Fausto D’Agostino, responsabile scientifico del congresso del 04.06 “La nuova era dell’emergenza” in diretta sulla pagina: https://www.facebook.com/events/260429969125140/?ref=newsfeed

  1. Lei è l’ideatore, nonché il Responsabile Scientifico, del congresso nazionale “La Nuova Era dell’Emergenza”, quindi inizierei subito con il chiederle da dove nasce l’idea di questo evento online, che sta riscuotendo grande interesse.

Il congresso nasce dalla necessità di dare voce agli operatori sanitari che lavorano in emergenza-urgenza, per arrivare agli alti vertici della sanità e della politica e portare in luce le criticità del sistema di emergenza-urgenza.

L’obiettivo, infatti,  è dare risonanza a questo mondo, che è inefficiente sia per mancanza di strumenti che di una adeguata organizzazione.

Come si è potuto evidenziare in questo drammatico periodo di pandemia che stiamo attraversando la medicina d’urgenza rappresenta l’epicentro della sanità, e come una catena rappresenta il primo anello della sanità.

Il convegno sta riscuotendo interesse poiché ha un ampio respiro per questo è diviso in due sessioni: la prima affronta temi strettamente economico- politici del mondo della sanità analizzando argomenti d’attualità come il recovery plan, il global health summit, la seconda parte analizza i nuovi strumenti e le tecnologie che si possono utilizzare nel mondo della sanità in particolare in emergenza-urgenza.

  1. La Sua associazione ha donato defibrillatori, erogato corsi di primo soccorso gratuiti, organizzato congressi ed eventi di beneficenza; quale è stato il motivo principale che l’ha spinta a far nascere il Centro Formazione Medica?

In realtà tutto ha inizio durante il periodo della mia specializzazione in sardegna, quando durante la mia attività di servizio medico volontario per una maratona ho prestato soccorso ad un signore di mezza età del pubblico accasciato al suolo privo di coscienza. 

Al mio arrivo, un ragazzo di circa 15 anni era già intento ad effettuare le manovre rianimatorie con le compressioni toraciche in maniera efficacie, cosi mi sono associato alle manovre seguendo il protocollo per l’arresto cardiaco e quindi somministrando adrenalina, amiodarone, utilizzando il defibrillatore, ed occupandomi della gestione avanzata delle vie aeree.

Insieme avevamo salvato una vita.

Al termine del nostro salvataggio, ho subito chiesto a quel ragazzo dove avesse appreso tali manovre rianimatorie e lui, molto semplicemente mi risposte:” Dotto, eeee in un corsetto a scuola”. 

A quel punto ho pensato al fortissimo valore che hanno queste semplici manovre salvavita, che possono essere imparate da tutti e quindi dovrebbero essere insegnate a tutti.

Con Centro Formazione Medica mi sono interessato di organizzare corsi di rianimazione gratuiti in varie città d’italia ed eventi di beneficenza per raccogliere fondi per l’acquisto di defibrillatori, donati a parrocchie e scuole.

Per sensibilizzare ulteriormente i cittadini il CFM ha prodotto dei video spot al fine di promuovere le manovre salvavita: sulla disostruzione delle vie aeree, sulla rianimazione cardiopolmonare. 

  1. Per la sua formazione ha girato diversi ospedali e in diverse regioni potendosi confrontare con i limiti e le falle della sanità in particolare nell’ambito dell’emergenza-urgenza. A tal proposito ha pensato di preparare un questionario che è stato postato sui diversi social, che sta riscuotendo molto interesse. Poiché sarà discusso al congresso del 4 giugno ce ne può parlare più dettagliatamente?

Nella mia esperienza personale ho riscontrato diverse criticità in questo settore dell’emergenza. 

Di fondo mi sembra che ci sia una mancanza di attenzione alla salvaguardia della salute fisica e psichica dell’operatore che lavora in emergenza-urgenza.

Nello specifico una delle prime cose che mi salta all’occhio riguarda la turnazione: turni ballerini che mutano il giorno prima per il giorno dopo, e turni prolungati senza il necessario riposo deve dare quindi disponibilità no stop all’ospedale, perché molto spesso non ci sono alternative, a discapito della vita privata.

Inoltre, l’operatore sanitario può incontrare difficoltà come reperire una bottiglietta d’acqua perché mancano i distributori automatici in alcuni ospedali. Poi abbiamo le grandi criticità come trasporto di malati gravi in ambulanze non idonee a molti Km di distanza tra le strutture ospedaliere.

Come anche i miei colleghi hanno sottolineato nelle puntate precedenti, voglio ribadire la mancata possibilità di dovuta sia alla turnazione frenetica che alla mancanza dell’offerta formativa.

Da ultimo l’assenza di protocolli condivisi a livello regionale e nazionale.

Ho sentito la necessità di confrontarmi su questo criticità con altri colleghi su scala nazionale  ed è cosi nata l’idea del questionario, che vuole sottolineare le difficoltà maggiori che un operatore in emergenza incontra nel suo lavoro. 

Il questionario ha l’obiettivo di mettere in comunicazione tutti gli operatori del settore per una maggiore coesione finalizzata a valorizzare e tutelare il nostro lavoro.

Per accedere al questionario: https://forms.gle/cbzfcBV7rbKxzq3n9 

  1. Leggendo il suo curriculum vitae è evidente la sua passione per la formazione. Vorrebbe dire qualcosa ai suoi colleghi?

Dalla mia esperienza personale, chiunque voglia fare questo mestiere con passione deve mantenere alta la voglia di aggiornarsi sui progressi che la medicina compie. 

Quindi investire continuamente sulla formazione personale.

A questo punto ci tengo a leggere ciò che ho scritto nel testo COVID-19 edito da Minerva Medica:

 “Grazie”

A tutti i professionisti sanitari e

a tutti coloro che prestano attenzioni e cure a chi ne ha bisogno.

Ai medici, agli anestesisti-rianimatori,

a coloro che salvaguardano la nostra vita.

Un omaggio agli operatori del 118 e a chi opera in emergenza-urgenza,

agli infermieri, ai tecnici, agli addetti al soccorso.

A chi non può permettersi di distrarsi dal monitor dei parametri vitali,

a coloro che in questo momento sono in ospedale a lavorare.

Un grazie a chi fa di tutto perché un cuore non smetta di battere.

Ai radiologi, agli infettivologi,

agli uomini di scienza e ai ricercatori, ai biologi, ai farmacisti e

a tutti gli specialisti impegnati in questa emergenza.

A chi si dedica al disagio psicologico.

A chi, dopo aver svolto un turno in ospedale,

torna a casa e non può riabbracciare le persone care.

Ai medici di base che fanno della medicina una missione,

primi punti di riferimento per la salute di ciascuno di noi.

Grazie a chi si occupa a vari livelli della nostra salute,

agli OSS che curano i bisogni primari delle persone,

a tutti i volontari che sono sul fronte di questa spaventosa guerra.

A tutti i sanitari per ciò che fanno ogni giorno per proteggerci, assisterci e curarci.

A chi, per svolgere il proprio lavoro con spirito di missione,

ha dovuto sacrificare la propria vita.

A tutti gli EROI del nostro tempo.

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