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A Niguarda il trapianto di fegato numero 100 del 2020

Si è trattato di un trapianto combinato di fegato-rene in due tempi. Il rene è stato mantenuto perfuso e vitale per 54 ore dal prelievo. Intervento necessario per sostituire un fegato policistico di 7 kg. L’Ospedale è l’unico centro italiano con un programma attivo per questo tipo di intervento. A Niguarda i trapianti non si fermano, nonostante la pandemia stessi numeri di attività del 2019 per i trapianti di fegato

L’équipe della Chirurgia Generale e dei Trapianti, diretta da Luciano De Carlis; ha portato a termine con successo il trapianto di fegato numero 100 del 2020. Il centesimo intervento di questo tipo a Niguarda è stato realizzato attraverso un trapianto combinato di fegato e rene in due tempi. Il Niguarda Transplant Center è l’unico centro italiano con un programma attivo per questo genere di procedure.

L’intervento prevede l’esecuzione in prima battuta del trapianto di fegato. Il rene, proveniente dallo stesso donatore del fegato, viene invece conservato in una macchina ipotermica dedicata in cui la circolazione è assistita artificialmente (machine perfusion). In questo modo si assicura una buona perfusione dei tessuti dell’organo che si mantengono vitali per un periodo molto più lungo rispetto alla norma. Nello specifico il rene trapiantato dai chirurghi di Niguarda è stato perfuso fuori dal corpo per 54 ore. Questo ha permesso di intervenire per l’impianto del rene ricondizionato a due giorni dal trapianto di fegato.

Questa scomposizione del trapianto combinato fegato-rene, che solitamente avviene con un unico intervento, è stato dettato dalle “dimensioni XXL” del fegato malato (a causa di malattia policistica); che superava i 7 kg di peso (il peso medio in un adulto sano è pari a 2 kg). Il prelievo di un organo così voluminoso ha obbligato, infatti, l’équipe di Niguarda ad utilizzare il trapianto combinato in due tempi. Una strategia che si rivela più sicura ed efficace e che ha messo il paziente al riparo da possibili complicazioni.

Luciano De Carlis, Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti sottolinea: “Il traguardo di quest’anno è particolarmente importante in quanto raggiunto in una fase-Covid estremamente critica. E nonostante la pandemia i trapianti di fegato non hanno subito battute di arresto, i dati ci dicono infatti che ci attestiamo sullo stesso numero di interventi eseguiti l’anno scorso a ottobre.

Ringrazio e mi congratulo con tutti gli attori, medici, infermieri e componenti dell’équipe dei trasporti che hanno contribuito a questo successo con abnegazione e professionalità; sia delle sale operatorie che dei reparti di degenza, in cui i pazienti sono stati operati, preparati al trapianto e seguiti nelle fasi postoperatorie. Non posso poi non ringraziare i chirurghi che hanno prelevato questi organi in tutte le Regioni italiane in condizioni; quest’anno di estremo disagio e rischio, in qualsiasi momento e con scarso preavviso”.

Il Niguarda Transplant Center è uno dei pochi centri in Lombardia ad effettuare trapianti per quasi tutti gli organi (cuore, polmone, pancreas, rene, fegato; gli unici interventi a non essere effettuati sono i trapianti d’intestino), senza dimenticare i trapianti di tessuti e cellule (come ad esempio le cornee).

Nella storia dell’Ospedale il numero dei trapianti di organi solidi supera il tetto dei 7.000 interventi. Il centro ha puntato fin da subito su quelle tecniche che consentono di ottimizzare i risultati; come ad esempio l’intervento “split liver” che grazie ad una suddivisione in due parti del fegato permette di raddoppiare gli interventi. A Niguarda nel 2015 è stato effettuato il primo trapianto in Italia di fegato a cuore fermo. In questo senso va anche il trapianto di doppio rene e il trapianto di rene da vivente che utilizza il robot per la fase del prelievo. Nel periodo 2010-19 Niguarda è il centro italiano con la casistica più ampia di trapianti cardiaci, sono oltre 270.

Non solo organi, in Ospedale hanno sede un Centro Trapianti Midollo, in possesso dei più alti accreditamenti del settore; e una Banca dei Tessuti in grado di sostenere il fabbisogno interno e rifornire altre strutture esterne.

Redazione InfoNurse

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